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Sembrerà uno scherzo ma io sono nata esattamente il primo di gennaio, allo scoccare della mezzanotte mentre iniziava un nuovo anno.

E, sempre strano ma vero, per colpa del compleanno sotto le feste, ho sempre festeggiato con i miei amici il venti di dicembre, prima dell'inizio delle vacanze quando tutti siamo ancora in città.

Che poi, la parola festeggiare è un'esagerazione.

Ci incontriamo dopo la fine delle lezioni fuori dalla scuola e poi andiamo tutti insieme alla tavola calda che si trova a pochi passi da lì.

Penserete "la tavola calda, che cliché", eppure è proprio lì che andiamo, soprattutto perché la proprietaria, Marlowe, prepara i pancake migliori di tutto lo stato.

Ed eccoci qui, alla nostra cosiddetta "tavola rotonda": io, Katy, l'altra nostra amica Ellie con la sua gemella Amber, e i ragazzi del gruppo, Lucas e York.

Manca una persona sola: Aiden. Ma, da come si è potuto notare, non faccio i salti di gioia all'idea della sua presenza.

Non siamo mai stati veramente amici. Lui è solamente il migliore amico di York che, essendo il ragazzo di Ellie, ha iniziato a uscire con noi portandosi dietro l'amico.

Okay, non è proprio la verità ma, il fatto che fossimo ogni singolo giorno, di ogni anno scolastico, in classe insieme e che quando eravamo piccoli le nostre madri erano amiche, dunque di conseguenza ci facevano passare i pomeriggi insieme, mi sembra piuttosto normale dire che la sua presenza mi da sui nervi.

Da quando posso ricordare, ho passato buona parte della mia infanzia insieme a lui. Compleanni vari, pomeriggi al parco, giri tra i negozi con le nostre madri. Accidenti, avevamo pure la stessa babysitter!

Per fortuna, la mia intendo, man mano che siamo cresciuti abbiamo preso le distanze l'uno dall'altra.

Anche perché io li ricordo ancora i suoi "scherzetti innocenti".

Se ne sono susseguiti un'infinità ma, quello peggiore di tutti lo ricordo più che limpidamente. Quando avevo sette anni ero molto fiera dei miei lunghissimi capelli. Durante uno dei tanti pomeriggi insieme con la babysitter, che amava tanto farsi gli affari propri, quel bambino pestifero che non era altro aveva passato un pomeriggio a masticare chewing-gum per poi formarne una pallina, delle stesse dimensioni di una da tennis, e tirandomela tra i miei amati capelli.

Inutile dire che tagliarli fu una tragedia.

Poi c'è stata la questione della gita scolastica al primo anno a cui non ho potuto partecipare, del mio lavoro di scienze, per i crediti extra, distrutto in mille pezzi e della volta che mi ha riempito l'armadietto di schiuma.

Penso che il "per colpa sua" sia abbastanza sottinteso.

Direi che sono più che giustificata a dire che non faccio i salti di gioia alla sua presenza, giusto?

«Emozionata per la vacanza?» Mi domanda Amber, distraendomi da questi fastidiosi ricordi.

«Certo che si! Non avrei potuto desiderare di meglio come regalo di compleanno.» Le rispondo con un enorme sorriso che rivolgo poi a tutti i presenti.

«Ragazzi sono troppo felice! Due settimane intere con voi» dice Katy.

«Probabilmente dopo non ci vorremo più vedere!» Esclama, invece, York.

Una risata generale si alza dal nostro tavolo e alcuni clienti del locale si girano a guardarci.

«Comunque, ragazzi, non era necessario festeggiare in anticipo come gli altri anni dato che il mio compleanno lo passeremo insieme.» Dico.

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