Le Pareti Sono Fatte Di Carta.

1K 103 127
                                    

Ogni mossa che Simone compie nella sua stanza arriva a Manuel, che cerca in silenzio il posto dal quale riesce a sentire Simone.

Ci rinuncia dopo pochi secondi, senza spostare nessun mobile per non farsi sentire.
Decisamente Simone non lo deve sapere.

Le camere sono quasi a picco sul mare, nonostante le loro siano al primo piano. Il grande balcone sembra prendere tutto il perimetro della stanza.

Manuel ha bisogno di una sigaretta. Un bisogno urgente, che quasi gli sale dalla gola, portandolo a cercare il pacchetto in tasca e uscire con furia, sedendosi sulla sedia in plastica bianca, con lo sguardo fisso al mare.

È quasi il tramonto.

Fuma la prima sigaretta, provando nessun gusto nel finirla, così vale per la seconda e per la terza. Ne fuma una quarta, sapendo che essendo arrivato a quattro quella è l'ultima. Cerca di assaporare il sapore della nicotina, di farlo entrare nel sangue per narcotizzare il cuore impazzito.

«È la quarta. Avevamo un patto.»

A pochi passi da lui Simone lo guarda con aria saccente, la stessa che Manuel ha sempre odiato, ma che ha anche imparato ad amare.
Poi lo vede, il balcone in cui lui è seduto è lo stesso dove Simone lo sta raggiungendo.

Hanno un solo balcone. Le loro camere sono quasi una stanza unica. Le loro camere comunicano.

Loro no.

«Non sono mai andato oltre le quattro del patto. Sono uno di parola, le promesse le mantengo.»

Simone scuote la testa di fronte a quell'affermazione. Il ricordo del tempo passato insieme lo assale, coprendolo di nostalgia, una doccia fredda di ricordi che lo fa rabbrividire.

«Non dirlo. Ci eravamo fatti troppe promesse che non possiamo mantenere. Ne abbiamo infrante più di quante ne abbiamo dette.»

«Le migliori sono quelle fatte in silenzio.»
La sigaretta tra le dita di Manuel è talmente consumata che Simone pensa che sia il filtro quello che adesso sta fumando. Ma non è pronto a lasciarla andare, sapendo che non ce ne sarà un'altra dopo.

«Quelle non le posso conoscere, però.»
«Non è questo il bello? Se non fossi capace di mantenerle tu non saresti deluso.»
«Non mi deluderesti neanche se volessi.»

Il sorriso amaro nelle labbra a cuore di Manuel non gli dona per niente.
Ma non è una cosa volontaria, è solo che l'amarezza si poggia lì sopra, sperando di non essere vista, facendogli spirare un leggero soffio.

«L'unica persona che deludo da anni è me stesso.»

«A detta di mio padre in questi anni sei cresciuto tantissimo. Dice che hai anche preso casa.»
«Casa colore.»

Esce come una risata sommessa, il soprannome che Chicca le ha dato ormai è legge. Chiunque vorrà entrare in quella casa dovrà sapere prima come si chiama, per poi ammirare le opere dentro.

«Un giorno me la farai vedere questa casa colore, che dici?»
Manuel annuisce distratto dalle voci di Chicca e Matteo sotto il balcone, li guarda camminare verso l'ingresso e si ricorda di doverla far pagare all'amica.

«Stanno arrivando gli altri.»
«Lo vedo.»
«Che fai, vieni giù con me?»

Simone scuote piano la testa, indietreggiando di nuovo verso la porta della sua camera.
«Penso che mi riposerò stasera. Domani la serata sarà lunga e il giorno vorrei passarmelo in spiaggia, quindi meglio riposare adesso.»

Manuel ne conviene, girandosi finalmente a guardarlo. Aggancia gli sguardi assieme, come anelli della stessa catena.
Gli sorride, in modo lieve ma eloquente.

3 Notti In GreciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora