Quando Dulvurd riprese i sensi, provò a muoversi sentendosi però trattenuto strettamente sia alle gambe e alle braccia,aprì gli occhi ritrovandosi legato con le corde ad un palo sotto il sole caldo del giorno alto nel cielo sopra di lui in una grande piana dove poco lontano vi erano tante capanne fatte interamente di fango secco le cui finestre e tettoie erano composte di radici secche e foglie cucite l' una sull' altra,vedendo ciò capì con disappunto di trovarsi in guai seri perchè ciò significava che era di nuovo nel territorio della tribù Jallagers stavolta come loro prigioniero.
Proprio in quel momento quattro figure vennero verso di lui che man mano si definirono rivelandosi Tekyuf e i suoi compagni che lo scrutarono divertiti
"Ah,ben svegliato,straniero!E benvenuto nel nostro territorio!Sfortunatamente per te questo è ciò che vedrai fino alla fine di questi miserabili giorni che ti restano poichè hai avuto l' impudenza di bere la nostra acqua! Resterai legato a questo bel palo per tre giorni senza acqua e cibo,al quarto giorno,quando sarai bello debole io ti finirò misericodiosamente nel duello in cui ti sfiderò. Ma prima di lasciarti qui a penare...."
ordinò ai suoi compagni di slegarlo e di girarlo mettendolo di spalle mentre esso afferrò delle lunge strope unite a formare una rudimentale frusta dentro un cesto con cui produsse degli schiocchi battendola a terra ascoltandoli deliziato prima di posare gli occhi con sguardo malvagio sulla schiena del principe che non poteva vedere ciò che stava per succedere
"Questo è perchè sei uno sporco straniero e non saresti mai dovuto arrivare qui!"
sibilò prima di cominciare a frustarlo con violenza addosso causandogli squarci e aperture nella carne già provata dalla malattia schizzando il sangue addosso al prigioniero,sul palo e perfino sul terreno sabbioso,Dulvurd strinse i denti cercando di tenere duro e di non gridare malgrado il terribile dolore della pelle scavata sempre più a fondo dai colpi violenti sembravano non finire mai,andò avanti così per mezz' ora finchè le frustate non cessarono permettendo finalmente al povero giovane di cadere sulle sue ginocchia tremando con la schiena massacrata che bruciava di dolore a causa dei tanti tagli e squarci sanguinanti sparsi su e giù sporchi di terra,schegge di corteccia e fango conficcati in profondità nella carne viva sotto lo sguardo soddisfatto di Tekyuf stanco e sudato che sorrise perfidamente quando osservò nelle sue mani sporche del sangue del prigioniero la frusta macchiata che ripose nel cesto da cui l'aveva presa,lanciato un ultimo sguardo al giovane, si rivolse ai suoi
"Legatelo di nuovo e andiamocene!"
fatto ciò se ne andarono verso le loro case lasciandolo in quelle condizioni.
Tutto il giorno rimase legato al palo sotto il sole cocente con la schiena grondante di sangue il cui odore attirò di insetti come le formiche che si arrimpicarono su di lui penetrando fin dentro la carne aumentando la sua sofferenza,anche le mosche si unirono al supplizio ronzando sulle ferite e sostarvi sopra di tanto in tanto infettandole con le loro zampe sporche tanto che il sangue raggrumato si trasformò in push puzzolente,verso il pomeriggio Dulvurd rimase semincosciente con le gambe che cedettero restando appeso per le braccia che stando tese a lungo si slogarono prima di venire svegliato di colpo da un dolore lancinante proveniente dalla schiena e guardando con la coda dell' occhio sforzandosi con la testa, scoprì che un corvo si era posato e col becco stava strappando brandelli di carne dalle ferite infette che finì di ampliare per cibarsene,ringhiando debolmente di rabbia si scrollò con violenza riuscendo così a farlo finalmente volare via anche se purtroppo,al dolore si aggiunsero i morsi della fame e della sete a tormentarlo,con la gola secca e le labbra screpolate, fissava il panorama davanti a lui cercando in ogni modo di ignorare la sofferenza e per farsi coraggio cominciò a cantare con voce rauca
"Ayee ooooh,
myaee uuurr....nos le
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NASCITA DI UNA TERRA
FantasyIn origine la terra che tutti conoscevano come Hopeland all' inizio dei tempi,non era che una landa desolata abitata dai suoi primi abitanti divisi in varie fazioni in cui ognuno voleva prevalere sugli altri arrivando anche ad usare la forza e l...