Capitolo 9

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Lo scoppiettare del bacon sulla padella mi rilassa, mi sembra di essere tornata a casa. Sto quasi per chiamare Amy ma poi mi ricordo che io non sono a casa. E allora perché quando stamattina mi sono svegliata con la testa di Nick sul mio petto e le sue braccia attorno a me mi sentivo a casa? Scuoto la testa. Non posso proprio permettermi di provare qualcosa per lui, non esiste, lui è sbagliato per me. Ma una piccola parte di me insiste sul ricordarmi come mi sento felice accanto a lui. Sospiro. Non permetterò a me stessa di provare qualcosa per lui e a lui di entrarmi dentro e lasciarmi un segno. Per questo devo prendere le distanze da lui.
- Lexy? -
Il mio cuore perde un battito al suono della sua voce, ma non mi giro.
- Ehi - mi giro d'istinto e vedo che è solo in boxer. Imbarazzata, torno a cucinare.
- Che stai facendo? - si avvicina e si mette proprio dietro di me. Perché fa così caldo?
- Lexy - mi rimprovera aspramente. Vuole che gli parli, lo so. Mi prende per un braccio e mi fa girare verso di lui.
- Nick lasciami - mi acciglio ma lui mi stringe a sé mettendo un braccio attorno alla mia vita e costringendomi a mettere le mani sul suo petto per mettere un po' di distanza.
- Cos'hai? - mi chiede aggrottando la fronte. Decido di andare dritta al punto: - Non voglio che noi siamo amici Nick - mi mordo il labbro e lo guarda per un attimo, poi torna ai miei occhi.
- Cosa? - chiede confuso.
- Insomma, fuori di qui non potremo mai avere un rapporto di amicizia. Tu sei quello che sei e io...-
Non mi fa neanche finire che mi lascia e il suo sguardo si fa freddo.
- Si, hai ragione - concorda ed esce dalla stanza. Mi sento male all'idea di non parlargli più, ma è la cosa giusta da fare.

Ci ignoriamo per tutta la giornata. Lui continua a fare le sue cose e io le mie e andrebbe anche bene se non fosse per il via vai di ragazze che aleggia ogni ora nel corridoio. Una strana rabbia si impossessa di me e mi ritrovo a pensare di buttarle fuori a calci.
- Hai finito?- chiedo a Nick qualche ora dopo.
- No, ne arriveranno altre - prende una bottiglia di liquore da una mensola e la porta alla bocca.
- Da quando bevi?- alzo un sopracciglio.
- Da quando sei cosi ficcanaso? -
Alzo gli occhi al cielo.
- Non voglio quelle ragazze qui- ribadisco. Nick sbatte la bottiglia sul tavolo.
- Questa è casa mia e perciò comando io. Intesi?- parla piano, scandendo le parole.
- Mi guardano come se fossi una piccola, patetica cogliona tradita dalla suo ragazzo!-
- Sorpresa, dolcezza: lo sei- ghigna e io mi avvicino e gli dò un sonoro schiaffo.
- Sai che c'è? Non so perché sto perdendo tempo con te - sibilo e me ne vado, lasciandolo solo in cucina. Quando sono molto arrabbiata come adesso di solito è l'area fresca che mi calma, così decido di uscire ma fuori alla porta trovo due ragazzi. Faccio qualche passo indietro.
- Ciao piccola - un ragazzo con i capelli neri mi sorride. L'altro mi squadra e non so degna neanche di nasconderlo. Vorrei parlare, cacciarli fuori, urlarli contro, qualsiasi cosa, ma sono bloccata.
- Lexy cosa...- Nick fuoriesce dalla cucina e, alla vista dei due ragazzi, si mette accanto a me e mi tira leggermente indietro.
- Nathan, Spike... a cosa devo la vostra piacevole visita?- dice Nick con un ghigno. Si nota il sarcasmo nella sua voce, non è affatto contento di vederli ma a loro non importa granché.
- Scusa amico, non volevamo interromperti - sorride il ragazzo con i capelli neri, Nathan presumo.
- Lasciami dire che hai buon gusto- l'altro, Spike, si lecca le labbra e continua a fissarmi. Lo fulmino con lo sguardo.
- Lo so amico. Lei è sexy, già, peccato che condividere non è di mio gradimento, perciò... -
Arrossisco e gli prendo il braccio.
Ti ha difesa!
Il mio subconscio sta gongolando.
- Passiamo alle cose serie: dov'è la mia roba?- chiede Nathan impaziente.
- Lexy va di sopra - mormora Nick.
- No, lasciala stare. Fa parte del giro, giusto?- si sporge un po' per guardarmi. Faccio diventare la mia faccia una maschera e sulle mie labbra spunta un sorrisetto.
- Ovvio -
- Torniamo subito - Nick mi prende per mano e mi porta in una cantina dove ci sono varie valigette.
- Che cazzo ti è saltato in mente? - ringhia.
- Mi sto semplicemente adattando alla situazione, non voglio che mi vedano come un'idiota - ribatto.
- Beh, lasciami dire che hai fottutamente sbagliato. Per loro sei una delle tante che mi scopo e ti farebbero fuori in un battito di ciglia se lo volessero - mi lancia un'occhiataccia.
Mi fa sentire incredibilmente stupida capire che ha ragione. Non avrei dovuto espormi così tanto... che mi è saltato in mente?
- Va in camera mia e restaci. Cercherò di concludere questa cosa in fretta-
Annuisco e mi dirigo in camera sua, qui mi stendo sul letto e mi addormento subito. Mi sembra di essermi appena addormentata quando sento la porta che sbatte. Mi alzo e vedo Spike sulla soglia.
- Che ci fai qui? - sbadiglio.
- Ti cercavo, sai... voglio conoscerti meglio - ride e inciampa sui suoi stessi piedi. È fatto, davvero fatto e i suoi occhi rossi me lo confermano.
- Esci di qui - ordino.
- Perché? Posso farti divertire - mi sorride malizioso e cerca di raggiungermi. Indietreggio.
- Vattene, non voglio farti male - lo avverto.
Lui scoppia a ridere: - Tu far male a me? Sei solo una puttanella da quattro soldi e... - il mio pugno scatta in avanti prima che me ne accorga e Spike cade a terra. Si rialza col naso che sanguina e mi viene addosso. Grido per il dolore alla schiena e mi dimeno mentre lui cerca di mettere le mani sotto la mia maglietta.
- Sta ferma - borbotta ma io gli dò un calcio e corro al piano di sotto. Qui trovo Nick e Nathan e il primo si alza in piedi spaventato e io gli salto addosso.
- Lexy che succede? - mi chiede preoccupato e mi accarezza i capelli.
- Torna qui puttana! - urla Spike dalle scale e Nick mi lascia e gli corre incontro con me e Nathan al seguito. Nick prende Spike per il colletto e lo sbatte al muro.
- Cosa ti ho detto prima?? - sbraita. Spike non risponde e Nick gli dà un pugno nello stomaco, Spike si accascia a terra e Nick comincia a colpirlo in viso. Dato che Nathan non reagisce decido di fermare la cosa, anche perché mi sta seriamente spaventando.
- Nick basta - gli tocco la spalla ma lui non mi ascolta e continua a picchiarlo con una rabbia smisurata negli occhi.
- Nick - ripeto e lo tiro via da Spike, ridotto malissimo. Nick mi passa il pollice sulla guancia e si rivolge a Nathan: - Riferisci al tuo amico che se prova a toccarla un'altra volta lo torturerò in una maniera talmente atroce che sarà lui a implorarmi di ucciderlo - ringhia e sento di nuovo quel senso di protezione e gratitudine. Nathan balbetta un " va bene" e se ne vanno con la droga.
- Ti ha toccata? - mi prende il viso tra le mani e mi costringe a guardarlo.
- No - soffio e mi stringe a sé.
- Tu stai bene? - gli chiedo.
- Non preoccuparti per me - ribatte duro. Mi sciolgo dall'abbraccio e gli prendo la mano: le nocche sanguinano un po'.
- Che hai fatto?- guarda la mia mano, confuso e noto che anche le mie nocche sono rovinate.
- Oh, gli ho dato un pugno - faccio spallucce e lui ridacchia.
- Bel lavoro dolcezza - ridacchia poi però si irriggidisce e va in cucina. Sospiro e un dolore che non dovrei provare si insinua dentro me nel capire di averlo perso ormai.

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