Colori

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Eccomi a casa, la versione come al solito non è andata benissimo. Da quella parte di centro sono tornato nella mia casa in piena periferia.
Il contrasto che ogni giorno mi si palesa davanti è simile ad un abisso.
Il malcontento sociale è nascosto dietro ai palazzoni prefabbricati che ti osservano, ti giudicano dall'alto, come uno sguardo divino che impari a conoscere sin da bambino.
La tua vita sa perfettamente che strada dover prendere quando ti trovi in questo contesto, puoi sfuggirci, ma alla fine siamo tutti umani deboli e senza volontà.
Oramai ho imparato ad accettare questo scorrere della vita in maniera monotona.
Il vicino del piano di sotto ogni giorno alle 19 in punto si accende un nostro caro e vecchio amico che abbiamo imparato a conoscere, mr. J, l'odore è quello, è buona.
Mi butto sulla sedia che ha lo schienale inclinabile, per poco non casco sbattendo la testa, vedo i compiti, prendo i libri, metto su un po' di musica, il sound di Muddy Waters invade la mia camera, blues minore in shuffle 12/8, classico ritmo blues, i miei strumenti sono li, potrei suonare, evito, prima i compiti.
Dicevo, prendo i libri, mi guardo intorno, guardo la mia scrivania, la musica è bassa, a malapena udibile.
Etta james, è lei, la voce inconfondibile.
La plastica che ho sciolto per riempire il buco sulla scrivania funziona a meraviglia.
Il libro è li, che mi guarda, mi giudica come i palazzoni ed il mondo intero, anche lui mi giudica.
Prendo la matita, arrivo a metà compito, poso la matita, chiudo il libro e mi metto a fissare il vuoto. Ecco il tramonto, alzo la musica, "born under a bad sign", mi stendo sullo schienale della sedia, giro un j... uuh, bella, "Boom Boom", John Lee Hooker, nome buffo.
Incredibilmente il j non viene un bustone ma una bella cannetta stretta e ben girata.
Prendo l'accendino.
Mi stendo a terra.
Eccolo, il calore.
La luce del tramonto pervade la stanza, le sfumature arancioni, marroncine e violette illuminano tutti suppellettili.
Sono steso a terra quando, ironia della sorte, parte "I ain't drunk" di Albert Collins, ma guarda te il caso, mi è appena calata la cannetta, non reggo tanto.
Mi gira la testa, lo scuro che fino ad allora era la luce crepuscolare si accende di altri mille colori. Ci sono fitte nuvole grigie in cielo, ha diluviato gli ultimi cinque giorni, non accenna a smettere ma si muore di caldo durante il pomeriggio.
Karasho, mi dico.
Il thc è arrivato ovunque nel mio corpo.
Bella questa, classico, "I'm a Man" di Bo Diddley si succede a Collins.
Ho scelto una bella colonna sonora per questo trip, blues, non proprio la più felice delle musiche ma di sicuro la migliore per un viaggio in piena tranquillità.
L'effetto è forte, non mi ha mai preso così bene.
Prendo "I fiori del male" e comincio a leggere in francese le poesie di Baudelaire, molto musicale come lingua, mi suonano bene quelle frasi strascicate.
Ho la bocca molto secca, vado in cucina, apro il frigo, cazzo, c'è solo una moretti, va bene così, mi accontento, non ho fame, solo sete, la birra non è la cosa migliore in questi casi ma mi serve per prolungare l'effetto.
Me la scolo in poco tempo, sono a stomaco vuoto, ma comunque non arriva l'effetto.
Continuo a leggere Baudelaire in francese anche se non sto capendo molto.
La musica continua, melanconica, veloce, sempre in shuffle 12/8 mi canticchio in testa:" tattata tata tatatta ta..." la batteria è sempre sullo stesso pattern.
L'effetto finisce.
Luci spente.
Sipario.

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