Mi presento allo specchio
Ancora il rossetto,
non quello solito però.
Non capisco come debba presentarmi,
lo piccola e mutevole
Cambiata per altri
Ingenua per dimenticarmi
Spavalda per non correggermi.
Guardo le mie linee finite
Disegnate tra tanti pensieri.
Lo specchio riflette quel che
Non voglio ancora vedere
Esso riflette il suono
Dei rimproveri della mia casa
E rimbalza il mio intimidire
Mascherato da tanta grinta vibrante.
E sono ancora io
Alla seconda passata di quel vermiglio
Potessi avere io quel fuoco negli occhi
Quando è solo acqua che continua a toccarmi.
Ancora io, la mia bella,
Solo mia e di chi nel mondo vuol correggermi
Di chi, qui, vuole udire il mio canto
Di chi è affascinato dal porpora riflesso.
Le mie labbra vedono, non parlano
Si tendono per il tepore che ritrovo negli altri
Nell'accoglienza che il mio corpo non
mi rende più
E ritrovano, il fuoco perso.Paura
Di mese in mese
Conto cosa mi è rimasto
Dentro cosa mostro, io:
Sono i tagli delle lacrime
che ho ingoiato velocemente
Perché,troppe, non potevo mostrarle.
Sono le cicatrici senza punti,
Non sapevo ancora cucirmi
E il sangue va via con l'acqua.
Sono il vuoto perenne di un animo pesante
Più facile espirare quella malinconia
Mendica alla porta attenzioni
Fuori una bambina da mille squame
Liberarmene una ad una
Arrivare a carne nuda
Non mi fa più pauraAlghe
Si depositano
Dove neanche le onde osano toccarle
Dimenticate
Dagli affannosi passanti
in cerca del tramonto
Anche loro
Respirano
Gli scarti dell'acqua
Il sale forte
Ricopre steli mai notati
Notami!
Tra tutte le perlate conchiglie
Splendo color petrolio
Oro nero mai voluto
Eppure sí costoso
Calpestami!
Solo i tuoi piedi mi sentiranno.
Bisticciano gli ultimi gabbiani che
tra le gustose acciughe
avranno solo alghe amare.
Ancora non sanno
Quanto possono saziareSemi di mela
Penserai che un frutto così dolce
Non tenga un cuore così amaro
Ma mordendo ti accorgerai quanto siano piccoli e preziosi i frutti del suo fiore
Tutti uguali aggomitolati nel suo antro
Dimentichi del sapore della loro madre
Che mai hanno voluto toccare
Mai hanno voluto imitare
E mai somiglieranno
Adesso,
Guardali quei semini amari
Faranno una foresta
Non sarà imitazione
Sarà natura
Non sarà inizio
Sarà conclusioneMadre perla
Madre mia
Dolce perla
Io conchiglia,
La tua piccola stella,
Serbi rancore
del doverti aprire
troppo dolore
nel dovermi accudire
decidesti di volerti avvolgere a me
tenermi qui dove freddo non c'è
ricordo ancora
la lama di quei pescatori
loro, i cercatori di luci
ti aprirono le valve
come macigni chiusi
ruvidi ci proteggevano
noi tutti disillusi.Piango
Sto piangendo e non lo noti
Urlo e non mi senti
Mi dipingi umana, tranquilla
Ma sono muta e il vento sfavilla
Portando il mio respiro
Esalato ancora una volta
Dalle tue mani ingiuste
Neanche mi basta per farmi uscire.
Scoprimi!
Qualcuno mi noterà!
Osserverà il canto del mio pianto
Osserverà la vanità di cui sia coperta
Dopo essermi unta di un manto
Intrecciato a tela di ragno
Che comprime la mia squama
Tanto dura quanto umanaFoto
Ti dimentico se non sei immortale
Tu di faccia glaciale
Muti sempre per non fare l'uguale
Quasi ti piace cadere
Nel vortice del piacere
Quello consueto quello banale
Perché non preferisci il difficile
Vuoi ciò che il tuo corpo può coltivare
Ma basta, dammi ancora una foto
Quella che basta per ricordare il mondo
Che mi hai creato nel giro di un secondo
Prima che toccassi ancora il fondo
Ricorderò sempre i tuoi capelli, quel biondo
Brillavano poco se trattenuti,
bastava lasciar cadere tra essi la mano
per coprire di gemiti i miei assoli muti
Copristi la mia bocca con un panno
Umido quanto basta per subire piano
La tua immagine racchiusa nella mia
Eppure eri così bella da essere la mia poesia
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DULCIS IN FUNDO
PoetryTante poesie, tante riflessioni. Il passato che riaffiora, il presente che mi sveglia, la notte che mi fa sentire così piccola e mutevole. Persone entrano nella nostra vita e ci plasmano, ci travolgono, ci dipingono. Mi sento corpo e la mia anima co...