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Il giorno del matrimonio di Elena, la cugina di Manuel, arriva davvero, come tutte le cose con cui prima o poi bisogna fare i conti.

Ma Manuel non sa, quando apre gli occhi quella mattina, che non dovrà affrontare solo il fantasma del padre, bensì i suoi sentimenti per Simone.

Perché Simone è davvero pronto a tenergli compagnia l'intera giornata, e gli ha appena inviato un messaggio di buongiorno, come ha fatto ogni giorno della settimana appena passata, e di quella precedente, e della precede ancora, da quando Manuel gli ha confessato di amarlo, insomma.

Manuel nemmeno si spiega il perché, forse è un modo per fargli sentire la sua presenza, per dire "io ci sono, sono qui e non me ne vado, non io".

Controvoglia indossa il suo completo elegante, quello blu, costituito da giacca e pantalone, con una semplice camicia bianca. Si è categoricamente rifiutato di indossare una cravatta.
Aspetta che la madre sia pronta, impiegando il tempo a parlare con Simone.

Decide che non gli basta più messaggiare, lo videochiama, e si ritrova al di là dello schermo un Simone a petto nudo, un'immagine che gli fa mancare leggermente il respiro.

«Che fai Simò?» domanda, incuriosito.
«Stavo per vestirmi però c'è qualcuno che continua a scrivermi, impedendomelo» ribatte il minore, ridacchiando.

«Pe me puoi restà pure così eh» ridacchia Manuel a sua volta, deciso a mostrare quanto apprezzi quella visione.

E riesce nel suo intento, a giudicare da come sta arrossendo l'altro che «coglione» afferma, infatti, ridendo.

Poi lo vede alzarsi dal letto, e riceve per sbaglio un primo piano dei suoi addominali, che non lo lascia del tutto indifferente. Improvvisamente pensa che avviare quella videochiamata non sia stata un'idea brillante, visto il problema che di lì a poco si ritroverà nei pantaloni.

«Ti metto qua guarda, così mi vesto, mentre te parli» afferma, poggiando il telefono sulla scrivania, ma Manuel risulta straordinariamente silenzioso.

È troppo impegnato ad osservare Simone che indossa la sua camicia bianca, per poi chiudere bottone dopo bottone con una lentezza disarmante, ad osservarlo mentre sbottona i pantaloni neri per infilarla al loro interno, a scrutare il modo in cui la sistemi per poi richiuderlo, desiderando ardentemente di essere fisicamente lì, in quel momento.

Si innamora un po' di più quando lo vede poi sistemarsi i ricci in disordine nella fotocamera interna, invece che nello specchio, ma solo perché non l'ha ancora visto arrossire.

«Sei proprio bello» gli dice infatti, a bassa voce, quasi come se quel momento fosse troppo intimo per essere macchiato da una tale confessione, e per questo Simone avvampa, diventando, ai suoi occhi, ancor più adorabile.

«Anzi, sei proprio adorabile» sputa fuori infatti, sorprendendo anche sé stesso.

«Da quando Manuel Ferro usa 'ste parole?» ridacchia Simone, sedendosi alla scrivania, di fronte al cellulare.

«Descrivo solo quello che vedo oh» ribatte l'altro, scrollando le spalle.

«Ma non hai caldo con 'sta giacca Manu?» domanda Simone, notando che, a differenza sua, l'amico è già vestito di tutto punto, nonostante manchi ancora qualche minuto prima di uscire di casa.

E Manuel vorrebbe dirglielo che il caldo che sta sentendo non ha niente a che fare con la temperatura esterna, ma è molto dipendente da ciò che sta occupando lo schermo del suo telefono in quel momento, ma Anita lo interrompe, urlandogli che è tempo di andare.

La sente anche Simone, che gli sorride e «a fra poco?» chiede.

«A fra poco Simò» risponde Manuel, mandandogli un bacio con la mano, prima di chiudere la chiamata e lasciare Simone a fissare lo schermo — ormai vuoto — inebetito.

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