01

167 9 2
                                    

-Sento come se la fiamma si fosse spenta

-Da parte tua o da parte sua?

-Da parte sua. Per lei, la mia fiamma rimarrà accesa per sempre

Chaeyoung guardò sorpresa la sua amica. Nayeon sembrava essere così innamorata, eppure Jeongyeon le stava dicendo il contrario.

-Non saltare a conclusioni affrettate. Magari è solo impegnata con il lavoro

-Questo è vero ma... Ogni volta che torna a casa cucina un pasto veloce e poi andiamo a dormire. Sai... Non abbiamo una vita molto attiva da quel punto di vista

-Parlare di questo era l'ultima cosa che volessi fare ma... Quanto spesso lo fate?

-Negli ultimi tre mesi solo una volta. Quella volta non lo stava facendo più con passione come all'inizio. Io credevo nella nostra relazione ma per lei è stata solo l'emozione del momento. Chae, io penso che a momenti mi lascerà

Mina entrò con tre tazze di tè e le posò sul tavolino in vetro del salone. Guardò Jeongyeon e vide il dolore nei suoi occhi. Aveva sentito tutto, perché Jeongyeon non aveva segreti con le due ragazze.

-Jeong, hai provato a parlarne con lei?- le domandò la giapponese.

-Siete fidanzate da tre anni. Non puoi arrenderti al primo segnale d'allarme- le disse Chaeyoung.

-Sapete... Io volevo chiederle di sposarmi- Gli occhi di Jeongyeon si riempirono di lacrime- Ma ormai... È tutto inutile

-Non fare così! Devi lottare per il tuo amore. Parlale. Chiedile cosa stia succedendo. Chiedile se è colpa tua, se c'è qualcosa che puoi fare, devi lottare. Caz*o! Devi lottare!- le ultime due esclamazioni Chaeyoung le aveva dette urlando.

Mina non aveva fatto nulla per fermarla perché sapeva che la sua fidanzata aveva perfettamente ragione.

-Jeong, se ci tieni davvero a lei, fallo. Potrebbe esserci stato un malinteso

Jeongyeon stava ascoltando le due ragazze con le lacrime che le bagnavano le guance. Sapeva perfettamente che doveva parlarle. Non poteva lasciare andare Nayeon come se nulla fosse.

Jeongyeon tornò a casa alle undici di sera. Aveva passato tutta la serata con Mina e Chaeyoung, cercando di capire cosa fare. Accese la luce nel corridoio e cercò di non svegliare Nayeon. Condividere con lei il letto le faceva venire da piangere, perché ormai sembrava che non vi fosse più nulla tra le due.

-Sei tornata- una voce proveniente dal letto disse.

-Sei sveglia- affermò Jeongyeon.

-Ben tornata...- Prese il suo telefono e guardò l'ora- Alle undici di sera

-Nayeon, dobbiamo parlare

-Mh

-Posso accendere la luce? Ho bisogno di guardarti negli occhi

Nayeon si sedette sul letto e accese la luce con l'interruttore accanto al comodino. Guardò la sua fidanzata e vide i suoi occhi rossi.

-Ti sei drogata?

-Cosa? No! Sai che ho paura di queste cose

-Allora hai pianto. È successo qualcosa?- le domandò Nayeon, tornando ad avere un tono preoccupato. Quel tono che tanto piaceva a Jeongyeon. Quel tono che la faceva sentire amata.

-Esatto. È quello che vorrei sapere: è successo qualcosa? Nay, sono tre mesi che sei strana. Sembra che io non ti piaccia più. Torni a casa la sera, cucini e ti metti a dormire. Ti alzi presto la mattina e la domenica dormi solo. La nostra relazione ormai è passiva

-Jeongyeon, solo sono piena a lavoro. Sai che sono la segretaria di Jeon Jungkook e che lui è pieno di impegni. Ogni volta che torno a casa sono esausta perché sono stressata. Devo lavorare da lui ma anche frequentare i corsi di laurea. Pensi che sia facile? Mi dispiace se ti sei sentita trascurata

Quella voce così sincera e piena di risentimento. Jeongyeon era felice di sapere che non si era rotto nulla tra di loro. Sapeva che Nayeon aveva bisogno di dormire, quindi decise che avrebbe parlato del suo bisogno di affetto un altro giorno. Spense la luce e si stese accanto a lei.

