Capitolo 19

5.3K 172 6
                                    

Sono stato io ad accompagnare Stefa nella sua stanza

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Sono stato io ad accompagnare Stefa nella sua stanza.

L'intera casa era silenziosa.

So che non voleva piangere davanti a tutti.

Nessuno l'ha mai vista piangere.Tranne me, 6 settimane fa.

Ora è la seconda volta. Sono contento che si senta al sicuro con me, che possa piangere.

Ma mi spezza il cuore. E fa male come un matto. Non sapevo nemmeno che questo tipo di dolore fosse possibile. Ma fa così male che non riesco a respirare. Guardo in alto, per evitare che scoppino le mie lacrime.

Non appena Stefa è entrata nella sua stanza, ho chiuso la porta dietro di noi e lei si è lasciata cadere sul suo letto e si è aggrapta al cuscino. Poi ha pianto. Pianse così forte che dovevo girarmi, perché non riuscivo a vederla.

Le sue urla e pianti dolorosi mi stanno annegando le orecchie e non riesco più a trattenerlo. Sono caduto in ginocchio e ho nascosto il viso con le mani.

Anch'io ho pianto.

La prima volta nella mia vita ho pianto anch'io.

Le mie lacrime salate cadono sul terreno freddo e non ho potuto fare nulla contro di esso.

Mentre Stefa piangeva nel suo letto, ho pianto in ginocchio per terra.

Sono un pezzo inutile di merda e non riuscivo a proteggerle dal loro dolore.

Ho iniziato a darmi un pugno al petto. Mi fa male il cuore.

Ho iniziato a urlare il mio dolore.

Poi mi alzo lentamente e cerco di tenermi sulle gambe. Mi sento debole.

Ma sono riuscito a camminare fino al letto e strisciare accanto a Stefanie.

Si è tirata indietro sorpresa, come se fossi qualcuno che voleva farle del male.

Quando vide che ero solo io, cadde di nuovo sul cuscino.

Mi spezza, vedere che ora ha paura di ogni tocco.

Avrei potuto evitarlo.

Come vivrà così ora? Non potrà mai dimenticare il dolore che ha dovuto soffrire.

Tutto il suo corpo è pieno di lividi e cicatrici dai coltelli.

Queste cicatrici... Spero che un giorno svaniranno. Spero che non dovrà mai ricordare le scene che le sono successe, quando guarda queste cicatrici.

La prendo in braccio e mi sdraio accanto a lei.

Sento il suo corpo tremare per il dolore al petto.

La tengo così delicatamente, quindi non le faccio male al corpo ferito.

Sono sdraiato lì con lei tra le mie braccia.

Lei, sta piangendo e urlando il suo dolore e io, piangendo silenziosamente con il mio cuore distrutto.

Lost mafia princesses di "peppermino" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora