Prologo e Capitolo 1

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Eccoci alla ripubblicazione di questa storia. E' composta da 12 capitoli e anche qui ne pubblicherò due alla volta, per cui in un paio di settimane ci sarà per intero. Spero vogliate seguirla/riseguirla <3 buona lettura!

Ps: qui sopra potete trovare il video trailer <3

☆ ☆ ☆

PROLOGO

Jeon Jungkook era un ragazzo diciottenne come tanti altri. Viveva da solo nella casa dei suoi genitori, sebbene suo padre non faceva altro che ripetergli di dover trovare il suo posto nella società e di farsi strada nella vita e di ambire a qualcosa di meglio. Quella sarebbe stata l'ultima estate che avrebbe passato a Jeju. Viveva in un piccolo paesino vicino il monte Hallasan, era cresciuto nella campagna fino a che non aveva finito le scuole superiori. Suo padre era un uomo semplice che tuttavia aveva per il figlio grandi ambizioni. Voleva che diventasse qualcuno di importante e con un lavoro di prestigio, a differenza sua che non era altro che un artigiano che vendeva prodotti e oggetti per turisti nel suo piccolo negozio, e proprio in virtù del suo lavoro preferiva dormire lì e non tornare nella casa con il figlio. Non voleva che suo figlio facesse la sua stessa vita. Così Jungkook l'aveva accontentato, sebbene questo aveva comportato il rinunciare al suo sogno. Qual era? Lui non ne parlava mai. Amava disegnare, amava farlo in ogni momento. Non usciva mai di casa senza un blocco da disegno e una matita tutta mangiucchiata, perché qualsiasi cosa in un qualsiasi momento poteva ispirare la sua vena artistica. Anche se quando era andato per la prima volta a Seoul si era fermato più volte di fronte un'accademia d'Arte. Osservava quelle mura immaginando al suo interno il paradiso. Ma poi aveva fatto domanda per altre università. Alla fine era stato accettato alla facoltà di Fisica e Astronomia, l'unica cosa che aveva suscitato il suo interesse. Amava le stelle, i pianeti, la possibilità che ci fosse un'altra vita nell'Universo. L'ultimo regalo che gli aveva fatto sua madre, dieci anni prima. Quella sera, l'anniversario della morte di sua madre, non aveva intenzione di rimanere a casa. Suo padre non sarebbe tornato in ogni caso e in quella ricorrenza di sicuro si sarebbe chiuso in camera a guardare le foto del suo matrimonio. Era un momento di dolore per entrambi, ma anziché condividerlo e parlarne preferivano viverselo da soli. In questo i due erano molto simili. Così Jungkook aveva preparato lo zainetto, il suo blocco da disegno e una matita, oltre che una torcia elettrica. 

Come ogni anno da otto anni a questa parte voleva passare quella notte ad Hallasan. Conosceva quel luogo come le sue tasche e perdersi lì per lui era impossibile. Voleva salire più in alto possibile per poter ammirare le stelle vicino il lago. Era un promontorio che amava particolarmente. Tantissime volte sua madre l'aveva portato lì ad ammirare le stelle, a spiegargli la posizione dei vari pianeti. E i due parlavano per ore della possibilità dell'esistenza di altre forme di vita. Suo padre, uomo più semplice e meno istruito, glissava il tutto con "sciocchezze, non dire queste cose al bambino" ma poi lasciava fare sua moglie ciò che voleva. La amava molto e la sua perdita probabilmente l'aveva reso più burbero e cinico, ma non per questo cattivo. Ed ecco la ragione per cui Jungkook si trovava lì, alle undici di sera. Seduto sull'erba, incurante di sporcarsi di eventuale terriccio. La luna illuminava il lago creando un'atmosfera rilassante e piacevole. Jungkook alzò la testa, dove miliardi di stelle continuavano la loro semplice esistenza a miliardi di chilometri di anni luce da lui.

Jungkook si passò la mano tra i capelli neri, poi prese il blocco da disegno e se lo poggiò sulle ginocchia, pronto a disegnare probabilmente lo spettacolo notturno che si presentava ai suoi occhi. Fino a che non sentì un suono che non aveva mai sentito nella sua intera vita. Una sorta di fischio sordo, e se avesse mai dovuto descriverlo probabilmente l'avrebbe paragonato al suono di un... Razzo?

Per un attimo un fascio di luce illuminò l'intero lago. Una luce così improvvisa, intensa e violenta che Jungkook strizzò le palpebre e si coprì gli occhi con il braccio. Tutto rapidamente come si era illuminato venne avvolto nuovamente dall'oscurità e dalla flebile luce lunare. Quando Jungkook riaprì gli occhi, si presentò davanti a lui una scena surreale. Delle scintille di luce, non avrebbe saputo descriverle in modo diverso, roteavano dal cielo verso il basso, finendo nel lago con un tonfo. Spinto dalla curiosità di un evento così tanto straordinario, anziché scappare e urlare per la paura, si tolse immediatamente le scarpe e senza esitare cominciò a fare qualche passo sulla riva tentando di avvicinarsi. Quelle scintille danzavano a pelo d'acqua, fino a che presero un'altra forma. Accadde tutto così velocemente che il ragazzo iniziò a pensare di essere ubriaco senza aver bevuto, o di essere drogato senza mai aver neanche mai fumato solo uno spinello. Quelle che prima erano scintille di luce danzanti formarono un corpo umano. Un vero e proprio corpo umano e i capelli del suddetto umano, appena entrarono in contatto con l'acqua, era come se avessero attinto ad essa per avere il proprio colore, perché diventarono blu.

Interstellar • taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora