L'estate dei miei 14 anni

Martedì

15 aprile

Ho deciso di cambiare scuola. Non ce lafaccio più con gli attacchi di panico. Tutta colpa delle scadenze.Sono rimasta indietro con le tavole. I prof non aiutano. Almeno hotanti amici. A questo punto nel gruppo siamo in sette: Matilde,Monica, Rosa che prende il pullman con me, Caterina, Martina eStefania. Siamo molto legate tra di noi. Ogni sabato andiamo alMcDonald's. C'è stata qualche discussione con i nostri compagni diclasse ma nulla di grave

Non faccio religione. Molti mieicompagni di classe non la fanno. Fin qui, nulla di strano. Martedìscorso noi che non la facciamo siamo usciti con la prof che ci controlla durante quell'ora. Quando siamo tornati abbiamo dovuto aspettare nel corridoio perchè la prof in classe non aveva ancora finito. La porta dell'auladavanti alla nostra era aperta. Io e Matilde abbiamo dato un'occhiataall'interno. Una ragazza che non conoscevamo ci ha salutato. Matildenon riusciva a vedere bene quindi ho provato a scorgere qualcosa inpiù io. Dopo averle riferito ciò che avevo visto della ragazzasconosciuta, ho riabbassato lo sguardo, verso i banchi più vicini all'uscio e lui è lì.

Se qualcuno mi chiedesse di raccontarequesto episodio, ora, a più di un anno di distanza, sarei comunquecapace di descrivere il tutto nei minimi particolari.Dall'abbigliamento di tutti i miei compagni di classe fino al meteodi quel giorno e ogni singola conversazione avuta in quell'ora trascorsa all'aperto, parola per parola. Ad ogni modo, lui era lì e ilvederlo fu per me più un fatto curioso che altro. Non l'avevo maivisto eppure mi attirava però non in maniera improvvisa e violentacome avrebbe potuto facilmente essere lo sbattere di una porta.Somigliava di più allo scorrere di un piccolo fiume, lento etranquillo. Non lo saprei spiegare meglio. Ad ogni modo, fu un attimo perchèsubito dopo averlo notato, nella prima fila di banchi, subito asinistra dell'entrata, la lezione finì e noi potemmo finalmenteentrare nella nostra aula.