49 - Affrontare il passato

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30 Ottobre 2002 (Terza Parte)

Il pesante portone in legno della Fucina era serrato e benchè sia Marco che Beatrice avessero tentato di aprirlo e avessero provato a chiamare il nonno, il vecchio Botina non aveva nemmeno risposto.

- E' sicuramente lì dentro, ne sento l'odore e il battito cardiaco- dichiarò la quindicenne seccata.

-Avrà sigillato l'intera Fucina, non penso possa nemmeno sentirci ed io non riuscirei ad entrare nemmeno usando tutto il mio Potere...- ragionò seccato Marco.

-Posso provare a sfondarlo se mi trasformo.- dichiarò Beatrice, gettando un occhio alla scalinata che portava in paese, come per essere sicura che non ci fosse nessuno.

-Aspetta!- la fermai colta da un'improvvisa consapevolezza:- Sono io che lo devo affrontare... fate provare me.-

Mi avvicinai di qualche passo a quella pesante porta e come fui vicina, sentii uno strano calore sprigionarsi da quello strano anello dorato che portavo attorno al pollice. Posai la mano sul legno e quello prese a tremare come impazzito. Il calore che provavo iniziò ad essere fastidioso, ma non mi fermai, afferrai la maniglia e provai a spingerla decisa ad entrare.

Il portone tremò ancora più vistosamente, ma resistette, come se ci volesse più forza. Decisa a non arrendermi riprovai con maggiore slancio digrignando tra i denti per lo sforzo:- Sono la Compagna del Lupo Bianco e devo parlarti.- 

La porta tremò ancora più vistostamente, ma non si aprì ed io mi sentii improvvisamente sfinita, come se quello sforzo avesse assorbito molte delle mie energie. Ansimai sotto lo sguardo decisamente sconvolto dei miei amici, finchè d'un tratto non sentimmo un rumore di chiavistelli e la porta aprirsi spontaneamente. 

Il vecchio Botina emerse da quell'uscio con i suoi occhi azzurrini che mi fissavano furibondi, come se avesse sentito le mie parole. Sembrava sfinito dall'ultima volta che l'avevo visto: i capelli bianchi erano spettinati, pesanti borse sotto gli occhi rendevano il suo viso ancor più rugoso e le sue spalle erano incurvate come facesse fatica a respirare per l'affanno.

- Che cosa diamine vuoi Compagn...- 

Parlò con astio ma si interruppe quasi subito quando il suo sguardo scorse i suoi nipoti  dietro di me. Come smarrito fissò prima loro e poi nuovamente me e con odio dichiarò:- Mi rivolti contro i miei nipoti?- 

Marco fece per parlare ma io lo interruppi decisa:- Ho bisogno del tuo aiuto per salvare l'ultimo Lupo Bianco.- 

- Non ho idea di cosa tu stia parlando, ma sei pazza se pensi che sarei disposto ad aiutarti. - dichiarò e rivolgendosi dietro di me aggiunse prima di provare a chiudere il pesante portone:- E voi fareste bene a scegliervi amicizie meno...selvagge.- 

A quelle parole Beatrice fece uno scatto avanti e fermò con una mano il pesante portone che si chiudeva e a pochi centimetri dal viso del nonno dichiarò seccata:- Be' nonno, se mi conoscessi bene sapresti che è un po' difficile...-

A quelle parole il vecchio lasciò il portone e fissandola fece un passo indietro, mentre il rosario al collo prese a risplendere di una familiare luce rossastra. Anche Marco si avvicinò a noi e spalancò l'ingresso:- Dobbiamo parlare.-

Quello fissò il nipote ed arretrò nella fucina, stringendo il rosario al collo. Ci volle qualche secondo perchè parlasse, ma dal tono si sentiva che era decisamente furioso:- Domani sarà qui l'intero Alto Consiglio, vi suggerisco di andarvene immediatamente tutti e tre.-

Io scossi la testa decisa ed entrai nella Fucina:- Non me ne andrò. Non finchè non mi avrai detto a cosa ti serve quell'Obstructo, non finchè non mi avrai aiutato.-

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