-Togliti i vestiti. Sai che odio che si stia vestiti sul letto

Era tornata la solita dittatrice che a Jeongyeon tanto piaceva. La ragazza sorrise e si alzò senza protestare. Prese il suo pigiama, lo indossò velocemente e poi si ristese accanto a Nayeon, abbracciandola da dietro. Nayeon ormai si era già addormentata.

Il mattino dopo, Nayeon si svegliò presto come sempre. Sentì le braccia di Jeongyeon avvolte attorno alla sua vita e sorrise. Le rimosse gentilmente e si alzò, guardando la sua fidanzata di cui si innamorava ogni giorno di più. Aveva altro da fare, però, che restare a guardare la faccia di Jeongyeon. Andò in bagno e cominciò a prepararsi per una nuova giornata.

Jeongyeon si svegliò e come al solito il posto accanto a lei era vuoto. Sospirò e abbracciò il cuscino su cui c'era ancora l'odore di Nayeon. Voleva che la sua ragazza tornasse a sorridere. Le faceva male vederla sempre con una faccia seria ma anche stanca e stressata. La sveglia suonò, segnalando che erano le sette e mezza. Jeongyeon si alzò, pronta ad iniziare una nuova giornata al suo bar. Il suo sogno era quello di aprire un ristorante come suo padre, ma aveva ancora molto da imparare. Aveva un diploma in cucina ma si stava ancora specializzando.

Fu proprio al bar che Nayeon e Jeongyeon si videro la prima volta.

-Scusi, potrebbe darmi una YeonYeon brioche?- domandò una ragazza, chiedendo una brioche al cioccolato.

-Certamente, signorina- le disse Jeongyeon.

-Come mai YeonYeon?- le domandò un'altra ragazza.

-Il mio nome è Jeong Yeon. Mia nonna mi chiamava YeonYeon da piccola. Le promisi che avrei aperto un bar ma è morta prima che ci riuscissi. Ecco perché ho chiamato il bar YeonYeon

Le due ragazze sorrisero, mentre Jeongyeon diede alla prima la sua brioche.

-Anche il mio nome finisce con Yeon- disse la ragazza che le aveva chiesto la brioche.

-Na Yeon- disse l'altra ragazza- Ed io sono Momo

-Hai aperto da molto?- le domandò Nayeon.

-Da soli due mesi

-Vuoi lavorare qui per il resto della tua vita?- le domandò Momo.

-Il mio scopo è quello di avere un ristorante ma sono solo agli inizi

-Scusi! Posso avere un cappuccino?- domandò un signore ad un tavolo.

-Devo andare- disse loro Jeongyeon, voltandosi per fare il cappuccino.

-È la tua occasione. Non ti serve un lavoro part time?- Nayeon domandò a bassa voce a Momo.

-Lavorare in un bar è la scelta migliore e sembra che le serva una mano. Jeongyeon mi sembra anche una brava persona- sussurrò la giapponese alla sua migliore amica- Scusa, lascia che ti aiuti

Momo andò dietro al bancone e servì una coppia che era appena arrivata, dando loro i cornetti. Jeongyeon andò a portare il cappuccino e l'acqua al signore, poi tornò al bancone.

-Cerchi dipendenti? Ho bisogno di un lavoro- le domandò la giapponese.

-Vuoi davvero darmi una mano? Sarebbe perfetto- disse Jeongyeon.

Avete preso i fazzoletti?

YeonYeon|2YEON|ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora