era una tarda sera e il giovane Park Jimin stava salendo di corsa le scale del suo palazzo, diretto verso l'enorme terrazza.
dopo aver rischiato di cadere da i gradini per la quasi inesistente forza nelle gambe, con le lacrime agli occhi spinse il pesante portone verde che separava l'enorme quantità di scale dalla piattaforma isolata che dava sulle strade affollate anche a quell'ora insolita dove la luna era la protagonista del cielo stellato.una volta che la porta ebbe fatto un sonoro tonfo alle sue spalle, si sedette contro essa e riprendendo il fiato spezzato e passandosi una mano tra i capelli per calmarsi.
purtroppo per lui il respiro non voleva collaborare, e i singhiozzi non osavano a diminuire neanche per qualche secondo.
brevi immagini intermittenti dell'orribile scena accaduta non tanto tempo prima scorsero nella mente delirante del ragazzo, che cercava invano di trovare un'altra soluzione alla situazione.
scosse la testa violentemente e si disse con voce strozzata molteplici ''no'', per poi alzarsi con fatica e avvicinarsi verso la fine della terrazza.
si sporse tenendosi con la poca forza che gli rimaneva alla ringhiera per poi sporgersi sulla strada illuminata che costeggiava il condominio, piangendosi addosso come se per qualche strano motivo si meritasse tutto quello che quell'essere spregevole gli aveva fatto.
scoppiò nuovamente in un oceano di lacrime, e cadde a terra in ginocchio con gambe tremanti.perse il contro del suo copro, spasmi e brividi colpivano il suo corpo incessantemente e il suo cuore batteva talmente veloce che sembrava stesse avendo un infarto.
la sua mente ormai vagava per conto suo, e contro il suo volere il suo cervello fece rivivere ogni singola scena di quei minuti di puro inferno.
[jimin's pov]
cercavo invano di liberarmi dalla sua stretta salda, ma le sue braccia si ancorarono ai miei fianchi come calamite.
<mh ti piaccio ancora, eh?> mi chiese baciandomi e tenendomi per la guancia dove prima mi aveva sferrato uno schiaffio ridendo, prendendomi in giro per la mia cotta per lui.ora stava approfittando della mia fragilità per usufruire del mio corpo contro la mia voglia, ma ero troppo magro per competere con un corpo come quello di Min Yoongi.
<f-fermo... t-ti prego...> dissi cercando di divincolarmi, ma era troppo il peso sovrastante su di me.
<oh poverino... hai già cambiato idea? peccato che il tuo corpo mi attira troppo per lasciarti andare...>
incominciò a levarmi i pantaloni, mentre di tanto in tanto mi tirava qualche schiaffo per la mia opposizione.
mi portò una delle sue mani sulla coscia e la strinse violentemente, mentre con l'altra mi teneva le mani ancora sopra la testa e con la bocca mi zittiva impedendomi di urlare.<oh andiamo... lasciati andare, non vuoi essere sbattuto dalla tua cotta, mh?> disse con quella voce che avrebbe sempre fatto parte dei miei incubi.
lentamente mi tolse anche l'intimo, per poi slacciare i suoi jeans.<t-ti prego... n-non farlo...> provai a dire tra i singhiozzi, ma lui non mi diede ascolto.
<e perché non dovrei farlo? mh... vediamo, lasciami indovinare... sei vergine vero, bambino?> disse portandosi i pantaloni più in basso, per poi abbassarsi anche i boxer.
<n-no, n-no!> urlai ma lui mi sferrò un colpo violentissimo contro la mascella.
si allineò contro la mia entrata e mi dimenai con tutto me stesso, sperando che qualcuno mi salvasse da quell'orribile incubo.<non ti arrendi mai, eh? smettila di fare i capricci, stupido bambino> disse tirandomi i capelli indietro, per poi affondare i denti nella mia carne.
<sai forse potrei affezionarmi a tutto ciò...> disse portandomi l'altra mano alla bocca, impedendomi di parlare.
con un colpo secco entrò in me e urlai con tutto me stesso, giurerei di avere sentito i miei polmoni esplodere per quanto potenti erano le urla di dolore.
senza preoccuparsi di me come se non mi sentisse, si fece strada tra le mie pareti strette e la sensazione di bruciore mi devastò il ventre.continuò a spingere con insistenza mentre il mio fiato veniva a mancare e la mia voce si faceva sempre meno udibile, ma avrei continuato ad urlare nella speranza che qualcuno mi sentisse.
i suoi gemiti sarebbero diventati i suoni che emmetteva Satana, e avrei per sempre sentito le sue mani addosso, come impronte indelebili che lasciano il segno anche nel corso degli anni.
sentì un dolore lancinante provenire dal mio interno e poi percepì del liquido scorrere fra le mie pareti fino ad uscire, era sangue.<oh il bambino è così sensibile? è ancora più eccitante così> disse aumentando il ritmo, e non sentì più le mie gambe.
non diminuì la forza delle spinte finché un liquido caldo non prese posto in me.
<ah cazzo... la migliore scopata di tutta la mia vita, non mi dispiacerebbe un secondo giro, che ne dici, bambino?> disse liberandomi dalla sua stretta, e ne approffitai per divincolarmi dal suo corpo.
appena mi alzai un dolore atroce mi colpì il ventre, ma non ci feci caso, la voglia di scappare da quel luogo era più forte di qualsiasi dolore che ospitava il mio fisico.
mentre corsi via dalla stanza seguito dal suo sguardo infernale cercai di tirarmi su i pantaloni, per poi cercare di aprire la porta per uscire.<oh andiamo, è stato così terribile? secondo me un po' ti è piaciuto...> disse e me lo ritrovai alle spalle, e all'istante il mio corpo cominciò a vibrare per la paura.
dopo qualche secondo riuscì a sbloccare la serratura e aprì la porta, dirigendomi di corsa verso l'esterno.
<spero di rivederti ancora, bambino> udì mentre correvo giù dalle scale, rischiando poi volte di cadere.
ero riuscito a sfuggire dalle braccia del diavolo, ma quell'accaduto non scomparirà facilmente.
si colpì la testa con un colpo assestato come se potesse cancellare le immagini che occupavano incessantemente la sua mente.
le sue unghie affondarono nelle sue mani gelide, tramenati e graffiate mentre cingeva le proprie gambe con le braccia.
dopo aver aspettato molteplici minuti composti da pensieri e riflessioni, si decise e si alzò.
si diresse verso l'unico posto in cui la ringhiera non separava la terrazza dal vuoto.si sporse senza alcun timore oltre il bordo del palazzo, osservando le strade che sembravano essersi addormentate.
il suo respiro stranamente si calmò, la sensazione che tutto quello stava per finire era calmante.diede la schiena al resto della città e chiuse gli occhi, facendo un lungo e profondo sospiro.
<f-felice Min Y-Yoongi?> chiese al vento, tremando solo per aver pronunciato il nome di quel mostro
<spero che non sia la prima persona che muoia per colpa tua, mostro>
poi si lasciò andare, cadendo all'indietro, godendosi la sensazione di vuoto nello stomaco.il suo cuore aumentò battito all'istante, ma ormai la lucidità se ne stava andando.
durò qualche secondo, per poi sentire un lontano rumore di clacson di una macchina, ma un buio prese spazio in lui e perse conoscenza, per sempre.
avrebbe giurato di aver provato la sensazione di volare, spiccare il volo fra quei condomini pieni di altre vite che se la passavano forse meglio si lui.
STAI LEGGENDO
VIRALE [Yoonmin]
Fanficuna serie di brevi oneshot ispirati alla canzone di Matteo Romano "virale" TW: linguaggio rude, riferimenti a traumi infantili, autolesionismo, aggressività, riferimenti al suicidio, scene di stupro, scene di sesso @singularsatvrn's work