Le sirene dell'ambulanza mi diedero alla testa.Valanghe di ricordi mi pulsavano nella testa,ma cercai di rimanere concentrata su Edoardo.
La tutrice ci ordinò di uscire dalla sala quando i medici avrebbero varcato la porta e così fu.
Il cuore non riuscivo più a gestirlo,mille domande mi assillavano tra cui cosa aveva voluto dire Edoardo con la "paura delle spine".
Tutto tremava intorno a me.
La testa continuava a pulsare.
Avevo il fiato corto.
Mi sentivo mancare il pavimento sotto i piedi.
Col passare delle ore mi calmai,ma solo verso sera riuscì a vederlo .
"Edoardo!"esclamai quando lo vidi uscire in giardino.
Un respiro di sollievo uscì dalla mia bocca.
Lo abbraccia così forte che avevo paura di fargli male.
"Come ti senti? Cos'è successo?"
"Rosa ....io..."
"Mi sono preoccupata"
"Immagino...mi dispiace è che.."
"Cosa?"
"Avevo da un po' un dolore di testa assillante e poi....ho visto nero...del resto non ricordo nulla"
"Oh cielo"esclamai senza nemmeno accorgermene.
"Rosa ...penso che io te lo debba dire..."
Mi mancò il fiato .
"Vieni siediti qui"mi disse indicandomi delle vecchie sedie di legno abbandonate come noi in quel prato.
"Bhe ...da quando sono piccolo ho sempre sofferto di cefalea e a volte non mi attaccava solo con un mal di testa,ma con svenimenti, soprattutto in un periodo in particolare...avevo sette anni..-"
Lo anticipai dopo aver capito il concetto,sapevo quanto costava per lui dire quelle parole.
"Quando i tuoi genitori ti hanno abbandonato "
"Si..."
I suoi genitori dovevano essere delle persone orribili , abbandonare il figlio dopo che gli è stata diagnosticata una malattia..
"Loro non volevano problemi... evidentemente io ero un problema per loro"
Vidi il suo volto oscurarsi di una tempesta che piangeva e implorava di vedere il sole.
"Io no,io non ti abbandono,per me non sei un peso,per me sei il petalo più importante della mia rosa ... vieni.."
Arrivati al piano di sopra,in camera mia,aprii il cofanetto dove custodivo la mia rosa ormai appassita ,oramai consumata ma che per me continuava a vivere.
Presi un petalo e glielo porsi e quando lui lo prese vidi mulinare nei suoi occhi una gioia immensa,quella che ti da la famiglia.
"Questo è il petalo più intatto che mi rimane.. e sei tu.Saremo insieme a superare questo ...tutto questo.Tu sei la mia famiglia".
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sotto le stelle
ChickLitRosa è una ragazza di 16 anni, cresciuta in un orfanotrofio,con affianco solo il suo migliore amico Edoardo e la sua rosa, l'unico ricordo che ha dei suoi genitori. Quando lei e Edoardo verranno adottati dalla stessa famiglia la sua vita cambierà...