Epilogo

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"Tutto bene, Christian?" Chiese il padre avvicinandosi al figlio. Lo aveva visto attraverso la finestra fermò davanti alla porta per diversi minuti.
Il moro scosse la testa abbassandola per non fare vedere le lacrime che continuavano a scendere senza freni.

Dall'ultima volta che si erano visti non aveva mai pianto. Dopo la finale invece si era sentivo sopraffare da un sentimento che si era imposto di soffocare.
La lettera gli aveva dato il colpo di grazie e tutto quello che aveva solo potuto ipotizzare era diventato realtà.
E fu difficile riuscire subito a perdonarsi per il male che aveva fatto alla persona che meno se lo meritava al mondo. Mattia aveva sofferto e lui se ne era reso conto troppo tardi.
Era stato codardo e senza spina dorsale: non era fiero di se stesso e il senso di colpa lo ingoiò immediatamente.

"Ho fatto una cazzata, pa"

"Non puoi rimediare?"

"Sto andando ma non basterà una vita" rispose e mise la lettera nella tasca posteriore dei jeans.
Uscì di casa già in ritardo e corse come un forsennato in aeroporto.
Fu l'ultimo ad imbarcarsi e il primo ad uscire.

A Bari diluviava e quando arrivò davanti alla casa di Mattia era completamente fradicio.
Non si era minimamente preoccupato di coprirsi, c'era qualcosa di più importante da fare.
Chiamò Mattia la prima volta ma non rispose. Era già pronto a chiamare la madre quando il telefono prese a squillare.

"Matti" disse semplicemente e l'altro rimase in silenzio per qualche secondo.

"Chri..."

"Potresti scendere un attimo?"

"C-che cosa?" Balbettò interdetto.

"Sono fuori casa tua, ti prego scendi"

Non ricevette risposta ma dopo qualche secondo vide la porta aprirsi e uscire Mattia in tuta e senza scarpe. Non era riuscito a partorire altro pensiero che non fosse quello di precipitarsi in veranda. Le scarpe non erano una sua priorità.

"Diluvia! Sei pazzo?" Urlò a Christian per redarguirlo.

"Ti devo parlare. Ti prego." Alzò la voce per farsi sentire e non aveva finito di parlare che Mattia gli era corso incontro per aprirgli il cancello.

In un secondo si ritrovarono l'uno di fronte all'altro dopo un tempo infinito.
Christian lo guardava cercando di trovare delle differenze ma non trovò altro che il suo Mattia.  Forse era un po' più magro e i capelli più lunghi ma probabilmente era l'effetto della pioggia che gli cadeva sul viso a dirotto.

"Che ci fai qui?" Gli chiese flebile interrompendo il flusso di pensieri del moro che era rimasto imbambolato. Aveva pensato a delle parole da dire ma le aveva tutte dimenticate quando gli occhi si erano incontrati.

"Io..." Aprì bocca incerto e poi scrollò le spalle sotto lo sguardo interrogativo del biondo. "Io...la lettera"

"Non dovevi sentirti in dovere di rispondere o venire Chri...era un addio"

E a quelle parole cercò di non far cedere il cuore ma facevano troppo male.
Che fosse arrivato troppo tardi? Non se lo sarebbe mai perdonato.

"Stavo già partendo, l'ho letto poco prima di prendere il taxi per l'aeroporto."

Mattia sgranò gli occhi sorpreso e non seppe formulare molto più dell' altro.

"Perché non hai risposto al messaggio?"

"Perché sono un coglione. Lo sono sempre stato ma questa volta ho superato me stesso. Quando mi sono reso conto che per te fosse qualcosa di più sono fuggito pensando di fare la cosa giusta e invece...ho fatto solo peggio. Sapere che tu sia stato male per me è stata una coltellata. Rendermi conto di essermi fatto male da solo è stata la seconda sulla ferita aperta...ti prego perdonami per essere arrivato tardi,
Per non averti stretto abbastanza,
Per non averti baciato quella volta al mare,
Per non essere stato quello che meriti,
Per averti ferito,
Per non essere stato sincero e soprattutto per non averti detto che ti amo. Da morire Matti, tu non lo sai..." Interruppe il suo flusso di pensieri mentre guardava Mattia bianco in viso, con gli occhi sgranati e la bocca semiaperta.
Non credeva di aver sentito bene.

