Cuore contro cuore

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tw: suicide mention
I don't want anyone to feel bad, please, if you are easily impressionable, avoid reading. A story doesn't have to be a cause for pain. Thanks.

Gli ospedali fanno schifo. Questo Manuel lo ha sempre detto.

Così rumorosi, con l'odore di candeggina a tormentare le narici, così spaventosamente bianchi o verdi pasta dentifricia.

Sì, gli ospedali fanno schifo. Schifo come quell'orribile incubo da cui si è appena svegliato tossendo.

Si alza di soprassalto, scoprendo la testa pesante e la gola a fargli male - sospira forte, per aspirare una boccata d'aria. Gli sembra quasi che qualcosa gli pizzichi l'interno della bocca.

Scuote la testa, strizzando gli occhi.

Non ricorda molto... la litigata, lo Sfascio, la moto rotta, il fuoco, Simone, "Ti amo Simone", Simone...

No. Cosa?

Simone... dove sta Simone?

Solo adesso fa caso all'ambiente attorno a lui; la stanza in cui si trova è abbastanza spaziosa, con una grande finestra luminosa sul lato.

Le pareti sono bianche, le lenzuola che lo ricoprono sono bianche, la porta bianca, il braccialetto che gli hanno messo al polso è bianco, la maglietta bianca... è tutto bianco!

Il colore della morte. Ecco cosa.

Ruota appena la testa, e finalmente vede qualcosa di più familiare, e di meno bianco.

Sua madre.

Anita è seduta su una sedia che ha tutta l'aria di essere più che scomoda, mentre tiene il capo appoggiato sul materasso, con gli occhi chiusi.

Manuel sorride, e allunga una mano, per accarezzarle i capelli lunghi e ricci, e sentire qualcosa di familiare, qualcosa di bello- dopo poco, la donna si sveglia, e scatta in piedi per abbracciarlo."Manuel!"

Gli abbracci, hanno sempre significato qualcosa di particolare per Manuel, che in generale odia il contatto fisico.

Quelli di sua madre prima di Simone, erano gli unici che accettava.

Poiché un abbraccio è qualcosa di fin troppo intimo, per poterlo condividere con chiunque.

Un abbraccio vero, s'intende.

Non le pacche sulle spalle o delle strette di mano con i compagni di classe. No, quelli sanno di frenesia, di finzione.

Niente a che vedere con un abbraccio vero, sentito dal cuore.
Sono quelli che Manuel preferisce, e che adesso, sta vivendo con sua madre. La donna lo ha attirato a se con avidità, e ora lo sta stringendo, come fosse la cosa più importante del mondo. E in effetti lo è, almeno per lei.

Nessuno dei due vuole porgli fine, ma Manuel ha l'impellente bisogno di dire qualcosa. Qualcosa che però... dalla sua bocca non riesce a uscire.

Perché non riesce a uscire? Dov'è finita la sua voce?

Spaventato, è costretto a ritirarsi - e mentre si tocca la gola con una mano, Anita prende posto sul letto, e lo guarda apprensiva.

"Hai inalato n'a cifra de fumo Manu. Mo' la voce n'te funzione per qualche giorno"

Cosa?

Ed evidentemente adesso ha messo su una faccia abbastanza spaventata, poiché Anita si avvicina di nuovo a lui, e gli lascia un bacio sulla fronte.
"Sta tranquillo" Gli dice prendendogli la mano. "Il medico ha detto che torna tutto come prima. Anzi, guarda-"

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