Capitolo 2-Solo in una nuova terra

31 5 4
                                    

Un gabbiano scese in piacchiata verso il mare splendente della luce del sole del mattino immergendosi in profondità e poi riemergere con un pesce nel becco riacquistando quota prima di atterrare sulla spiaggia per consumare il suo pasto,mandò giù il boccone quando sentì sotto le sue zampe la sabbia muoversi spaventandosi e volando via,Dulvurd si mise seduto tossendo e togliendosi la sabbia di dosso con l'abito regale ormai sporco e stracciato osservando il luogo dove era finito,vagò spaesato con lo sguardo per tutta la spiaggia finchè non notò un pezzo della sua nave che giaceva fra gli scogli accarezzato dalle onde ricordandogli cosa gli era accaduto,scattò in piedi e corse verso il pezzo di relitto su cui salì trovando solo il suo baule e qualche barile,di persone neanche l'ombra.

Osservò il panorama intorno a lui poi gridò con tutto il fiato in corpo

"Perbejus!Comandante!Equipaggio di bordo!Qualcuno mi sente?!"

restò in silenzio con le orecchie attente a captare qualsiasi rumore o risposta che non arrivò,respirò profondamente prima di portarsi le mani in faccia reprimendo con difficoltà la voglia di piangere capendo che tutti erano morti nella tempesta,ricordò le ultime parole di Perbejus nella sua mente che gli diedero coraggio per affrontare la situazione perchè sapeva che disperarsi non gli avrebbe giovato nulla,con passo deciso si recò verso il suo baule che aprì e frugando fra gli abiti regali,i gioielli e altre cose che non gli sarebbero servite tirò fuori la sua spada sottile e affilata che ripose nel suo fodero mettendosela a tracolla al fianco,dopodichè scese a terra e si diresse nell'entroterra di quella landa a lui nuova

restò in silenzio con le orecchie attente a captare qualsiasi rumore o risposta che non arrivò,respirò profondamente prima di portarsi le mani in faccia reprimendo con difficoltà la voglia di piangere capendo che tutti erano morti nella tempesta,r...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

(la spada di Dulvurd)

per molte ore camminò nella fitta vegetazione verde della foresta che non sembrava finire mai finchè non sbucò su aride pianure desolate illuminate dal sole divenuto cocente e per la sua condizione salutare ciò non gli faceva affatto bene,la sua pelle deformata e chiazzata di vesciche esposte a quel calore brutale gli si imputridirono e si spaccarono degenerando in ferite di carne lacera che potevano lasciar spazio alle infezioni,continuò la sua marcia nonostante grondava sudore e ad ogni passo sentiendosi sempre più debole quando fu colto da uno dei suoi soliti malori che lo portarono a vomitare e tremare cadendo rovinosamente a terra,respirò a fatica e faticosamente si rimise in piedi prima di notare una pozza d'acqua poco lontano da lui

"Dio del cielo,grazie!"

disse puntando velocemente verso di essa buttandosi in ginocchio tuffando la testa nell'acqua rinfrescandosi tutto quanto bevendo avidamente con la bocca sentendo estasiato l' acqua scorrere nel suo esofago verso lo stomaco,cominciò anche a sentirsi meglio e decise di fare un altra bevuta ma notò con la coda dell' occhio l' ombra di una lancia sbucata dal nulla che gli mancò di pochissimo la faccia conficcandosi accanto a lui, si rimise subito in piedi giusto in tempo per sentire parlare qualcuno alle sue spalle

"Bene,bene,che cosa abbiamo qui?Chi è che osa abbeverarsi alla pozza di acqua degli Jallagers?"

Dulvurd si girò trovandosi faccia a faccia con un giovane dalla pelle bronzea e muscolosa coperta da tatuaggi tribali che indossava una collana di zanne di animale intorno al collo armato di spada e lancia in compagnia di altri quattro ragazzi che lo accerchiarono mentre quello riprese a parlarle scrutandolo con cattiveria

NASCITA DI UNA TERRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora