Nero. È tutto quello che vedo.
Il buio totale, unito a un odore che mi ricorda quello della plastica tossica delle buste di spazzatura. Provo a muovermi, ma mi rendo conto di essere bloccato, avvolto da una specie di involucro.
È pesante, non riesco a uscirne. Per un momento, il panico si impossessa di me. Non sono esattamente un fan degli spazi stretti.
- EHI...c'è qualcuno lì fuori?! –
Non ho idea di dove accidenti mi trovo. Non sento nulla. Immagino di essere solo, ovunque sia.
- AIUTATEMI!!! –
Inizio a sentirmi soffocare, muovo le mani davanti a me. Spingo con forza, finché non sento lo strappo secco di una zip che si rompe.
Vengo investito in pieno da una luce bianchissima che quasi mi brucia le retine. Mi metto a sedere di scatto. Lascio che i miei occhi si abituino alla luce. Quando il bagliore diventa a malapena sopportabile, provo a guardarmi attorno, cercando di capire dove diavolo sia finito. La realizzazione è molto peggio di quanto mi aspettassi. Tavoli di metallo, lampade a neon, cassetti incassati nelle pareti, altre sacche...sacche per cadaveri.
- Ma che cazzo... -
Un...un obitorio? Come diavolo ci sono finito?! Qualcosa non va...Sono lucido, anche troppo, il che è insolito per uno che si è appena ripreso da una serata come quella di ieri. Dovrei stare di merda, ma non sento assolutamente nulla. È tutto così...nitido.
Non avverto il freddo sulla pelle nuda, mi rendo conto dell'assenza dei vestiti solo grazie alla spiacevole sensazione della gomma nera che mi graffia le gambe.
Un rumore di fondo mi sta facendo esplodere il cervello. Qualcosa che batte, continua a battere e battere insistentemente, rimbombando nella mia scatola cranica. Non riesco a capire da dove viene.
Cerco attentamente, accorgendomi di un rubinetto che perde. Quelle dannate gocce...Si infrangono contro il metallo esplodendomi in testa come l'onda di uno tsunami.
Che mi succede?
Mi sembra quasi di riuscire a sentire lo sfrigolio delle lampade a neon sopra la mia testa, l'elettricità che vi scorre all'interno. Dev'essere un effetto collaterale... Oppure il mio cervello sta seriamente andando a puttane.
Scendo dal tavolo e cerco qualcosa con cui coprirmi. Non posso uscire in questo stato.
Noto un altro corpo, con al fianco gli effetti personali. Per lo meno non dovrò andarmene in giro con i vestiti ricoperti di sangue secco. Abbottono la camicia fin troppo velocemente. Per la prima volta da tempo, le mie mani non tremano.
Immagino sia stato il trauma di essere preso per morto...come hanno fatto a non accorgersene?
Ringrazio non so quale dio quando trovo la porta aperta. Attraverso il corridoio a passo svelto, sperando di non incontrare nessuno. Per fortuna, le mie preghiere vengono esaudite. Il posto sembra deserto. Corro fino a casa mia, sbattendomi la porta alle spalle e tirando un mezzo sospiro di sollievo. Chiamarlo appartamento sarebbe un'offesa verso gli altri appartamenti. Lo definirei più un buco di merda. Non c'è neanche un vero letto. Un materasso ammaccato sul pavimento del salotto ne fa le veci. Mi sono ridotto come il classico cliché di tossico. Patetico.
Questo posto ha sempre puzzato così?! Cerco di non curarmi dell'odore. Mi dirigo in bagno per farmi una doccia, cosa di cui ho un gran bisogno a giudicare da quello che vedo nel minuscolo specchio rotto sopra al lavandino.
Sembro un morto che cammina... Si, ho notato il pessimo gusto del paragone.
Sfilo la camicia, notando per la prima volta un dettaglio che nell'assurdità della situazione doveva essermi sfuggito. Un profondo taglio ad Y solca il torace fin quasi all'ombelico, richiuso grossolanamente da un filo nero. L'orrore mi attanaglia le viscere, mentre lo percorro con le dita, rabbrividendo al sentore della carne lacerata sotto ai polpastrelli. La gola si secca, il respiro si fa sconnesso. Dopo una ferita simile dovrei essere agonizzante per il dolore, eppure non ci avevo fatto caso fino a quando non l'ho vista. Non oso chiedermi il motivo di un taglio simile, so già che la risposta non mi piacerebbe.
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NIGHT FOLK
Paranormal[ANTEPRIMA] Nascosti fra le ombre di Glasgow, Scozia, si intrecciano i fili di una storia vecchia quanto il mondo. Quella del popolo della notte. Un racconto che scorre silenziosamente fra oscuri segreti, misteri irrisolti, passati da dimenticare e...