24 - Stagli lontana

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24 Ottobre 2002 (Prima parte)

- L' Apprendista che a Stregoria mi farà il culo è una ragazza.-

La parole di Marco mi rimbombavano nella testa e non mi facevano dormire, forse perchè avevano azzerato le mie speranze di rivedere Stefano, forse perchè non l'avevo mai visto così sconvolto per qualcosa.

Una strega.

Una strega aveva sconvolto la mia vita con strane visioni da quando Massimo De Leonibus mi aveva regalato il bracciale con il cristallo di neve e ora una nuova strega tornava a sconvolgere Marco e sicuramente le nostre vite.

Sospirai rigirandomi nel letto: avevo smesso da un po' di credere nelle coincidenze. C'era un unica strega che incolpavo da tempo per i problemi che mi circondavano e questa era Sibilla, ma leggendo del suo diario da adolescente trovavo difficile potesse apparire ancora come una ragazza dopo tutti quegli anni.

Chiusi gli occhi e per qualche istante rievocai il suo ricordo, quando ne avevo visto i capelli di un biondo quasi bianco mentre parlava con Neri. Scossi la testa, non poteva essere lei, eppure la sensazione che ci fosse ancora lei dietro tutto quello che stava accadendo aveva cominciato ad insinuarsi lentamente nella mia testa, soprattutto da quando Fedora era morta, lasciandomi tra le mani quella dannata foglia, quel dannato messaggio.

Presi fiato ancora una volta rigirandomi nel letto, era ancora notte fonda e iniziavo a temere che non sarei più riuscita ad addormentarmi, affranta decisi di alzarmi per scendere in cucina a bere un sorso d'acqua e, con il pigiama e le calze addosso, scesi le scale tentando di non far rumore per non svegliare Marco che russava sfinito sul divano.

Attraversai il salotto nel buio diretta in cucina, orientandomi con la luce del lampione esterno che filtrava dalle persiane. Chiusi la porta ed entrai nel cucinino in cerca della luce sopra i fornelli e fu in quell'istante che vidi Furio Botina seduto al tavolo che mi fissava nella penombra con occhi furenti. 

Dovetti utilizzare tutto il mio autocontrollo per non gridare spaventata in quella notte fonda.

- Che ci fai tu qui?-

Ancora mezza terrorizzata per la sorpresa la mia voce uscì tremante: - Chiedo scusa se l'ho disturbata Signor Botina, cercavo solo un bicchiere d'acqua.-

Il suo sguardo azzurro ghiaccio mi attraversò severo e mentre si rigirava nervosamente tra le mani il suo rosario dorato sentenziò sottovoce: - Non credo sia l'acqua quello che stai cercando, Compagna.-

A quelle parole venni percorsa da brividi e il mio sguardo scese impercettibilmente sulla mia spalla, come per controllare che il tatuaggio fosse ancora nascosto. Quando lo rialzai sul mio interlocutore vidi che si era alzato in piedi e che continuava nervosamente a rigirare il ciondolo del rosario tra le mani.

- Sappi che ti controllo da quando sei arrivata e c'è una cosa che voglio dirti: sta lontano da mio nipote.-

Io sgranai gli occhi confusa e frastornata, ma lui come se nulla fosse continuò con la catenina tra le mani:- So bene cosa sei, stagli lontana o tu e il tuo branco dovrete vedervela con me.-

Deglutii immobile, non sapendo bene cosa ribattere.

E in quel momento lo vidi lasciare il suo rosario che era permeato da uno strano bagliore rossastro e dirigersi verso il lavello, dove riempì un bicchiere d'acqua.

- E fidati Compagna se ti dico che non è buona cosa affrontarmi.-

E detto questo se ne andò dalla stanza zoppicando col suo bastone e quella strana collana al collo, lasciandomi con il cuore in gola e la certezza di essere nuovamente nei guai.


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