Tutto Secondo i Piani.

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«Odio il mare, lo odio.»
Il traghetto è partito da appena 12 minuti, primi di 15 ore di viaggio. Simone rotea gli occhi per la seconda volta nel giro di un'ora.

Quasi gli sembra che non sia passato neanche un giorno da quando si sono visti per l'ultima volta. Quasi gli sembra di non aver mai passato i pianti disperati, la voglia di tornare da lui, la mancanza terribile dei suoi respiri contro la sua pelle nuda.

«Smettila di lamentarti.»

Lo sguardo di Manuel lo fulmina in un istante, rapido attimo in cui Simone cade nei suoi occhi scendendo in una discesa ripida, perdendosi.

«Non me sto a lamentà Simo, è che sto coso va in qua e in là e devo stacce per quindici cazzo de ore ma come se fa me sento male.»

Lamentarsi a Manuel riesce sempre bene, nonostante in passato ha additato più volte Simone come quello esageratamente drammatico nella coppia.
Ad oggi si trova a rivedere quelle affermazioni, rendendosi conto di quel che per il resto del giorno lo avrebbe aspettato.

Condividere tutto con Simone di nuovo gli sembra magico, gli sembra irreale.

Simone è davanti ai suoi occhi, a qualche centimetro dalla sua faccia. E mentre Manuel vorrebbe solo buttarglisi al collo, viene tenuto da forze superiori.

«È tanto che non ci vediamo, raccontami di te.»

È Simone a scardinare la domanda dal cuore di Manuel, domanda che anche lui tiene sulla punta della lingua, pronta a sgorgare fuori dalla bocca.
Ma è stato preceduto.

«Come se ci fosse molto da raccontare.- Si ferma, intenzionato a finire la risposta, trovando lo sguardo di fuoco di Simone che lo convince a proseguire.- Ho finito gli studi da poco, la mia vita routava intorno a quello.»

Simone annuisce, non per rendere Manuel contento, ma perché veramente capisce l'amarezza di una vita passata in funzione dello studio.

«Però Simò, ora voglio sapere di te.»

Le meningi di Simone si sforzano infinitamente per far uscire qualcosa di buono, qualcosa di importante negli avvenimenti della sua vita.

«Mi sono laureato un annetto fa.»
«Seh di questo Dante ha messo gli annunci in tutta Roma, vai avanti.»
«Ho un ragazzo.»

Il cuore di Manuel cessa di battere, sentendo quella piccola cabina restringersi fino a toccare le pareti strette addosso a lui.
Annaspa cercando di trovare le parole giuste, per trovare la forza di rispondere.

«Ah. Io sono... contento per te?»

«Che è, una domanda?»

«No. Sono contento per te.»
Davanti a questa enorme bugia Simone scoppia a ridere, tirando una piccola spallata a Manuel, che lo guarda confuso e irritato.

«Che cosa ridi.»
È un sibilo infastidito, quasi sussurrato.

«Sto ridendo della tua faccia. Ma secondo te se avessi veramente un ragazzo non lo avrei portato con me?»

Lo stomaco di Manuel si sgroviglia un pochino, torna a farlo respirare regolarmente.
Poi prende la prima cosa che gli capita sotto tiro- un libro- e lo lancia verso Simone. Un po' perchè lo ha preso in giro, un po' per nascondere il suo imbarazzo misto a felicità.

«Oh, potevi farmi male.»
«Non l'ho fatto.»

«Tu non l'hai mai fatto. Mai. Sei troppo buono non ne saresti capace.»

Il sentimento che ancora entrambi covano nel cuore si riaccende vivo come una fiamma, rendendoli desiderosi di assaggiarlo di nuovo, una volta ancora.
Di amarsi senza farsi male e di guardarsi le spalle l'un l'altro, proprio come se fossero soli contro il mondo.

3 Notti In GreciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora