Alla fine con il professore ci aveva parlato davvero. Il giorno dopo.
Simone aveva insistito per farlo riposare almeno un po', che ci avrebbero pensato all'indomani. Che ora era troppo tardi, per tutti.
Ma Manuel aveva continuato a insistere, preoccupato, e continuando a guardarsi intorno, come se qualcuno potesse comparire da un momento all'altro.
Dettaglio che di certo non era sfuggito a Simone, che dopo aver tentato inutilmente di fargli mangiare qualcosa, gli aveva semplicemente preparato una camomilla, aveva avvisato suo padre che dormiva a casa sua, e che il giorno seguente non sarebbero andati a scuola.
Dante aveva inteso ci fosse qualcosa che non andava, ma non si era sbilanciato troppo, poiché il figlio gli aveva assicurato che ne avrebbero parlato tutti insieme (anche con Anita e Virginia) la mattina dopo.
E così in effetti era stato fatto.
Manuel si era svegliato poco prima di Simone, e dopo essersi accorto della posizione in cui avevano dormito - con lui completamente sdraiato sull'altro ragazzo, era arrossito, e si era alzato in fretta.
"Simò la scuola!"
Ammazza che scusa.Simone aveva aperto pigramente un occhio. Sotto lo sguardo pienamente devoto di Manuel, che pensava seriamente di poter morire lí, seduta stante. "Ho già avvisato mio padre, tra un po' andiamo in villa e parliamo. Ma prima fai colazione"
E lo aveva ascoltato.
Manuel, che non aveva toccato cibo per tutto il giorno prima, improvvisamente si ritrovava a tracannare caffè e nastrine che l'altro gli aveva preparato.
Forse era proprio questo l'incitamento giusto per mangiare, Simone che lo guarda sorridente dall'altra parte del tavolo.
Ma non lo avrebbe ammesso mai, neanche per sbaglio. Ad alta voce almeno.Una volta arrivati in villa, poi, avevano trovato già i loro genitori e la nonna ad aspettarli, e Manuel, aveva spiegato loro tutta la telefonata.
Nonna Virginia si era coperta le mani con la bocca. Anita aveva iniziato a lacrimare, spaventata. Dante aveva ricontrollato che il numero di telefono fosse effettivamente proveniente dal carcere, poi dopo un paio di telefonate aveva avvertito il suo amico poliziotto, chiedendogli consiglio. E infine, si era congratulato con Manuel, che aveva deciso di parlare subito dell'accaduto.
Simone invece aveva ascoltato con attenzione, per tutto il tempo. Ma più che preoccupato per la situazione, si era premurato di osservare il volto dell'altro, e captarne qualunque piccolo segnale.
Le condizioni in cui lo aveva trovato il giorno prima, lo avevano quasi spaventato.
Quello non era Manuel. Non era il suo Manuel.
Quello dei sorrisi e delle occhiatine equivoche.
Quello che parla sempre solo per dare aria alla bocca -e che bocca-, ma che quando gli viene chiesto qualcosa di serio, fa calare il silenzio stampa.
Invece, quel ragazzo rannicchiato tra le sue braccia, non era lui.
Non era Manuel.Era un piccolo bambino indifeso, che chiede aiuto ai genitori per controllare i mostri sotto al letto.
In questo caso, i mostri sono di ben altre dimensioni. E purtroppo per tutti, sono più reali che mai.
Alla fine era stato deciso che Anita e Manuel si sarebbero trasferiti lí, almeno per il tempo di capirne qualcosa in più su questo misterioso "regalo" in arrivo.
E il che in realtà, nonostante l'alone di ansia, non era dispiaciuto proprio a nessuno.
In fondo la relazione tra i due adulti procede a gonfie vele, e Dante aveva già pensato di chiedere ad Anita di andare a vivere con loro in villa.

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Groviglio
Fanfiction"Forse... ho iniziato a vivere davvero da quando mi sono innamorato di te"