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Guardai la strega negli occhi sorridendole speranzosa. 

Sentii in lontananza dei passi che sapevo non appartenere al Mondo Dei Sogni. - Come faccio a tornare indietro? - guardai impaurita la donna, che sorrise comprensiva
- Bambina, lo fai tutti i giorni -. 
Sapevo che era vero, ma era altrettanto vero che non mi era mai capitato di intrattenere una conversazione di quel genere con un altro essere umano nel mio mondo. Guardai la strega la ringraziai e uscii dalla sua casa. Trassi un profondo respiro e in un battibaleno mi ritrovai stesa sul mio letto. Mi misi a sedere in fretta, sentii i passi avvicinarsi. Dopo qualche secondo mia madre entrò nella mia stanza.

- Ah, sei a casa! - esclamò - non ti ho sentita -. Le sorrisi incerta: le volevo dire che cosa avevo fatto fino ad un secondo prima. Volevo raccontarle che ero speciale perché ero la strega dei sogni e volevo vedere l'orgoglio dipingersi sul suo volto. Ma non dissi nulla. - Tra due ore arrivano i nonni, dammi una mano in cucina e poi vai a prepararti -.
- Va bene - risposi in un sussurro. I nonni sarebbero arrivati per festeggiare il mio compleanno. Non ne avevo voglia. Ogni volta che li vedevo non facevano altro che ricordarmi quanto fossi una nullità. Ma sapevo già che non avrei detto nulla. Ero una codarda senza spina dorsale. Ma forse, nel mio mondo, aveva ragione Berenice ed ero davvero una strega dei sogni.

Aiutai mia madre a sistemare casa. Mi isolai come al mio solito ascoltando della musica e cercai di non pensare troppo. Ma inevitabilmente ripensai al viaggio che avevo fatto poco prima e desiderai tornare là. Ma non potevo dovevo festeggiare il mio compleanno. Una morsa mi prese allo stomaco: l'ipocrisia che sarebbe aleggiata tutta la sera mi avrebbe messo estremamente a disagio. Sapevo già che da lì a poco avrei voluto scappare in camera mia e rintanarmi nel Mondo dei Sogni. La costante sensazione che in realtà nessuno mi amasse davvero: che dovessero fingere di volermi bene solo perché ero una loro consanguinea.
Feci un'incursione in cucina per vedere come era messa mia madre e notai solo tante verdure. Sentii un profumo di pesce al forno invadere l'aria. Pesce e verdure: voleva tenermi a stecchetto. Avevo fatto bene a prendermi le schifezze da mangiare dopo cena. Stavo sperando che la torta riscattasse il menù dietetico. Mescolai e assaggiai ogni pietanza sita sui fornelli; mangiando avrei avuto la possibilità di nascondere la faccia nel piatto durante la cena. Ripetei mentalmente quello che avevo appena pensato e mi rimproverai. Se volevo dimagrire dovevo smettere di vedere il cibo come mio unico amico e consolatore. Ma mi resi conto che effettivamente era il mio unico amico. Mi salirono le lacrime agli occhi e mi si formò un nodo alla gola. Quanto ero stupida! Forse avevano ragione i miei genitori.
Salii in camera mia con il cuore pesante, preparai i vestiti che avrei indossato più tardi quella sera e andai a farmi la doccia. Mi guardai nuda allo specchio e mi resi conto di quanto mi facessi schifo. Entrai nel box doccia. Ripensai a cosa aveva detto Berenice - Sei pelle e ossa - e improvvisamente avrei voluto conoscere il mio aspetto da strega dei sogni. Essendo pelle e ossa dovevo essere per forza una figa spaziale, no? Comunque sempre meglio del mio aspetto nella vita reale. Mi chiesi se avessi ancora il mio viso e il corpo lentigginoso? I capelli erano ancora rossi? Ero più alta o più bassa? Ricordai che non mi sentivo affatto diversa. Chissà se avrei potuto creare uno specchio o portarlo con me. Non vedevo l'ora di imparare il più possibile da Berenice, doveva sapere tutto di quel mondo.
Uscii pulita e profumata, mi asciugai i capelli e tornai nella mia stanza per vestirmi. Dopo poco il campanello trillò e nonostante sapessi già quello che mi sarebbe aspettato, volai giù per le scale e andai ad abbracciare i miei nonni. Mi detestavo: i miei parenti mi facevano costantemente del male, ma volevo loro molto bene.
Non si risparmiavano mai commenti pungenti o consigli non richiesti, ma per un qualche motivo li amavo molto. Abbracciai mia nonna che dapprima mi baciò le guance dicendomi quanto le ero mancata per poi squadrarmi dall'alto al basso con fare inquisitorio. Abbracciai mio nonno. Ci spostammo in sala da pranzo e ci sedemmo intorno al tavolo. Mia madre servì gli antipasti: zucchine crude con un filo d'olio, un po' di sale e pepe. - Mamma - disse mia madre rivolgendosi a mia nonna - ho pensato di fare una cena leggera così da non appesantirci troppo -. Mia nonna annuì, e mi chiesi perché mia madre avesse avuto la necessità di comunicarle quanto la cena fosse dietetica. Percepivo quelle parole come una frecciatina nei miei confronti. In fin dei conti ero l'unica a tavola a dover dimagrire. Mia nonna, seduta accanto a me, mi posò una mano sulla spalla - Allora, come va la scuola? -, aprii la bocca per rispondere e mia madre emise un suono strano. A metà tra uno sbuffo e una risata, mi guardò fisso negli occhi sfidandomi a mentire. Colsi la sfida - Bene - risposi. E mia nonna rincarò la dose - E il fidanzatino? -. Sprofondai in una voragine nera di pensieri malevoli. Ovvio che non avevo un fidanzato! Chi avrebbe voluto una come me? Chi se la sarebbe filata? Chi si sarebbe preso lo stigma dello sfigato per me? Ma risposi semplicemente
- Nessun fidanzato, nonna -. Lei annuì per poi continuare - Sai, fai bene a voler dimagrire. Gli uomini sono esseri semplici e vogliono donne belle. Non guardano molto oltre ad un bel sedere. Vedrai che quando sarai dimagrita diventerai bellissima e troverai subito il fidanzato! -. Io deglutii, respirai a fondo e dissi timidamente - Io vorrei che qualcuno si innamorasse di me per come sono dentro, non per il mio aspetto -. Mia nonna e mia madre risero. Mio nonno e mio padre, che stavano parlando di auto, alzarono lo sguardo per un istante prima di ricominciare a parlottare tra loro. - Anche l'occhio vuole la sua parte. L'aspetto è la prima cosa che si nota in una persona quando la incontri. Se una persona è brutta o per un qualche motivo non attraente non invoglierà nessuno a volerla scegliere - disse mia madre. Abbassai la testa. Forse avevano ragione, solo se fossi stata bella, e cioè magra, avrei potuto trovare qualcuno che mi amasse.
- Non disperare, Alice, hai un bellissimo viso. Dimagrendo diventerà ancora più bello e allora avrai molti uomini ai tuoi piedi -. Nel mondo dei sogni ero già magra, forse avrei potuto trovare qualcuno per me, lì. Poi mia nonna aggiunse - Quando una è bella non deve preoccuparsi delle proprie capacità mentali. Quando una donna è bella può anche essere stupida, un uomo che la mantenga lo trova sicuramente -. Abbassai la testa. Perché dovevano tutti credere che io fossi stupida? Me lo dicevano tutti, allora forse era vero. Forse era per la dislessia o perché non andavo bene a scuola. Forse per entrambe le cose. Comunque avvertivo che non fosse corretto che la mia stessa famiglia mi denigrasse. Potevo accettarlo dagli estranei, potevo accettare il "balena" di Micol e il bullismo dei miei compagni di classe, ma era 100 volte più doloroso sapere che nemmeno i miei familiari mi amavano. Forse per essere amata da loro sarei dovuta essere come dicevano loro, come avrebbero preferito io fossi. Quindi era questo l'amore? Un compromesso tra le parti? Io ti amo se fai così o sei in questo modo, altrimenti non posso amarti. Ero davvero una persona orribile, quindi, indegna dell'amore di chiunque. E allora cosa ci facevo sulla faccia della terra? Perché ero nata per soffrire? Se fossi morta a qualcuno sarebbe importato? Forse avrei risollevato i miei genitori dalla vergogna di avere una figlia come me, forse me ne sarebbero stati addirittura grati.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 15, 2022 ⏰

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