"Tu...tu...mi ami?" Balbettò Mattia che improvvisamente non senti più le gambe. Christian non rispose ma si avvicinò a lui e gli prese il viso tra le mani.
Lo guardò fisso da vicino giusto il tempo di potersi perdere nelle sue perle blu.
Avrebbe voluto baciarlo al mare e in fin dei conti ci si sentì perdendosi nei suoi occhi che, finalmente, riflettevano amore.

Sì baciarono completamente zuppi e dimentichi di qualsiasi cosa avessero intorno.
Finalmente Mattia conobbe il sapore di quelle labbra e quasi gli venne da piangere al pensiero del tempo che aveva passato a sperare in un qualcosa di anche lontanamente simile.
Era tra le sue braccia e non importava più nulla.

"Dimmi che non mi mollerai più in aeroporto senza dirmi che mi ami e che tornerai da me" gli disse abbracciandolo e nascondendo il viso sul suo collo.

"Mai...e tu giurami che mi guarderai sempre così"

"Come?" Sorrise Mattia sorridendogli sulle labbra.

" Come se fossi la cosa migliore del mondo perché mi ci sento solo così e non me lo merito." Singhiozzò lasciando andare le lacrime che si confusero con la pioggia.
La tenerezza di quel ragazzo era la sua debolezza più grande: nonostante tutto era pronto ad amarlo senza remore.
Aveva sempre avuto un forte istinto di protezione nei confronti del più piccolo e sapere che proprio lui era stato a ferirlo non se lo perdonava. Mattia prese a cullarlo tra le sue braccia e Christian senti il cuore riprendere a battere come doveva.
Respirò profondamente il profumo di quell'angelo biondo e riprese a baciarlo senza sosta finché gli manco l'aria.

Lo guardò tutto bagnato con i capelli zuppi e le labbra gonfie per i baci e realizzò che non aveva mai visto nulla di più bello. Mattia era perfetto benché non ne fosse convinto.
Anche ora che si copriva il viso per nascondere il rossore...perfetto e sexy da morire.

"Smettila di guardarmi così" rise imbarazzato.

"Come ti guardo?"

"Boh...come se..." Cercò di spiegare ma neanche Lui lo sapeva.

"Se ti dico cosa significa il mio sguardo mi butteresti fuori di qui"

"Dio cosa?" Rise divertito e non si aspettava veramente la risposta.

"Sto pensando che vorrei entrare in casa e chiudermi dentro la tua stanza fino a domani, anzi per tutta la settimana. Ti prego fermami perché ti ho appena detto che ti amo e non vorrei interrompere il momento romantico." Rise prima di riempirlo gli baci dalla bocca fino al collo.

Sentire il gemito strozzato di Mattia quando passò la lingua sul lembo di pelle poco sotto al suo orecchio, gli fece quasi cambiare proposito.

"Se ti dicessi che voglio la stessa cosa?" Sussurrò piano il biondo che nel mentre aveva chiuso gli occhi e aveva reclinato la testa per lasciargli più agio.

La pioggia era cessata da minuti ma nessuno dei due di era reso conto. Entrarono in casa e si spogliarono all'ingresso e non fu tanto la scusa di non bagnare a terra, ma la volontà di toccarsi la pelle e sentirsi veramente vicini.
Christian guardò Mattia togliersi l'ultimo indumento e lasciarlo a terra senza troppe cerimonie.

Rimase in boxer e .... Dio se era bello. Si avventò sulle sue labbra e si rese conto che il biondo stava tremando.

"Hai freddo?"

"Un po', anche se..."

"Se?"

"Sono un po'... Dio sono agitato" confessò nascondendo il viso abbassandolo sulla spalla del più grande.

"Di cosa? Sono io..."

"E se non ti piace poi?" Lo guardò con occhi preoccupati e Christian sul serio ci provò a non sciogliersi ma come si faceva?
Decise che le parole sarebbero state solo un ulteriore impedimento.

Si amarono per minuti e ore, recuperando tutto il tempo perduto.  Fu maledettamente bello lasciarsi andare a sensazioni totalmente  nuove per Christian che si rese conto di aver fatto l'amore per la prima volta solo quel giorno.

Fine.

Spero che vi sia piaciuta ❤️ se vi va fatemi sapere, mi fareste felice. Baci

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