Borsa, telefono e chiavi della macchina.
Ok c'era tutto.
Si guardò un ultima volta allo specchio, passandosi le mani sul vestito nero che le fasciava le sue curve perfette, lasciando anche un effetto vedo non vedo nelle gambe grazie allo spacco.
"Milaaa ti muovi! Non possiamo arrivare in ritardo!" urlò la polinesiana dal salotto.
"Arrivo, arrivo" rispose Camila, prendendo le cose e andando nell'altra stanza.
"Come sto?" chiese Dinah, facendo un giro su se stessa.
Sarebbero dovute andare in una di quelle cene noiose di lavoro, dove l'unico argomento sarebbe stato solo quello.
Nonostante amasse il suo lavoro, Camila odiava quelle cene.
Dove tutti si presentavano con le proprie mogli, e nonostante questo, ci provavano costantemente con lei.
Ma a Camila piacevano le ragazze e non era interessata a nessuno di quegli uomini.
Nemmeno per soldi?
No, nemmeno per soldi, perché ne aveva più di tutti quelli che si trovavano a quelle cene.
Mentre la polinesiana aveva un altro intento quella sera.
Voleva trovarsi qualche uomo bello e intelligente.
Almeno così aveva detto e quindi voleva fare una bella figura.
"Sei perfetta DJ" rispose la cubana sorridendole, per poi uscire di casa ed entrare in macchina.
Camila voleva un mondo di bene a Dinah.
Erano migliori amiche sin dal liceo anche se il loro carattere era completamente diverso.
Ma era grazie alla polinesiana che Camila aveva fatto le sue prime esperienze a quei tempi e si augurava che prima o poi avrebbe trovato un uomo degno di lei.
Se non stasera, in qualche altra occasione.
Era una ragazza fantastica e la cubana ne era convinta di questo.
Aveva sofferto tanto al liceo per un ragazzo.
Ne era follemente innamorata e lui l'aveva ringraziata con delle corna.
Bel ringraziamento penserete.
Da quel momento aveva iniziato ad affrontare il suo dolore con l'alcol e le feste, ma grazie a Camila ne era riuscita a venire fuori.
Camila si chiedeva se anche lei un giorno avrebbe trovato qualcuno.
Da quando si era trasferita a New York aveva passato solo notti con qualche ragazza ma niente di più.
Ma diciamoci la verità, nonostante la sua bellezza, la maggior parte delle ragazze la volevano solo per i suoi soldi.
Le ritornò in mente la sua cotta adolescenziale.
Camila si era follemente innamorata di una ragazza ai tempi del liceo.
E nonostante tutto ancora pensava a lei.
"Ti prego non dirmi che la stai pensando" esclamò Dinah, interrompendo i pensieri della cubana.
"Non stavo pensando a lei"
"Conosco quel sorriso Mila" continuó la polinesiana, incrociando le braccia.
"Ok ok. Ma non in quel modo" rispose Camila, continuando a guardare la strada davanti a lei.
"Basta. Domani ti porto in un locale. Devi andare avanti"
Pochi minuti dopo arrivarono al ristorante.
La scritta One Dine illuminava la notte, ed entrarono, andando nell'ascensore.
Appena arrivate un maggiordomo le fece accomodare, prendendo i loro cappotti.
Erano in un ristorante che si trovava al centunesimo piano della Freedom Tower.
C'era una vista pazzesca essendo il ristorante più alto di tutta New York.
Fecero i soliti saluti a tutti, anche se Camila non era in vena, sapeva che doveva farlo.
Erano affari.
Una volta seduti a tavola iniziarono ad arrivare i primi piatti.
C'era una vasta scelta e la cucina era sia americana che italiana.
Davanti a lei erano rimasti due posti vuoti, inizialmente non ci fece molto caso ma poco dopo una voce interruppe la cena.
"Scusate il ritardo. Sapete come sono le donne"
Brad Simpson.
Uno degli imprenditori in concorrenza con lei.
Ma non era questo a darle fastidio.
Era il carattere dell'uomo.
Un puro narcisista e maschilista.
Infatti quella battuta non l'aveva stupita.
Pensò a chi potesse essere la sua povera moglie.
Simpson portava sempre le solite ragazze 'barbie' a queste cene ma le era arrivata voce che si era sposato.
E non se lo aspettava proprio.
Insomma non era per niente un ragazzo serio e aveva solo avuto la fortuna di avere un padre che aveva costruito un impero, e lui era il semplice erede.
Quindi immaginava che un matrimonio con lui poteva essere fondato solo da corna.
Quando alzò lo sguardo si bloccò, immaginandosi tutti tranne quella persona.
Lauren Jauregui.
Il capitano di softball del suo liceo.
La sua cotta adolescenziale.
Era completamente cambiata.
Gli occhi erano rimasti gli stessi ma il suo corpo era più formoso.
Era così sexy e attraente.
Non poteva essere.
La sua grande cotta era la moglie di Brad Simpson.
"Cabello da quanto tempo!" esclamò Brad, facendole distogliere lo sguardo imbarazzata da sua moglie.
"Un po' di tempo" rispose la cubana, volendo chiudere immediatamente il discorso.
Si scambiò uno sguardo con Dinah ma le fece cenno di non dire niente.
Non era il momento.
Così ripresero la cena tranquillamente.
STAI LEGGENDO
One shot camren
FanficRaccolta di one shot camren. Verranno descritte varie situazioni dove Camila e Lauren potrebbero trovarsi. Il rating può variare di storia in storia. Alcune one shot saranno anche tradotte o riadatte.