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Le nuvole oscuravano il sole, era una pessima giornata" Il buongiorno si vede dal mattino!" Aveva bofonchiato Lena. Si era svegliata i capelli biondi- castani erano scarmigliati. Gli occhi azzurri- grigi avevano l'ombra di quella giornata.

Mimosa era entrata e aveva illuminato la stanza con i suoi capelli rossi radiosi e gli occhi smeraldo, un sorriso dolcissimo comparve sulla sua pelle pallidissima "Buongiorno, signorina Lena. Ha dormito bene? ""Uff... sì abbastanza. Tu? Che occhiaie che hai. Papà? Ha passato una buona notte? ""Signorina... come dire, suo padre... vede..." "Mimosa, Dimmi chiaramente cosa è successo, lo sai che odio questo genere di cose."

La voce di Lena era fredda e tagliente, odiava tutti i preamboli che la gente faceva prima di dare una cattiva notizia. Lei non era quel tipo di ragazza che aveva bisogno di essere preparata per certe notizie, voleva la verità in poco tempo, sapeva che la sofferenza sarebbe durata di meno, per questo era sempre secca e tagliente nelle sue risposte cosa che non la facilitava ha trovare marito. "È una vera disgrazia che una ragazza carina come Lena non sia ancora riuscita a trovare un marito. Non trovi caro?" Era questo quello che le diceva la matrigna, ogni volta che aveva la possibilità di rinfacciarle il suo carattere "Così indisponente per una signorina dell'alta società come lei".

Mimosa aveva fatto una grande respiro prima di rispondere. Si era avvicinata alla grande finestra che dominava la stanza e aveva detto: "Suo padre è morto questa notte." Dopo aver detto queste parole aveva tirato le tende in modo deciso aspettando preoccupata la reazione della sua padroncina.

Lena era scioccata, non aveva parole, piangeva in silenzio; Si era alzata lentamente dal letto avvicinandosi all'armadio prendendo un ambito nero, da lutto e lo porse a Mimosa. Mimosa comprendendo la delicatezza del momento preparava Lena con cura, in silenzio.
Era morto, dopo anni di malattia era morto. Il mondo le era crollato addosso in un secondo, con due misere ed insulse parole, che da solo non avevano significato. L'aveva cresciuta con un amore inimmaginabilmente grande, ripotendole incessabilmente che nessuno poteva ferirla e solo lei aveva in mano la sua vita:" Un giorno capirai che devi scegliere tu per la tua vita, che dovrai prenderti le tue responsabilità. Ricorda ci sarà sempre una grande luce dopo un grande buio, quando la vedrai la riconoscerai".

La sua vita era un grande buio da quando il padre era malato, la matrigna, Chiara, deteneva il potere assoluto nella casa. Comandava sulle vite di tutte, persino su quella di Lena. Lei ogni giorno cercava di contrastare la sua autorità, ma non ci riusciva, mai. Alla sera si buttava a letto triste, vuota, guardava la sua insulsa giornata grigia cercando di scorgere un barlume di colore, ma non c'era. C'erano giorni che voleva piangere ma non ci riusciva, aveva gli occhi lucidi ma le lacrime non scendevano. Doveva andare avanti, doveva trovare la luce, doveva cercarla, crearla. Ogni giorno andava avanti incolore, questa era l'ennesima prova che niente sarebbe cambiato.

Scese le scale con gli occhi asciutti e vuoti, non aveva la forza di reagire, aspettando il permesso prima di varcare la soglia della piccola sala da pranzo che dava sul parco della casa. "Entra Lena. Oddio... ma che obbrobrio hai addosso! Non abbiamo tempo per il lutto, ho già pianificato il tuo matrimonio, bambina, domani partiamo per Stresa. Il giovane principe vuole essere tuo marito. Francamente non capisco come un principe possa volere una come te ma ha detto che preferisce aver una moglie intelligente che gli darà filo da torcere per tutta la vita che con una gallina senza cervello. Bah strana la vita!" la voce acuta di Chiara risonava per la stanza.

Lena era disgustata a vedere la matrigna in un abito da pomeriggio rosa chiaro e a comportarsi come se niente fosse successo, lei non aveva tempo per il lutto perché aveva già pianificato il suo matrimonio. Solo in quel momento realizzo il significato della frase. Si stava per sposare e l'aveva scoperto così da un momento all'altro; Lo aveva capito non poteva sottrarsi dall'ordine della sua matrigna ma d'altro canto poteva andarsene via da quella incolore esistenza che compiva ogni giorno, che pian piano la faceva sprofondare. L'emozioni le turbinavano dentro ma rispose fredda, come al solito: "Certamente. Dopo andremo a fare le valigie." Aveva mangiato in silenzio, la voce di Chiara incostantemente nelle orecchie, si stava per sposare, nel giro di pochi giorni avverrebbe incontrato suo marito e lì avrebbe vissuto tutta la sua vita.

Si era alzata da tavola, le valigie erano già fatte, un vestito rosa scuro a quadri bianchi la stava aspettando sopra il letto, era sprofondata in un dolore incomprensibile. Si era massa il vestito e subito dopo Mimosa l'aveva lasciata da sola, erano successe tante cose nel giro di poco tempo. Lena era distrutta, si era buttata sul letto ed aveva iniziato a singhiozzare, finalmente era riuscita a piangere, non riusciva a capire se era più triste era la morte del padre o per la notizia del matrimonio. Nessuno poteva decidere sulla sua vita, ma da quando? Non aveva scelta lo sapeva, per questo decise che avrebbe sempre tenuto testa al principino di Stresa, avrebbe rimpianto di averla scelta come moglie. Aveva alzato la testa risoluta, non avrebbe dato nessuna possibilità al principe, scese le scale e si preparò per i due giorni in carrozza.

Il grigio contro il verdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora