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Dopo una solitaria colazione era andata ad esplorare il giardino. Erano passate pochi minuti quando Erich le si era parto davanti, Lena non se l’aspettava, aveva fatto un salto indietro inciampando nel vestito cadendo a terra. La risata cristallina di Erich era riusata nell’aria, Lena era interdetta, insomma era appena caduta davanti a quello che sarebbe stato il suo futuro marito e lui, invece di aiutarla, era scoppiato a ridire. Irritata si era rialzata, Erich continuava a ridere ma vedendo lo sguardo di lei aveva smesso e le aveva detto: “Scusa, perché non andiamo a vedere la città insieme? Al popolo piacerebbe vedere la sua futura regina.” “Non sarò tua moglie” “Ancora convinta di ciò? E come pensi di fare? Venire all’altare e dirmi di no o non presentarti proprio?"  Lena non rispose, non ci aveva pensato ma aveva accettato di vedere la cittadina insieme a lui. 

Stavano camminando da qualche minuto in silenzio, quando una domanda spuntò meccanicamente delle labbra di Lena: “Perché ti sei scontrato con me l’altro giorno?” si era subito pentita della domanda ma Erich non fece una piega e le rispose: “Volevo vederti, volevo vedere la tua reazione, non me l’aspettavo. Ti sei fatta valere, non è cosa da tutti i giorni!” “Se preferivi la solita ragazza che se ne sta buona e zitta hai sbagliato! Sono stanca di starmene buona e zitta!” “Dubito che tu lo sia mai stata.”
Le sue parole offesero Lena “D’altro canto - riprese Erich-  fai bene” “È quello che mi diceva sempre mio padre, da quando si è ammalato mi sembra di non vivere più. La mia vita è grigia!” Non sapeva che cosa l’era venuto in mente, aveva rivelato a Erich, che odiava, ciò che non aveva mai avuto il coraggio di dire a sé stessa. Erich sorrise i suoi occhi scrutarono Lena e lei si perse dentro il suo sguardo, la sua voce era carica di comprensione:” Mi dispiace, so cosa vuol dire non sentirsi sé stessi. Non ho possibilità di esprimermi, devo fare ciò che la gente si aspetta che faccia. Mi sento un automa!” Non era certo la risposta che Lena si aspettava, pensava che la vita di Erich fosse migliore della sua, era un regnante poteva fare quello che voleva e invece no, era costretto ad essere ciò che gli altri volevano che fosse.

Lena era stordita, iniziava a vedere Erich sotto una nuova luce. La giornata passata insieme era stata bellissima, tutti erano gentile con lei e la riempivano di complimenti.

La sera Erich l’aveva riaccompagnata in camera e le aveva chiesto di fare un'altra passeggiata il giorno dopo, il giorno dopo ancora ed ancora quello dopo.

Lena era felice di passare il suo tempo con Erich, aveva cominciato a piacerle il suo modo ironico ed un po’ distaccato che lo caratterizzava e lo rendeva unico e, piano piano, se ne innamorò. Non riusciva ad immaginare come qualche mese prima lo odiasse; Non l’aveva mia visto e lo aveva subito odiato senza comprendere che era sempre schiacciato da una vita già preimpostata, era diventato il colore della sua esistenza.

Era una giornata bellissima, il sole splendeva, i colori non erano mai stati così vividi. Erich e Lena erano di ritorno dalla loro solita uscita quotidiana, quando Erich la portò in un antro nascosto del giardino. Lena era scioccata ma non aveva avuto il tempo di formulare nessun pensiero che Erich le aveva detto “Lena, è da giorni che voglio dirtelo ma non ho il coraggio, non so come reagirai, ma devo dirtelo” la sua voce era grave e ferma, ma dentro, non si poteva fare almeno di distinguere una nota d’insicurezza confermata dall’ombra che aleggiava nei suoi occhi verdi in cui Lena si era persa finché la voce di Erich la riporto a quel momento “Ti amo Lena e nonostante abbia cercato di reprimere questo sentimento non posso fare a meno di amarti. Sei tutto per me, sei la mia luce ed io posso solo amarti.”

Lena era paralizzata, voleva saltargli addosso, baciarlo, dirgli che lo amava anche lei, ma non lo fece era terrorizzata, non aveva mai sospettato che lui poteva anche lontanamente amare lei, così impulsiva. Era scappata in preda al panico alla terrazza del loro primo incontro rendendosi conto di aver fatto una sciocchezza, sprecando l’occasione della sua vita.

Faticava a respirare, doveva tornare indietro dirgli quanto lo amava ma non poteva aveva paura della sua reazione, si vergognava al solo pensiero di ciò che aveva fatto, era imbarazzata al pensiero di rincontrare il suo sguardo.  Era ora di cena, decise che gli avrebbe parlato il giorno dopo ma non fu così, passo una settimana prima che lei potesse parlargli.

Il grigio contro il verdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora