Capitolo 4

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Sto combattendo contro un ragazzo della mia stessa età in un'esercitazione con la spada, quando Jack si precipita nella palestra e mi tira via. Il mio stupore dura solo un attimo, poi mi fermo e, di conseguenza, faccio bloccare anche Jack.
"Ma che diavolo ti prende? Che succede?" Gli chiedo sorpresa. Lui mi guarda allarmato e mi strattona il braccio, ordinandomi di ricominciare a correre. Faccio come mi dice perché dopo tanti anni ho imparato a fidarmi di lui.
"Ti hanno scoperta, Tal. Non so come, ma ci sono riusciti" le sue parole mi gelano il cuore e sento la paura farsi strada per uscire. La ricaccio indietro perché è l'ultima cosa che mi serve adesso. Continuiamo a correre, ma adesso so dove stiamo andando: al buco nella recinzione. Stiamo scappando.
Strisciamo sotto di esso e la nostra fuga continua.
- Dove andiamo- chiedo a Jack ansimando.
- Non molto lontano- risponde una voce dietro di noi. Ho appena il tempo di voltarmi prima che qualcosa mi si infili nel braccio. Mi sento stanca e mi gira la testa. Guardo il braccio e vi vedo una piccola freccetta conficcata. Tranquillanti. Devono essercene in una buona dose lì dentro. Rallento la corsa fino a fermarmi, anche se urlo fino all'ultimo ai miei muscoli di fare il contrario. Tutto intorno a me gira vorticosamente. In lontananza sento la voce di Jack che mi chiama. Le gambe mi tradiscono e non reggono più il mio peso. Cado, ma due braccia mi prendono poco prima che cada. Sento quelle stesse braccia passare l'una sulla mia schiena e l'altra sotto l'incavo delle ginocchia e alzarmi come se non pesassi nulla. Le palpebre pesano quintali è ormai non riesco più a tenerle aperte. L'ultima cosa che riesco a vedere prima di perdere i sensi, è il verde smeraldo dei suoi occhi. Poi, il nero.

Sbatto lentamente le palpebre e mi guardo intorno, senza riconoscere il luogo in cui siamo. Le ultime immagini che ho visto mi arrivano al cervello violentemente e provo a muovere le mani e i piedi, ma sono entrambi bloccati da anelli di metallo. Sono bloccata sui sedili dell'auto. Si, perché sono in auto e sono accanto al guidatore, che, ovviamente è il ragazzo che mi ha rapita.
- Dove stiamo andando?- chiedo con la mia solita voce fredda senza guardarlo.
- Al quartier generale dei Completi. Ti faranno delle analisi e un lungo interrogatorio, quindi preparati psicologicamente- risponde e mi sento i suoi occhi addosso. Chiudo i miei e faccio un respiro profondo, stringendo i pugni finché le nocche non mi diventano bianche.
- Probabilmente ti faranno questa domanda all'interrogatorio e tu di sicuro mentirai spudoratamente. Quindi, te la faccio adesso così puoi essere sincera, ok? Perché hai tenuto nascosti i tuoi poteri?- mi chiede. Non rispondo e guardo il panorama fuori dal finestrino, anche se si tratta solo di campagne deserte.
- Pronto? Sei diventata sorda?- mi richiama.
- Hai ragione a dire che mentirò per tutto l'interrogatorio, quindi perché diavolo dovrei dirlo a te?- sbotto e mi volto a guardarlo, furiosa.
Lui non stacca gli occhi dalla strada e fa una specie sorriso storto.
- Perché io ti aiuterò, al contrario di quelli a cui vuoi mentire- rivela. Lo guardo sorpresa e speranzosa.
- Allora mi farai scappare?- gli chiedo e mi affloscio subito quando lo vedo scuotere il capo.
- No, bambolina, mi dispiace. Però posso falsificare i risultati dei test che ti faranno affinché esca un solo potere, invece dei due che controlli- rivela. Mi paralizzo sulla sedia e sbianco.
- T-tu come..- inizio a chiedere.
- Quando ti ho afferrata avevi un braccio bollente, mentre l'altro era più freddo del ghiaccio. Allora ho capito. Bambolina, tu non hai idea delle cose orribili che potrebbero farti se lo venissero a sapere. Non sei la prima con questa particolarità e, almeno per quello che mi hanno raccontato, non è piacevole essere sottoposti ai test che riservano ai Particolarmente Completi, così vi chiamano. Quindi scegli uno dei tuoi poteri e dimmelo. Io lo metterò nei risultati e quello sarà il potere che userai per tutto il tempo- mi spiega.
- Perché non puoi cambiare i risultati scrivendo che sono un'Incompleta? E non chiamarmi bambolina- gli chiedo ancora. Lui scuote la testa.
- Non è così semplice, bambolina. Se potessi, credimi, lo farei- risponde e lo vedo stringere la presa sul volante. Non so perché, ma gli credo. Non mi fido completamente di lui, ma non dubito che quanto mi abbia detto sia vero. Annuisco e appoggio la testa sul sedile, chiudendo gli occhi e inspirando profondamente.
- Non vorrei interrompere la tua lezione di yoga, bambolina, ma siamo arrivati e tu devi dirmi che elemento hai scelto- mi riscuoto dai miei pensieri e lo guardo.
- L'acqua- rispondo. Di solito è considerato l'elemento più inutile, quindi mi farà dare meno nell'occhio.
Lui sorride e ferma l'auto.
- Bella scelta, bambolina- dice, poi scende dall'auto e apre la portiera dal mio lato.
- Ascolta, ti ho dato meno tranquillante del dovuto, quindi in teoria tu dovresti essere ancora svenuta, ok? Fingi di esserlo- mi sussurra liberandomi mani e piedi. Annuisco e chiudo gli occhi. Lo sento prendermi nello stesso modo di prima e camminare.

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