La giornata proseguì con una tale tranquillità che Charlie stessa ne fu alquanto stupita,a lei piaceva andare a scuola e le piaceva anche studiare..ma la sua vita non era tutta rose e fiori.
I suoi genitori stavano divorziando,e a charlotte questa situazione conflittuale tra i due la faceva star male,avvolte pensava che un pò di colpa fosse anche sua.
Era figlia unica,non aveva una sorella o un fratello con cui confidarsi e nemmeno un'amica fidata con cui parlare così,giorno dopo giorno,Charlie si chiudeva sempre di più in se stessa a tal punto di arrivare ad odiarsi completamente,da disprezzarsi ogni minuto che passava,ogni secondo.
______«Charlotte,sbrigati!» dice mia madre bussando alla porta del bagno.
Bussa ripetutamente.
Sta soltanto amplificando il mio mal di testa.
"Ora esco!" Gli urlo.
Mi asciugo le lacrime e mi guardo allo specchio.
Inevitabilmente scoppio a piangere, di nuovo.
Mi fa male il cuore. Non so se per le troppe emozioni, per il troppo dolore o per un problema fisico...
So solo che mi fa malissimo.
Stringo di nuovo quell'oggetto di metallo che mi ero ripromessa di buttare.
"Esci di lì" dice mia madre.
Tanto,oramai era troppo tardi.
Presi la lametta e l'affondai sulla pelle sempre più in profondità facendo dei tagli verticali, più difficili da 'ricucire'.
Guardai il sangue scorrere, non sentivo dolore, mi sentivo meglio, tutte le mie sofferenze si alleviarono e d'un tratto diventai più leggera, mi sentì meglio.
Ripulì tutto,e finalmente uscì dal bagno indossando l'accappatoio facendo credere a mia madre di aver fatto la doccia.
Andai in camera e indossai il pigiama per poi scendere a cenare.
Non avevo voglia di mangiare,ero già abbastanza grassa,quindi mi limitai a fare qualche boccone.
Dopo aver finito, aiuto mamma a mettere a posto la robba rimasta negli ultimi scatoloni e ritorno nel mio amato letto.Il mattino seguente venni svegliata dall'odore dei cornetti preparati da mia madre così infilai le pantofole e corsi giù per le scale per assaporare qui deliziosi cornetti.
Dopo aver fatto la mia colazione 'genuina', salgo in camera a prendere il mio cellulare per controllare i messaggi.Da sconosciuto: «Ciao tesoro,sono Nayla, mi chiedevo se ti andava di venire con noi in città così magari ti facciamo fare anche un giro turistico della città. Baci.»
L'idea non era affatto male,almeno così mettevo un po' il muso fuori casa,così le risposi che per me andava benissimo.
Le diedi il mio indirizzo e le dissi che poteva passare a prendermi tra un quarto d'ora.
Aprì l'armadio,infilai i primi stracci che trovai e senza nemmeno osservarmi allo specchio corsi in bagno a truccarmi.
In effetti non sapevo molto su Nayla e le altre,così ho colto l'occasione,magari riuscirò a socializzare ancor di più.*driin, driin* ecco,il campanello. Sarà Nayla.
Preparai il mio solito zainetto col necessario e scesi giù al piano di sotto per raggiungere Nayla.
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Le cicatrici sono storie,storie scritte sulla pelle.||H.S.
Teen Fiction..Non so come sia iniziato tutto. Forse dal guardarmi allo specchio e non vedermi come loro. Cercare di cambiare, provarci davvero,ma trovare tutto inutile. Senti l'angoscia che sale, il disagio;ovunque vai ti senti la persona sbagliata nel momento...