Passai il viaggio di ritorno ascoltando di nuovo gli Imagine Dragons e cercando di trovare una soluzione alla convocazione che la professoressa di lettere aveva fatto ai miei genitori.
Sospirai sconsolata consapevole del fatto che non ci fosse una soluzione.
Scesi dal mezzo e andai al piccolo supermercato di quartiere. Arraffai due pacchetti di patatine, una coca-cola e due confezioni di orsetti gommosi. Pagai e infilai tutto nello zaino.Non volevo che i miei vedessero cosa avevo comprato, sarebbero arrivate paternali da ogni lato e per almeno una settimana. Era il mio compleanno, non avevo intenzione di farmelo rovinare da prediche sul mio peso.
Percorsi la poca strada che mi separava dalla porta di casa pregustando il mio pasto di schifezze consolatorie iper caloriche.
Quando arrivai davanti al cancello notai che non c'erano le auto dei miei genitori. Sorrisi sollevata ed entrai in casa.Andai a rifugiarmi in camera mia con lo zaino in spalla e lo nascosi nell'armadio. Avrei mangiato le patatine e gli orsetti gommosi quella sera dopo cena. Era il mio regalo a me per il mio compleanno. Ma in quell'istante volevo assolutamente fare un giro nel mio bel mondo, e scoprire di più su quella casa nel fitto del bosco che avevo visto quella mattina.
Mi tolsi gli scomodi vestiti che avevo indossato quel giorno a scuola per indossare una più confortevole tuta. Mi sdraiai sul letto, trassi qualche respiro profondo e in pochi secondi mi ritrovai a piedi nudi nella radura verdeggiante che di solito mi accoglieva tutte le volte che decidevo di visitare il mio mondo dei sogni ad occhi aperti.
Ero scalza e avvertivo i morbidi fili d'erba che si infilavano tra le dita dei miei piedi nudi. Il cinguettio degli uccelli mi accolse festoso e il profumo degli alberi accanto a me era inebriante. E ad un tratto, eccola. La casetta di legno, quella stessa abitazione fatiscente che avevo visto quella mattina.
Mi incamminai per scoprire qualcosa di più su quell'edificio comparso dal nulla. A grandi passi attraversai il bosco finché non raggiunsi la porta d'ingresso. Era una porticina non particolarmente alta, sembrava sottile e ricavata con assi di legno tagliate malamente e con spessori diversi. Mi chinai e cercai di sbirciare all'interno, ma non vidi nulla. Sembrava tutto buio. Presi coraggio e aprii la porta. Mi trovai davanti ad una casa piuttosto strana - Permesso - dissi a voce alta senza ricevere risposta. Entrai in punta di piedi, volevo conoscere a tutti i costi i segreti di quella casetta.
Com'era possibile? Dall'esterno sembrava una casa diroccata e abbandonata. E invece, vista da dentro, era una casa accogliente e ben tenuta. La stanza era illuminata con decine di candele e un falò vivace scaldava l'ambiente. Appeso sopra di esso c'era un pentolone nel quale ribolliva qualcosa dal profumo invitante. Al centro della stanza c'era un tavolo, o meglio, era un tronco d'albergo tagliato che fungeva da tavolo sul quale erano appoggiati dei libri, tazze, bicchieri, bottiglie, cucchiai, pinze, forbici e penne d'oca.
Alle pareti c'erano tre scaffali: uno era ricolmo di libri alcuni molto impolverati altri meno, un altro era pieno di alambicchi, provette e contenitori, l'ultimo accoglieva ogni sorta di pianta o fiore che potessi mai immaginare e in effetti sembrava essere un giardino posizionato in verticale. Mi avvicinai al tavolo e diedi un'occhiata al libro aperto. La pagina recitava:
Impasto Ricostituente
- Quattro rami di rosmarino
- Un cucchiaio di pappa reale
- Un cucchiaio di acqua di sorgente
- Due noci
- Due fragole matureSchiacciare in un mortaio il rosmarino con il cucchiaio di acqua di sorgente. Una volta che il rosmarino sarà disciolto nell'acqua aggiungere le fragole e le noci. Quando il tutto sarà diventato una crema, aggiungere la pappa reale. Mescolare per bene e mangiare.
Rimasi un po' delusa: guardando l'ambiente mi aspettavo ricette più articolate e sicuramente più interessanti di un impasto ricostituente. Attraversai la stanza, mi diressi al pentolone e mi chinai sul composto borbottante. Avvertivo il profumo di fagioli, funghi e qualche spezia che non sapevo distinguere. Afferrai il mestolo ma una voce anziana mi fermò - Finalmente sei arrivata, bambina -. Per lo spavento lasciai cadere il mestolo, che raccolsi subito dopo dispuaciuta.
Guardai la donna: aveva capelli grigi, il viso segnato dalle rughe e portava un abito macchiato e sgualcito.
- Berenice la strega - si presenta con un sorriso. Una strega? Dov'ero finita? Volevo porle delle domande ma avevo la mascella immobilizzata per lo stupore.
- Non hai freddo? - mi chiese.
