La spiaggia

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Quello era il giorno più bello della mia vita. Dopo aver supplicato mia madre più volte ero riuscito a convincerla a portarci in spiaggia. Anche se era ottobre inoltrato mi piaceva sentire la sabbia sotto i piedi. Mi rilassava. Una voce mi riscosse dai miei pensieri. Era la mamma che mi diceva che eravano arrivati. Mi tolsi subito le scarpe i calzini e corsi verso io mare. Mi fermai a pochi metri dal bagnasciuga e respirai a fondo cercando di imprimere nella mente quell'odore di salato e di alghe. Sentii qualcuno tirarmi il lembo della maglietta,mi girai e vidi mio fratello che mi guardava e mi disse:«Facciamo una gara di velocità? Chi arriva primo a quel salvagente laggiù vince.» Io allora gli chiesi:«E la ricompense finale?» Lui ci pensa un po' su e infine mi risponde:«Si deciderà dopo.» Io accettai pensando che, se vincessi(?), gli avrei fatto fare tutti in miei compiti per la settimana. Mi riscossi dai miei perfidi pensieri e chiedemmo alla mamma se poteva darci il via. Lei accettò volentieri e, mentre noi ci eravamo posizionati,disse :«Pronti... partenza... VIA!» Noi partiamo, carichi di adrenalina. Potevo sentire il cuore battermi forte contro il petto. Mi guardai dietro e vidi che mio fratello arrancava a starmi dietro. Rallentati un po' sapendo di avere la vittoria in tasca. Ma in quel momento di distrazione lui accelerò arrivando primo. Io rimasi lì a guardarlo con la faccia da pesce lesso mentre lui faceva il suo balletto della vittoria(faceva davvero schifo a ballare). Si fermò all'improvviso e mi guardò con un sorriso inquietante. Poi si girò e si guardò attorno. Non riuscivo a capire cosa gli passasse pe la mente. Dopo poco realizzati: era arrivato il momento della ricompensa. Ero terrorizzato. Lui mi faceva fare cose orrende tipo mettere la mano dentro un formicaio pieno di formiche rosse o far cadere un alveare. Notai che mio fratello mi stava guardando con un ghigno moolto inquietante. Io gli chiesi:«A-allora? C-che vu-vuoi f-farmi fare?»lui rispose:«Entra in quella casetta di legno e prendi un oggetto qualsiasi poi torna fuori.» Io, anche se dubbioso, accettai. Non volevo che cambiasse idea per farmi fare qualcosa di brutto. La casetta era di legno ammuffito, forse una volta ci mettevano dentro i salvagente o forse era una casa di un senzatetto. Entrai nella squallida casetta e vidi solo cose vecchie e ammuffite. Restando sulla soglia vidi di fianco a me una bussola antica con strani segni, e la presi. Non appena la toccai comparve innanzi a me un fantasma di un giovane militare. Avevo capito che era un militare dalla sua divisa riconosciuta grazie ai film che vedevo su Netflix. Il suo portamento era rigido. Lo guardai scioccato e lui mi rivolse un sorriso tenero. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma non ne uscì niente. Allora prese un taccuino che stava lì vicino e comparve una penna. Lui scrisse:"Ciao, sono il militare di una nave da guerra e adesso sono a tua disposizione visto che hai preso la mia bussola. Cosa posso fare? " Io, ancora stordito, gli risposi:«M-ma tu n-non sei v-vero!? Sei u-uno scherzo che mi ha fatto mio fratello. Giusto?» Il fantasma scrisse che semplici che mi stupirono ancora di più:"No".
Sorpassato l'attimo di stupore feci conoscenza con lui e mi sembrava simpatico. Mi venne in mente uno scherzo che avrei potuto fare a mio fratello. Feci un sorriso malvagio. Chiesi all'ex-militare se poteva smaterializzarsi davanti a lui e urlargli "Bu!". Sarebbe scapito via e io sarei morto dalle risate. Il fantasma accettò ma aggiunse:" Tutto ha un costo". Io gli risposi con un cenno distratto mentre pensavo alla faccia di mio fratello terrorizzato.
Il fantasma aspettava il mio cenno così glielo diedi e mi affaccia alla porta mentre l'ex-militare si materializzava davanti a lui. Potei vedere il terrore puro sui suoi occhi e fu l'ultima cosa che vidi. Ecco di cosa parlava il fantasma. Ecco il costo del mio piccolo scherzo. La mia vita.

*spazio a me*
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Ele

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