15.È troppo!

11 3 1
                                    

Fa male. Fa male. Fa male.
Fa troppo male.

Mi stringo da sola sperando di riuscire a colmare il vuoto che sento dentro. Non riesco ad apprezzare le attenzioni che Tom, mio marito, ancora mi dedica, anzi, sarebbe più corretto dire che "finalmente" mi dedica. Sono stata tutto questo tempo con la speranza di riaverlo fra i piedi ed ora che potrei essere davvero felice
il mio orgoglio mi frena. Ho paura. E non voglio rendere di certo le cose più semplici.

Mi metto in piedi e gironzolo a vuoto, infilo le mani fra i capelli e cerco di capire cosa voglio davvero, l'unica risposta che riesco a darmi è: Tom.
Non ho mai avuto dubbi.
L'ho sempre amato, l'ho amato anche quando l'ho odiato da morire. E giuro, non ho mai odiato nessuno come ho odiato lui.
L'ho sposato, l'ho scelto e l'ho continuato a scegliere,
sempre.
Ho sempre desiderato avere questa fede al dito, ho sempre desiderato vederlo giocare con i nostri bambini, ho sempre desiderato prenderlo in giro per i suoi capelli bianchi... ho sempre desiderato che a colorare le mie giornate fosse lui. E ora? Ora lo tratto come se volessi vederlo sparire di nuovo.

Sono tremendamente esausta.
Non ne ho voglia ma corro in camera.
Non ne ho voglia, ma prendo il mio vestito migliore.
Non ne ho voglia, ma decido di andare da loro, dai miei migliori amici, forse gli unici: Michela e Matthew.

Nonostante sia stata io a mandare l'invito, sono ugualmente arrivata con ben mezz'ora di ritardo.
Il ristorante che ho scelto è uno fra i più lussuosi al mondo. È tutto completamente bianco e le uniche persone presenti non si accorgeranno mai di me, di noi, tanto i loro affari sono di certo cose più importanti a cui pensare.

Vengo accolta dal loro eterno entusiasmo, non riesco ancora a capire come facciano ad avere sempre quel dannato sorriso a portata di mano. A volte non li sopporto. A volte vorrei soltanto essere come loro.

Tuttavia mi basta farmi più vicino per stroncarli di brutto.
<<Brooke... hai pianto di nuovo?>>

<<Michela, per favore. Sono venuta per non pensarci.>>

<<E dunque vuoi ancora ignorare questo tuo mal umore?>> si fa avanti Matthew, ricevendo una bella occhiataccia. <<Ma dove l'hai lasciata la tua vita?>>

<<Scusami?>>

<<Con tutto ciò che hai attorno, con tutto quello che potresti permetterti, tu pensi ancora a Tom? Sei seria?>> Ride. Guardo Michela, scuote le spalle.

<<Non ti riconosco più...>>

<<Non mi sorprende. È bastato l'arrivo di Tom per portarti di nuovo lontano da noi. O sbaglio?>>

<<Matt... stai esagerando>> sibila lei, cercando inutilmente di riportare la serenità.

<<No-non sto capendo...>>

<<Che ne dici di andare a sederci e mang->> la mano grande di Matthew la sposta per prendere il suo posto.

<<Non ho ancora finito. Non capisci? Allora te lo spiego. Tom non c'è, chiami i tuoi "amici". Tom c'è, i tuoi amici non ci sono più. È così che fai. Hai sempre fatto questo. Tu sei così. Tu pensi soltanto a te.>> fa un passo verso di me. La sua figura diventa più grossa. <<"Sto male. Oggi Tom non si è fatto sentire. Oggi Tom è stato con un'altra. Oggi Tom questo, Tom quell'altro. Non riesco a mangiare. Non riesco a respirare. Non riesco a dormire." Ma che cazzo, Brooke. Pensi che tu sia l'unica ad avere problemi? Te ne rendi conto che non sei l'unica a stare male? Quante volte è stata male Michela? Lo sai? C'eri? No. Non c'eri. Te lo dico io, non c'eri. Quante volte sono stato male io. Questo lo sai? No. Non sai neanche questo. Quante volte ho desiderato che tu mi notassi di più. Ma che te lo dico a fare, saresti capace di smentire tutto. E ora perché siamo qui? Perché vuoi compagnia? O forse ci vuoi parlare di quanto ti faccia male la vicinanza di Tom? Eh?>> e riecco le lacrime agli occhi. Probabilmente odio ammettere che tutto ciò che ha detto è la verità.
<<Di cos'altro ti vuoi lamentare, Brooke?>> urla a denti stretti, cercando di mantenere comunque un certo grado di privacy.

Resto immobile sul posto, e quasi sto per chiedere scusa. Solo che non mi vengono fuori queste parole. Io so di non aver sbagliato. <<Per cosa dovrei sentirmi sbagliata, Matthew?>> sbarra gli occhi, incredulo <<Per essermi aperta ai miei amici? Per aver cercato aiuto, comprensione, una spalla dalle uniche persone che so essermi vicine per "amore"? Eh beh... a questo punto sono costretta a fare un passo indietro a quanto pare. Sono stata cieca anche con voi...>> trattengo la mia smorfia di dolore <<Mi dispiace se avendo la vista sfocata per le lacrime che ho versato, non ho visto le vostre.>> Michela abbassa lo sguardo <<E pensare di essere venuta qui solo per trovare pace.>> rido. Non riesco più a dire nulla. Dolore su dolore. Non riesco a sopportare altro. Mi giro per andare, ma Matthew mi afferra il polso. Sbuffo, lo guardo dritto negli occhi e l'unica cosa che riesco a sussurrare è: <<io non potrò mai amarti come vuoi tu.>>

TUTTI I GIORNI DELLA MIA VITA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora