Capitolo 4 e Capitolo 5

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CAPITOLO 4

Le lezioni di pianoforte proseguivano, più o meno a tentoni. Le difficoltà principali erano due: la prima, Hobi era davvero negato. La seconda, era che insegnare senza parlare implicava per forza di cose difficoltà maggiori. Ma più trascorrevano tempo insieme in quella stanza, più inevitabilmente arrivarono ad essere più vicini, più complici e più consci dei limiti dell'altro. Hobi si era alzato presto perché aveva l'ennesima seduta - a sua detta inutile - con il dottor Swan, poi era andato nella sala con il pianoforte ad aspettare Yoongi. Passarono i minuti e si rese conto che il ragazzo era davvero in ritardo rispetto all'orario pattuito.

"È strano." mormorò a sé stesso, passandosi una mano tra i capelli. Aveva preso l'abitudine di farlo spesso, poi si annusava la mano sentendo quel vago odore di shampoo che a Yoongi sembrava piacere molto. Alla fine si alzò per tornarsene in stanza. Yoongi era lì, nel suo letto.

"Ti aspettavo al pianoforte. Come mai sei rimasto nel letto?" chiese. Yoongi in risposta si limitò ad indicare un foglietto sul suo comodino.

Oggi voglio essere lasciato in pace.

Poche parole, che però fecero male comunque. Hobi non si arrese. Possibile che le settimane passate prima non avessero aperto un minimo uno spiraglio per diventare amici?

"Quindi il fatto che passiamo tanto tempo assieme è solo per sentire il profumo dei miei capelli? Non ti importa di me? Della nostra... Uhm. Di noi? Cioè, non di noi inteso come noi, inteso come amici, io e te. Se hai un problema, puoi parlarmene. Possiamo risolverlo!"

Dopo tutto quel parlare del ragazzo, Yoongi reagì mettendosi seduto e guardandolo. Hobi lo guardò a propria volta. Il moro aveva gli occhi gonfi dal pianto. Hobi si avvicinò fino a sedersi di fronte a lui, sebbene mantenendo la solita distanza minima.

"Perché stai piangendo?"

Yoongi lo guardò storto, non c'era bisogno che scrivesse un bigliettino. Glielo si leggeva dalla sua espressione offesa qualcosa del tipo 'non sto piangendo'. Tanto che Hobi rispose subito.

"Sì, come no. Tu non stai piangendo e io ho lo stesso talento di Mozart al pianoforte."

Yoongi sbuffò, scuotendo la testa.

"Allora puoi dirmi perché sei triste?"

Il moro sembrava deciso a non rispondere, ma qualcosa lo portò ad avvicinarsi a Hobi riducendo quelle distanze che fino a quel momento aveva sempre rispettato. Hobi si irrigidì immediatamente, ma non si ritrasse. Da un lato aveva paura, dall'altro voleva capire dove volesse andare a parare avvicinandosi in quel modo. Alla fine, Yoongi poggiò la fronte contro la sua spalla e iniziò a tremare. Non era difficile capire che stava piangendo, ma non c'era un solo suono ad accompagnare quelle lacrime che scivolavano via sul suo viso. Hobi rimaneva immobile, non sapendo cosa fare. Sentiva sottopelle la stessa solita, spiacevole sensazione di nausea assalirlo. Ma allo stesso tempo c'era un'altra sensazione. Un qualcosa che si concentrava sullo stomaco, che però era diversa dalla nausea. Una sensazione di vuoto, di brividi, ma non del tutto spiacevole. Solo... Strana.

"Yoongi. Non posso aiutarti se non mi dici perché."

Yoongi rimase nella sua posizione, ma gli passò il telefono. Hobi, con un po' di difficoltà visto che Yoongi si era appoggiato su di lui, prese lo schermo e lo guardò. C'era una chat aperta, datata proprio in quel giorno.

Auguri di buon compleanno amore mio. La tua mamma è fiera di te e lo sarà sempre. Più tardi ti comprerò la torta al limone che non so come faccia a piacerti così tanto. Poi ci guardiamo un bel film. Ci vediamo più tardi.

Non capiva, sua mamma non era morta? Poi guardò meglio la chat. Era effettivamente lo stesso giorno, solo...Un anno prima. In quel momento tutto diventò più comprensibile. Era il suo primo compleanno senza sua madre. Sarebbe stato strano non essere triste.

Untouchable and Silent [sope]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora