sono seduta sul divano, sto aspettando che zaccaria torni con la colazione, nel frattempo noto il display del mio telefono illuminarsi, è un messaggio di vincenzo.
"dove cazzo sei? giuro che appena ti trovo te la vedi con me" recita il messaggio.
chiudo gli occhi, sospiro e archivio la chat senza rispondere.
sento la porta di casa aprirsi, deduco che sia zaccaria, quindi mi alzo e mi siedo a tavola.
"ti avevo detto di non esagerare con il mangiare" lo guardo storta appena vedo il vassoio pieno di cibo.
"ti ho preso un cappuccino e una brioche, se il resto non hai voglia di mangiarlo, lo mangio io, non preoccuparti" appoggia il vassoio sul tavolo, davanti a me.
guardo il cibo senza dire niente poi guardo zaccaria.
"mangia, bimba, ti prego" mi implora.
io sospiro e do un morso alla brioche alla crema.
"bravissima, continua" mi accarezza la testa.
faccio un sorso di cappuccino e poggio la brioche sul vassoio.
"rimango qui finché non la mangi" si prende una sedia e ci si siede sopra, affianco a me ed incrocia le braccia.
prende la brioche e la avvicina alla mia bocca, come ha sempre fatto per farmi mangiare.
"non ne voglio più, zaccaria" mi lamento mettendo una mano davanti alla bocca.
"mangia tutto" mi impone lui.
in circa mezz'ora riesco a mangiare tutta la brioche, con l'aiuto di zaccaria, che non mi ha mai lasciato da sola.
"scendo un secondo a parlare con sami, aspettami qui" mi lascia un bacio delicato in fronte per poi uscire dall'appartamento.
appena esce corro verso il bagno e vomito tutto.
mi siedo sul pavimento del bagno, ho poche forze anche solo per alzarmi da terra.
"bimba, ho dimenticato il cellulare, tu sai dov-" zaccaria entra in bagno e mi vede accasciata al gabinetto per terra.
"hai vomitato?" mi guarda impassibile.
tengo la testa bassa, evitando il suo sguardo.
"hai vomitato?" il suo tono comincia a farsi piu duro.
"porca puttana, mi vuoi rispondere? hai vomitato, si o no? che cazzo" urla.
mi spaventa.
"non urlare, ti prego" sussurro tra le lacrime.
"cazzo, cazzo, cazzo" inizia a camminare per il bagno con le mani nei capelli, subito dopo tira un cazzotto dritto sullo specchio, frantumandolo e rovescia violentemente tutti i profumi disposti sulla piccola mensola accanto alla lavatrice facendoli cadere a terra.
mi alzo di scatto e mi allontano, sembra un'altra persona.
"zaccaria" lo richiamo spaventata "calmati, per favore" inizio a piangere.
mi avvicino lentamente, e gli prendo le mani, lui le ritrae immediatamente, io sussulto.
"perché vomiti? avevi appena mangiato, cazzo, ce l'avevi fatta, perché sei così impotente su te stessa?" ha ancora un tono abbastanza alto, non mi piace.
"non lo so" dico indietreggiando, con le lacrime agli occhi.
"hai paura di me?" mi guarda negli occhi, io li chiudo.
si gira, guarda il suo riflesso, per quanto possibile date le condizioni dello specchio, poi guarda me, imboscata e impaurita nell'angolino del bagno.
"che cazzo sto facendo?" si guarda la mano piena di sangue.
"faccio schifo" si mette le mani in faccia "scusa, sono un coglione, non ti merito" si siede sul gabinetto chiuso appoggiando i gomiti alle ginocchia mentre si mette le mani in faccia.
mi avvicino a lui e lo abbraccio facendogli appoggiare la testa sulla mia pancia.
"ho paura di farti male" si asciuga le lacrime.
"stai zitto, tu non mi faresti mai niente, ne sono sicura" gli accarezzo lentamente i capelli.
solleva la testa.
"devo baciarti, non posso aspettare" mi dice, guardandomi dal basso.
chino di poco la testa per arrivare all'altezza delle sue labbra, appoggio le mie sulle sue senza esitare.
il bacio, da lento, diventa veloce e passionale, le nostre lingue si intrecciano e mentre lui mi accarezza i fianchi, io tengo la presa stretta sul suo collo accarezzandogli pian piano la nuca.
ci stacchiamo senza fiato dopo interminabili minuti e mentre ci guardiamo negli occhi mi parla.
"non sai quanto cazzo mi sei mancata" mi guarda da seduto con le labbra rosse e gonfie per il bacio, poi si alza e si mette davanti a me stringendomi i fianchi.
mi guarda negli occhi per qualche secondo, poi comincia a parlare.
"non voglio piu fare cazzate con te, ho gia fatto troppo" dice.
"non sai quanto mi sei mancata, cazzo, dimmi per favore che anche io ti sono mancato, o che almeno qualche volta mi hai pensato" continua.
"sempre, eri un pensiero fisso" lo guardo attentamente mentre sorride come un bimbo, che bello che è.
"ci voglio riprovare con te, permettimelo, per favore" aggiunge poi serio.
"zaccaria, io sto ancora con vincenzo, lo sai" mi lascia e si mette le mani in viso.
"lascialo, mandalo a fanculo, lui e tutti quelli di rozzano" mi dice avvicinandosi e riprendendo i miei fianchi tra le mani.
"non è così facile, zaccaria" sospiro e lo guardo.
"ti ha alzato le mani, di nuovo?" mi chiede.
guardo in basso, mi alza il mento con due dita costringendomi a guardarlo negli occhi.
"sophia, rispondimi, ti ha picchiato ancora?".
annuisco, sapendo a cosa stessi andando incontro.
"è morto" dice soltanto.
lascia la presa dai miei fianchi, si dirige verso la porta, cerco di fermarlo tirandolo per un braccio.
"zaccaria, ti prego, non farti male" gli accarezzo la guancia, lui sorride lievemente.
"stai tranquilla bimba, pero devi promettermi che rimani qui e non esci per nessun motivo" mi guarda, io annuisco, mi lascia un bacio a stampo quasi impercettibile per poi uscire frettolosamente.
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amour criminel // baby gang
Acak⚠️ LEGGETE⚠️ Lei, nata a lecco il 4 gennaio 2003, perde tutti e due i genitori a 11 anni, viene affidata alla famiglia del suo "migliore amico", nonché futuro ragazzo, zaccaria. Lui, nato a lecco il 26 giugno 2001, tra denunce e condanne passa la m...