4 - End of an era

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Mentre cerco di prendermi un drink dal frigo, sento ancora il rossore sulle mie guance per la situazione appena avvenuta. In realtà, non sono una tipa così timida, ma i compagni di corso di Ethan mi hanno sempre messa in suggestione, mostrandosi sempre un gradino superiore a me, e facendomi sempre sentire come se non fossi abbastanza per Eth.
Rimango imbambolata nei miei pensieri mentre con una mano tengo aperta l'anta del frigo e con l'altra mi tocco le tempie sperando di trovare una soluzione alle mie paranoie, ma una voce familiare mi fa fare ritorno alla realtà.
‹‹ Troppo difficile scegliere un drink, vero? ›› esclama il collega di Jo, Cedric, facendomi sussultare.
‹‹ Se vengo interrotta mentre penso intensamente a cosa scegliere, diventa ancora più complicato ›› rispondo a tono, facendo uscire il lato strafottente e provocatorio del mio carattere. Prendo una birra e chiudo il frigo, rivolgendo al ragazzo uno sguardo minatorio.
Ma lui non sembra affatto stupito da questo mio atteggiamento anzi, sembra quasi compiaciuto dato il sorriso da ebete che gli si stava formando in viso.
‹‹ Sai, Jo parla spesso di te. MI ha raccontato anche un paio di aneddoti dati dal tuo caratteraccio ›› dice, mentre con le sue mani gioca con la cannuccia del suo drink. Posso dire che è antipatico, ma non posso negare quanto sia sexy.
Ha proprio il fascino da bello e dannato. Non è muscoloso come Eth anzi, è magrolino.. ma attorno a lui si forma un aura di cori angelici quando parla.
E mentre mi racconta di questi aneddoti a detta sua divertenti, a detta mia odiosi (devo ricordarmi di sgridare Jonathan per avermi sputtanata) io non riesco a togliere lo sguardo da quelle mani che giocherellano con la cannuccia, e da quelle spalle corrugate data la postura chinata per guardare il cocktail che ha tra le mani.
Mi chiedo come si faccia ad essere attraenti e antipatici nello stesso momento.
‹‹ Hai finito adesso? ›› sbotto tutt'ad un tratto, per fuggire dai pensieri perversi che mi stavano attraversando la mente.
‹‹ Come ti ha detto Jo, sono cose accadute a me e so bene di cosa trattano ›› continuo, abbastanza scocciata.
‹‹ Infatti, non stavo parlando di questo. Prima si, adesso ti stavo dicendo che Jo ha messo le lucine colorate che hai scelto in vetrina, si vede che ci tiene molto a te ›› dice, con tono ironico.
‹‹ Ah ››
‹‹ Come mai così pensierosa stasera? Ti mancherà il tuo fidanzatino? ›› chiede, con il tono più fastidioso che si possa usare in una conversazione, avvicinandosi al mio corpo.
‹‹ Non sono fatti tuoi ›› rispondo e vado per andarmene.
Mentre mi incammino per la sala da pranzo mi chiedo come possa uno sconosciuto essere così fastidioso e maleducato nei confronti di una ragazza.
Jonathan ha sbagliato a farlo venire qui, e anche a raccontagli tutte quelle cose di me. Mi sentirà.
Eppure oggi in negozio sembrava così gentile!
Arrivo in pista e incontro Cloe
‹‹ Stai bene, tesoro? ›› mi chiede, vedendomi visibilmente sconvolta.
‹‹ Sto bene, per il momento ›› rispondo, mentre sorseggio la birra pensierosa.
Non riesco a smettere di pensare a Eth che se ne va, ad Alessia che andrà con lui e al maleducato incontrato poco fa in cucina. Provo un misto di tristezza e rabbia, sono certa di stare per esplodere da un momento all'altro.
‹‹ Dea, di me puoi fidarti, lo sai. Cosa c'è che non va? ›› mi chiede Cloe.
Non riesco mai a nasconderle nulla, non per niente è la mia migliore amica.
Io e Cloe ci conosciamo dai tempi del liceo, fin da subito abbiamo fatto amicizia.
Nonostante il gruppetto delle popolari la bramasse per il suo bel aspetto, a lei non sono mai interessate queste cose. Lei voleva poche amicizie, ma sincere. E io amavo passare il mio tempo con lei, più di qualsiasi altra persona al mondo.
Abbiamo deciso insieme di trasferirci dal nostro paesino anonimo a Milano, sono sicura che senza di lei non sarei riuscita a sopravvivere ai ritmi di questa grande città.
‹‹ Tutta questa situazione, mi sta facendo sentire oppressa. La partenza di Eth, gli esami che tra poco dovrò dare.. ›› le dico, con aria disperata.
‹‹ Dea, penso sia normale sentirsi così. Insomma, stiamo vivendo una vita accelerata, abbiamo a malapena 20 anni, non dobbiamo farci abbattere. Eth è stato importante per te, ma a quest'età nulla è deciso e le relazioni, sopratutto, non hanno molta stabilità ›› mi dice, mentre mi accarezza una guancia.
‹‹ Comunque vada, puoi sempre contare su di me. Anche se una mattina vorrai volare fino a Londra per dare un pugno ad Alessia, io ti accompagnerò ›› conclude, sorridendo.
‹‹ Grazie Cloe, non saprei cosa fare se non fosse per te ›› le dico e la abbraccio. Sono davvero grata di averla nella mia vita.
Dietro di noi spunta una voce familiare che urla ‹‹ a me niente abbraccio? ››, mi giro ed è Jo, con il suo ragazzo e l'odioso Cedric.
‹‹ Allora, dolcezza, stai passando una bella serata? Non farti prendere dalla tristezza ora, dobbiamo solo divertirci! ›› urla, alzando i drink per aria come un trofeo.
‹‹ Beh Jo, tutto si può dire della tua amica ma no che sia dolce! ›› dice l'odioso a Jo, mentre mi fissava e sorseggiava il suo cocktail.
‹‹ Cosa intendi? ›› gli domanda Jonathan, curioso.
Cedric va per rispondere ma nota il mio sguardo che lo stava fulminando, così con un sorriso malizioso dice ‹‹ nulla Jo, lascia perdere ››.
Ma non imparerà mai a farsi i fatti suoi, vero?
Finisco d'un sorso la mia birra e vado per girarmi, ma la quantità d'alcol nel mio corpo è tale da non garantirmi un giusto equilibrio, la testa mi gira e , nel tentativo di proteggermi dalla caduta, mi aggrappo alla prima cosa che le mie braccia ubriache trovano.
Non potevano scegliere cosa, persona peggiore le mie braccia, perché mi ritrovo tra le braccia dell'odioso Cedric, che provano a sollevarmi da terra.
‹‹ Vi ho detto di non farla bere troppo! Lei non regge molto l'alcol! ›› sento dire da Cloe, la sua voce però mi risulta rimbombante.
Sento i miei occhi che non riescono ad aprirsi e la testa girare sempre più, mentre le mani di Cedric cercano di tenermi lontana dal pavimento, in tutto ciò le mie scarpe con il tacco non aiutano.
‹‹ Portiamola in cucina! Dobbiamo sollevarla ››
‹‹ Piegatele la testa! ››
‹‹ Tenetele la lingua! ››
Nel mio cervello la confusione era tale da non riuscire nemmeno a distinguere le voci, ma ad un certo punto sento Eth gridare a gran voce ‹‹ DEA! DEA! PORTATELA NELL'ALTRA STANZA! ››
Apro per un attimo gli occhi e riesco a vedere Eth correre verso di me con il terrore nel suo sguardo, poi il buio.
.
.
Dei piccoli colpetti sulle guance mi riportano alla realtà.
Mi risveglio in cucina, sul tavolo, con lo sguardo di tutti i presenti puntati addosso.
"Ho rovinato tutto" penso tra me e me. Cazzo, solo oggi dovevo stare attenta a non fare figure di merda. Solo ed esclusivamente oggi. Cosa penseranno i compagni di Ethan? E Alessia? Sono fottuta.
‹‹ Eccola! Finalmente sei tornata, Dea. Ci hai fatto preoccupare ›› sento dire da Jonathan, mentre mi abbraccia.
‹‹ Falla respirare! Dea, stai bene? ›› mi chiede Cloe. Annuisco.
Sento tanti mormorii intorno a me, tutti sembrano sollevati dal mio risveglio.
‹‹ Ragazzi, la festa continua! Lasciate riprendere Dea e divertitevi ›› urla Eth ai suoi compagni, e non sa quanto io gli sia grata per essersi sbarazzato di tutta quella gente.
Mi sollevo e mi accarezzo la testa, dolorante.
‹‹ Sto bene, ragazzi. Non vi preoccupate ›› dico per tranquillizzarli.
‹‹ Grazie Ced per avermi tenuta, mi sarei provocata un po' di lividi se non mi avresti presa al volo ›› concludo, guardando l'odioso ragazzo dalle mani forti.
Lui non risponde, ma sorride. Forse no è così odioso come pensavo.. o sicuramente è l'alcol che mi fa pensare cose strane.
‹‹ Vuoi andare a casa tesoro? ›› mi chiede Cloe, con aria preoccupata.
‹‹ Tranquilla, Cloe. Sto bene ›› rispondo e scendo dal tavolo.
‹‹ Mi sento davvero bene ora! ›› dico, guardando tutti ‹‹ Ho vomitato per caso? ›› domando.
Vedo tutti negare con la testa, ridendo. C'è un non so che di comico in tutta questa faccenda.
‹‹ Ti abbiamo dato un integratore, per farti riprendere ›› dice Eth. Sicuramente una di quelle strane cose che prende lui per tenersi in forma.
Ringrazio tutti per essermi stati vicino e mi siedo su una delle sedie che ci sono in cucia.
‹‹ Ti predo del cibo ›› mi dice Cloe. Annuisco. L'ultima cosa che avevo mangiato era l'avanzo di pasta a pranzo.
Cloe mi porge delle pizzette e dei tramezzini presenti alla festa, e inizio a mangiare. Nel frattempo intorno a me si erano seduti anche Jo, Carlo, Eth e Cedric.
All'improvviso mi ricordo che questa è la sua festa di addio quindi dico a Ethan di non preoccuparsi per me e di andare dai suoi invitati, perché ero in mani sicure.
‹‹ Va bene, Dea. Qualsiasi cosa, chiamami. Io sono nei paraggi ›› mi dice, e salutandomi con un bacetto sulla guancia, se ne va in salotto dagli alti.
‹‹ Che coglione ›› sento mormorare, e si tratta ovviamente di Cedric. E io che mi ero ricreduta nei suoi confronti.
‹‹ Hai qualche problema? ›› rispondo, rivolgendomi a lui.
‹‹ No, è che se la mia ragazza si fosse sentita male, io le starei vicino, non me ne andrei a spassarmela con i miei amici ›› mi dice lui, con aria sera.
Non posso dargli torto, ma cosa potevo fare? La festa è per lui, e non posso rovinarmela solo perché ho bevuto troppo. E poi, cosa ne può sapere lui della mia relazione con Ethan? Nessuno dovrebbe impicciarsi nelle relazioni altrui.
‹‹ Con il carateraccio che hai, dubito che tu possa trovarti una ragazza ›› rispondo con tono scocciato, mentre tutto il nostro gruppo di amici urla un " ooooooh".
‹‹ Amico! Ti ha proprio spento! ›› dice Jo.
Cloe ride, so che ama particolarmente quando rispondo a tono alle persone, d'altronde è una cosa che ho imparato da lei.
‹‹ Scusami, chi te l'ha detto che non ho una ragazza? ›› mi dice Cedric, con il suo solito tono malizioso.
Intorno a noi il silenzio, poi me ne esco con la frase ‹‹ Beh, se ce l'hai mi dispiace per lei ›› e intorno a me scoppia il caos.
Carlo e Cloe ridono, mentre Jo a gran voce grida ‹‹ BOOM! Affondato e colpito! ››
La serata continua, e noi la passiamo per la maggiore a quel tavolo, per evitare di sentirmi di nuovo male.
Nonostante ciò, tra le battute di Jo e la risata di Cloe, passiamo una delle serate più belle da quando sono qui a Milano, una di quelle in cui ti fa male la mascella di tanto che ridi.
Il tempo passa, sono circa le 04:00 di mattina ed il volo di Eth è alle 6:30.
Alla festa siamo rimasti in pochi, alcuni erano troppo ubriachi per salutare Eth e gli altri compagni che sarebbero partiti con lui.
Si sono messi d'accordo e hanno già le valigie pronte, così da poter partire subito dopo la festa.
‹‹ Ragazzi, grazie per questa bellissima serata ›› dice Eth, cercando di parlare a bassa voce dato l'orario.
‹‹ Ho passato una bellissima serata, anche se mi toccherà fare il viaggio in after. Mi mancherete davvero tanto ›› continua.
Tutti quanti ci stringiamo in cerchio per salutare Eth e gli altri che partiranno con lui, l'atmosfera diventa davvero malinconica.
Certo, sono persone un po' snob, ma sono davvero dei buoni amici per Ethan e sono davvero grata per questo. So che avrà anche la loro spalla su cui contare e questo mi rende sicura e fiera.
Tutti prendono la loro valigia (chi le aveva messe in camera di Ethan, chi le aveva lasciate in macchina) e insieme lasciamo l'appartamento per salutarli quando entreranno in taxi.
Anche se non tutti sono sobri, comunque riescono a portare le valigie al portone e li si salutano di nuovo, definitamente.
Io sono vicino al cofano della macchina, intenta ad aiutare a sistemare le valigie nel cofano per farle entrare tutte, con Cloe vicino che mi da una mano, quando la mano di Ethan mi prende dal braccio e mi tira verso di lui, allontanandoci un po' dagli altri.
‹‹ Ti devo parlare ›› dice Eth, con tono serio.
‹‹ Si tratta di qualcosa di urgente? Devi partire ›› rispondo, cercando di mantenere una bassa tensione.
‹‹ Deianira, non ci vorrà molto. Ho bisogno solo che mi ascolti per 2 minuti ›› mi dice, guardandomi negli occhi.
Io mi sposto una ciocca di capelli dal viso e , sorridendo, dico ‹‹ va bene, dimmi pure ›› .
‹‹ Non so da dove iniziare.. ›› balbetta. Io rido. Non è una cosa molto comune vederlo in imbarazzo.
‹‹ Sei stata davvero indispensabile per me. Mi sei stata vicino in questi quasi 12 mesi di relazione, e probabilmente non sarei qui se non fosse per il tuo appoggio ›› mi dice.
Poi continua ‹‹ Ti sono e ti sarò grato per sempre per ciò che hai fatto per me e per tutto l'affetto che mi hai dimostrato ››, io lo guardo confusa. Non capisco subito a cosa volesse arrivare, oppure semplicemente non voglio capirlo.
‹‹ Ma, comunque, almeno parlo per me, non mi va di vivere questa nuova esperienza senza poterla vivere al 100%, allo stesso tempo non mi va di mancare di rispetto a te ›› spiega, ma a me sembra che nemmeno lui sappia cosa voglia dire.
‹‹ Cosa intendi? Non capisco ›› chiedo, confusa.
‹‹ Dea, siamo giovani, tu più di me. Ne io posso vivere queste esperienza senza la spensieratezza con cui va vissuta, ne tu puoi stare 6 mesi sola ad aspettarmi. Non ci farebbe bene ››.
Le parole suonano rimbombanti nella mia testa. Mi sta lasciando, ovviamente mi sta lasciando. Il nostro non è mai stato ciò che comunemente viene definito "amore", ma sicuramente è stato qualcosa, o almeno per me.
E sono sicura che ci saremmo lasciati, prima che sarebbe tornato in Italia, ma secondo me questo non è ne il momento ne il luogo giusto per affrontare questo tipo di discorso.
Secondo me ci meriavamo almeno una conversazione premeditata, una rottura più meditata e ragionata e un discorso fatto con più tranquillità, almeno per me la nostra relazione valeva più del discorsetto composto da frasi fatte che stava recitando. Sono sicura che qualche suo amico gli abbia suggerito le parole da dirmi.
Mentre Eth continua a dirmi parole senza senso che io non provo nemmeno a capire, con la coda dell'occhio vedo Cloe con Jo e gli altri intendi a fissarci, con espressione preoccupata. Data la faccia dispiaciuta di Jo in quel momento, capisco che loro sanno ciò che sta succedendo.
Ethan mi sta lasciando e i miei amici sono li, a vedermi, a provare pena per me. E io come una cogliona non riesco a dire una parola, non riesco ad ascoltare una parola e non so come fuggire da questo imbarazzo totale. E, cosa più importante, non saprò come fuggire ai tentativi dei miei amici di consolarmi.
‹‹ Eth, basta così. Ho capito, è finta. Puoi anche finirla di umiliarmi ›› dico, interrompendo quel discorso senza senso che non riuscivo nemmeno a capire.
‹‹ Dea, non voglio annoiarti. Voglio solo che sappia che non è colpa tua, e che non è definitiva. Possiamo sempre riprovarci quando tornerò ›› mi risponde, avvicinandosi come per consolarmi.
Con la mano cerca di darmi una carezza consolatoria che io scanso, e dico ‹‹ Fai buon viaggio Eth ››.
Giro i tacchi e mi incammino verso il mio gruppo di amici, senza voltarmi, nemmeno per vederlo salire in macchina. ‹‹ Andiamo a casa ›› dico loro, senza spiegarmi.
Perché se c'è una cosa che i miei amici sanno bene è che non voglio parlare in momenti come questo, quindi mi ascoltano e ci incamminiamo tutti verso casa, in silenzio.
Nel mentre che cammino, sento la macchina di Eth mettersi a moto e partire, sempre più in lontananza, e allontanarsi, insieme ai miei passi che si fanno sempre più lunghi e veloci, fino a non sentirla più.
Il non sentire più il motore della macchina, insieme all'alba di Milano, mi regalano una sensazione di sollievo e di leggerezza che, in questo momento, mi sollevano.
È finita, questa volta è davvero finita.
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Ciao, se la mia storia ti sta piacendo lasciami una recensione e dimmi cosa che pensi ☺️
Questo è il capitolo più lungo scritto fino ad ora, e probabilmente saranno sempre così lunghi se non di più ! Ci vediamo al prossimo capitolo

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 14, 2022 ⏰

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