Dovevo avere un aspetto spaesato perché la donna continuó ridendo
- Agli abiti non si pensa mai, vero? - guardai in basso. Non mi ero accorta di essere nuda come un verme. Notai un'altra cosa: mi sembrava di essere una gnocca da paura.Mi guardai intorno cercando uno specchio che non trovai, volevo specchiarmi e vedere chi ero in quel mondo. La donna si avvicinò e mi sorrise - Vieni con me, vedo se ho degli abiti che possono andarti bene -. Annuii sconcertata, non avevo ancora spiccicato parola.
Seguii la donna che mi portò in quella che sembrava essere la camera da letto. C'era un giaciglio di penne, paglia e foglie secche che rassomigliava ad un letto e di fianco ad esso c'era un grosso baule scuro. Nell'angolo a destra c'erano una tinozza e un vaso. Supposi che la tinozza le servisse per lavarsi e il vaso le servisse per i suoi bisogni. Rabbrividii.
L'anziana aprì il baule e ne estrasse un abito. Me lo allungò - Provalo -. Sempre restando muta lo indossai e per la prima volta nella mia vita scoprii com'era indossare qualcosa che mi stava decisamente largo.
- Non mi stupisce, sei pelle e ossa! -. Ora avrei davvero voluto avere uno specchio per capire com'ero fatta.
- Grazie - bisbigliai sconcertata e impaurita riferendomi al vestito.
- Non potevo di certo lasciarti nuda - commentò la donna.- Lei, prima, ha detto che mi stava aspettando. Cosa intendeva? - le chiesi sempre con un filo di voce.
- Sono 16 anni che ti aspetto e finalmente ora che sei matura possiamo conoscerci! -.
La guardai sempre più incredula
- Vieni, mangiamo insieme. Ti racconterò tutto -.La seguii sempre più attonita. Berenice prese due ciotole e ci versò dentro quello che sembrava essere a tutti gli effetti una zuppa di fagioli e funghi. Non mi diede alcuna posata, così immaginai di doverla bere direttamente dal piatto. Appena avvicinai le labbra alla ciotola me le bruciai. La donna ridacchiò poi trasse un respiro profondo - Ti conosco da quando sei nata, considerami un po' come una madrina-. Fece una pausa nella quale ridacchiò - La tua strega madrina -.
Sorbì rumorosamente la zuppa. - Sai, compiere sedici anni non è una cosa che capita tutti i giorni. Succede qualcosa nella vita delle persone: si sbloccano i talenti oppure i poteri. Per noi donne, poi, è ancora più forte questa transizione. Quanti anni fa ti è comparso il sangue? -.
Non mi aspettavo una domanda simile così balbettai - Cinque anni fa -.
- Bene, bene. Combacia tutto - borbottò entusiasta.Cominciai a mangiare, la zuppa era davvero ottima. - Sai Alice, bambina mia, tu non sei come tutte le altre persone. Hai qualcosa di speciale -.
A quelle parole mi si formò un nodo in gola. Era quello che avrei voluto sentirmi dire da anni, invece di sentirmi dare della stupida da ogni persona che gravitava nella mia vita. Cercai di trattenere le lacrime, ma non ci riuscii. La donna allungò un braccio e mi accarezzò una mano
- Bambina, cosa succede? -. Tirai su con il naso - Lei è così buona con me... non ci sono abituata -.La donna si alzò, mi venne vicino e mi accarezzò i capelli - So benissimo cosa hai passato, so bene qual'è stata la tua vita finora. È per questo che sono qui. Devo insegnarti tante cose -.
Mi asciugai le lacrime, poi incespicai - Perché ha detto che sono speciale? -
- Perché lo sei -. La guardai con un'espressione confusa - Non dirmi che credi che tutti riescano a fare viaggi tra i mondi come fai tu! -.La guardai ancora più confusa - Alice, sei una strega dei sogni. Puoi viaggiare tra il mondo materiale e il mondo del sogno con la tua anima quando più lo desideri, non è una cosa che fanno tutti! -.
- Il mondo dei sogni esiste? -
- Certo! Ed è popolato da tante persone come te. Come me ad esempio, io sono una strega sapiente. Ho ricevuto in dono la capacità di poter guidare le persone come te -.
C'erano altre persone come me e Berenice? C'erano altre streghe e maghi dei sogni? Sentivo il cervello andare a mille.
- Com'è possibile che io sia una strega? -.Berenice mi sorrise dolcemente - Ci sono molti tipi di magia e molti più poteri di quelli che credi e il tuo è uno dei più potenti -. Per un momento mi crogiolai nella sensazione di potere che mi avevano dato quelle parole.
- Cosa fa una strega dei sogni? E cosa la rende potente? -. Ero diventata avida di conoscenza, volevo sapere ogni cosa. Per la prima volta in vita mia non ero una nullità.
- Una cosa alla volta! - rise la donna.
- Sono qui proprio per insegnarti tutti i segreti della magia -.
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La Realtà dei Sogni (in corso)
Fantasy- Il Mondo dei Sogni esiste! - Esordisce così Alice, una ragazza di sedici anni, che è nata sfortunata: è una bambina, e poi ragazza, ipersensibile e solitaria in un mondo popolato di squali. È nata da una famiglia dalla mentalità ristretta e dai...