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Il momento tra me e Charles duro poco, perché dopo qualche minuto entrarono il dottore e qualche infermiera con tutto il necessario per ingessarmi la gamba.
- Mi scusi può spostarsi che ora dobbiamo lavorare sulla ragazza- disse il dottore a Charles che era di schiena
Charles si scuso girandosi verso il dottore.
-Mi scusi non l'avevo riconosciuto, buon pomeriggio signor leclerc, deve sapere che io sono un suo grande fan-
-la ringrazio, se vuole dopo posso fargli un autografo, ma ora si potrebbe occupare della signorina, penso che in questo momento sia più importante-
Quelle parole mi stupirono, si stava per caso prendendo cura di me o era solo senso di colpa dopo avermi investito?

Charles si riposiziono sulla sedia dove anticipatamente si era già seduto, mentre a me iniziarono a ingessare la gamba sfortunata.
Chi se lo sarebbe mai immaginato stamattina che la giornata sarebbe finita così, con una gamba rotta e dopo aver incontrato Charles Leclerc.
Anche se di mezzo c'era un piccolo dettaglio...ovvero che era stato proprio lui a causarmi tutto questo.

Il dottore e le infermiere finirono e quest'ultime uscirono dalla stanza.
-eccoci qui- fece per cominciare a parlare il dottore - abbiamo deciso insieme ai miei colleghi di ricoverarla per permettere di seguirla meglio e in modo da fare appena possibile la riabilitazione-
-Ricoverata?- queste parole non uscirono dalla mia bocca ma da quella di Charles
-si calmi signor Leclerc, è solo per tenerla più sotto controllo e sicuramente gli farà bene per la gamba essere continuamente sotto controllo-
Charles non rispose più, a quel punto inizii a parlare io - la ringrazio dottore, ora se è possibile vorrei contattare mia madre-
- certo, nessun problema, ora la porteremo in stanza e poi potrà fare quello che desidera- gli rispose il dottore.

Poco dopo mi ritrovai seduta sulla carrozzina e con la gamba incriminata su.
Charles si offrì ti spingermi nonostante l'infermiera che era venuta apposto aveva già preso l'iniziativa. L'infermiera dopo un po' di tentativi cedette e mi diede nelle mani di lui.

Quando arrivai in camera notai con piacevole sorpresa che ero in camera da sola, nonostante la camera fosse grande.
Charles mi aiuto sollevandomi a coricarmi nel letto dove l'infermiera poi posiziono dei cuscini sotto la gamba per evitare di peggiorare la situazione e poi sparì dalla porta.
-Charles mi presteresti il telefono? Il mio è morto e non ho nulla per caricarlo-
-certo, ci manca solo dopo tutto quello che ti ho fatto ahaha-
-tranquillo haha era sicuramente destino-
-destino?-
- si io credo molto nel destino se una cosa deve succedere, succederà e basta-
A quel punto abbasso gli occhi e mi passo il telefono.

Charles continuava a fissare il pavimento mentre iniziai a digitare il numero e mentre il telefono attendeva la risposta dall'altra parte.
-Erano state le mie parole sicuramente- penso, lei sapeva cosa aveva dovuto passare in questi anni.

-Pronto? Chi parla?-
- Mamma, sono io-
- ti ho chiamato mille volte, dove sei? E perché mi stai chiamando da questo numero?-
-mamma siediti, mentre stavo venendo a casa una macchina mi ha colpito e mi hanno portato all'ospedale-
-cosa??-
- stai tranquilla, tutto ok mi sono rotta una gamba e l'altra ha una storta-
-come faccio a stare tranquilla, ho già perso tuo padre non voglio perdere anche te-
-ti sto parlando quindi è tutto apposto, riesci a portarmi qualcosa perché hanno detto che mi ricovereranno per un po' -
- va bene, tra un oretta sarò lì, comunque di chi è il telefono-
-ehm...ecco è il telefono della persona che mi ha investito- guardai Charles- è stato tutto il tempo qui con me, non sono stata mai sola- sorrisi e lui ricambio
-ci mancava solo dopo quello che ti ha fatto, vado a prepararti le cose da portare, a dopo-
- a dopo-

Porsi il telefono a Charles che disse - tua madre è arrabbiata con me?-
-non sembrava-
-menomale, tra quanto arriverà?-
-tra un'oretta-
-vuoi che rimanga qui a farti compagnia?-
- non voglio rubarti altro tempo-
-tu non hai fatto proprio niente, semmai sono io che mi devo sdebitare con te-
- grazie per non avermi lasciato sola-
- non devi neanche dirlo è il minimo-

Nel tempo che ci rimaneva prima del arrivò di mia madre parlammo di lui e della sua giornata veramente pesante a lavoro, tra riunioni, simulatore e qualche intervista.

Mamma

Sono qui, dimmi la camera

Camera 16 piano 4

Arrivò

Mi rivolsi a Charles dopo aver risposto a mia madre - mia madre è qui sotto arriva-
-allora è meglio che vada, non voglio creare casini-
-fai come ti senti, ti sei già sdebitato standomi accanto- lo guardai e continuai -grazie -
-non dirlo neanche per scherzo, volevo e l'ho fatto- dopo queste parole arrossii, forse troppo -ora vado, ciao- continuo Charles
-ciao- risposi, quando si giro e uscì dalla porta ancora quel vuoto si insinuò dentro di me.

Solo in quel momento mi resi conto del numero della camera, sedici proprio come il numero che Charles aveva scelto per correre in Formula 1, il destino certe volte vuole proprio comunicarci qualcosa.

Forse era destino - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora