Capitolo 4

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Greta era immobile sotto le coperte, con le mani sul suo grembo. Guardava un punto fisso del soffitto, mentre si tormentava. "E' una gravidanza a rischio", aveva detto il medico. Molto probabilmente non l'avrebbe portata a termine. Un'altra volta. Possibile che non dovesse andarle mai bene niente!?? Era delusa ed impaurita. Le sembrava una maledizione che non fosse destinata a finire. 

Malcolm entrò nella stanza. << Mi spiace lasciarti sola adesso, ma il dottore ha detto che devi riposare. >>, le dichiarò affranto. Lei si sollevò lentamente: << Malcolm, lui è qui...E' tornato...E non vuole che noi abbiamo questo bambino! >>, mormorò corrucciata. Egli sospirò. << Sciocchezze! Tu l'hai ucciso! Me l'hai detto tu, che l'hai visto morto! >>, ribattè. << E se non fosse così...? Forse dovevo rimanere lì con lui...Lui voleva così...Ecco perchè sta facendo tutto questo...Lui mi voleva tutta per sè!! E ora vuole portarmi via il bambino!! E' una vendetta... >>, continuò Greta. << No, sei solo sotto shock! Hai paura di perdere un altro bambino! Devi stare tranquilla e riposare!! >>, cercò di calmarla con dolcezza. << Malcolm, ascoltami: anch'io pensavo non fosse possibile, ma sono successe troppe cose strane ultimamente!! Non mi credi?? >>, protestò lei. Lui la guardava come si guardano i matti. << Forse è una reazione psicologica...Che ne dici se quando torno ci mettiamo a cercare uno specialista? Forse hai bisogno di un aiuto...>>, disse l'uomo. Greta cambiò espressione. << Io non sono pazza! >>, gli rispose. << Non sto dicendo questo...>>, cercò di giustificarsi Malcolm. << Va bene. Senti, io vado a lavoro. Se hai problemi, chiamami! Cerca di riposare. >>, le disse dolce mentre la salutava con un bacio. Così scese al piano di sotto e si tirò la porta alle spalle. Ecco, se n'era andato. Di nuovo. Anche lui! Quella fu la prima volta in vita sua in cui Greta si sentì davvero sola. Fino a un attimo prima pensava di aver trovato l'uomo della sua vita, l'unico che l'avrebbe capita, protetta, amata. Invece neanche lui le credeva più. Stava perdendo di nuovo tutto...e forse anche la sua stessa vita. Ma niente la preoccupava più del suo bambino. In quel momento quella creatura era diventata la sola cosa più importante per lei! No, non poteva perdere anche lui. Non un'altra volta! Improvvisamente però, avvertì il pavimento e le mura scricchiolare. Si guardò intorno spaventata. Era ancora lui...!? Indietreggiò tremante, poi ansimò: << Brahms...? Sei tu? Sei qui?? >>. Non ebbe risposta. << Se sei ancora tu, vattene ti prego! >>, disse con voce rotta, poi si lasciò andare sul letto. << SEI TORNATO DAL MONDO DEI MORTI PER FARMELA PAGARE, EH??! O SEI SOPRAVVISSUTO ALLA MIA PUGNALATA?? COM'E' POSSIBILE??! ORA VUOI PORTARMI VIA MIO FIGLIO??! ALLORA??! RISPONDI! MOSTRAMI DI NUOVO CHE NON SONO PAZZA!! >>, esclamò a voce alta. Ma la donna non sentì più nulla. Così si raggomitolò nelle coperte, e, accarezzandosi il ventre, sussurrò: << Tranquillo piccolo mio, non ti succederà niente! La tua mamma è qui. >>. Piangendo silenziosamente, si addormentò.

Si fece pomeriggio. Greta era sveglia, ma ancora nel letto: aveva seguito i consigli di Malcolm e del medico. << Eddai, rispondi!! >>, sbuffava mentre aspettava che il suo fidanzato le rispondesse al cellulare.  << Ah perfetto! >>, borbottò quando scoprì che era scomparso il segnale di rete. Non ci voleva! Sospirò e si alzò dal letto. Da quando era sola non faceva che dormire e annoiarsi! Si trascinò al piano di sotto e sbirciò fuori dalla finestra. Era già buio pesto, e ovviamente si era unita la pioggia. Greta si sforzò di scorgere qualcosa tra gli alberi che si agitavano, ma non riuscì a vedere perfettamente niente! Così si arrese e tirò la tenda...ma non si era accorta che qualcuno lì fuori c'era, e la stava osservando. Non le rimaneva che guardare la tv! Si sedette sul divano e la accese. Dopo una lunga carrellata, si rese conto che neanche la televisione era in grado di soddisfarla! Il sonno stava di nuovo per impossessarsi di lei, quando improvvisamente le capitò un canale di musica classica. Che strano, non le sembrava di aver pigiato alcun tasto! Eppure, si lasciò trasportare dal suono familiare di quelle note, e si addormentò. 


"Greta..." Era di nuovo quella voce. Ma stavolta era diversa. Non era più quella di un bambino. Era una voce calda, tenebrosa...Era la voce di un uomo che sapeva quello che voleva! "Greta, ti avevo detto di non andartene! Io ti avrei protetta, amata, per sempre. Ma tranquilla, sono qui, sono tornato! E il bambino che porti in grembo sarà nostro figlio. Non gli succederà niente di male, te lo prometto. Ma tu devi seguire le regole!"

Riaprì gli occhi. Sussultò. Questa volta le parve davvero ci fosse qualcuno con lei! Ansimò. La televisione era ancora accesa. Il campanello suonò. Si girò di scatto. Chi poteva essere a quell'ora?? Non poteva essere Malcolm: avrebbe avuto già le chiavi! Si alzò lentamente dal divano ed avanzò cauta. << Chi è??! >>, chiese. Non ebbe risposta. Aprì la porta, ma la sua più grande sorpresa fu quella di non trovare nessuno. Oltrepassò l'uscio per controllare meglio. << Heylà...? Chi è??! Malcolm...? >>, domandò ad alta voce. Poi sentì un fruscìo dietro di lei. Si voltò, e vide per terra un pacco. Stranita, lo raccolse, rientrò in casa e chiuse la porta. Poggiò sul tavolo la scatola misteriosa, sulla quale c'era un biglietto con su scritto: " Per Greta Evans." Che strano...Non aveva ordinato niente! Lo aprì sospettosa, e alla vista del contenuto un forte senso di orrore la pervase. Un urlo le si strozzò in gola. Era quella bambola. I pezzi erano stati riattaccati alla perfezione!  Era lui. Era Brahms. Ma le sorprese non erano ancora finite: c'era anche una lettera! La donna, tremante e con le lacrime agli occhi, decise di leggerla. Essa recitava: 1. Riposa. 2. Mangia quello che ti preparo io. 3. Prendi le medicine. 4. Passa la maggior parte del tempo a letto. 5. Non uscire. 6. Non parlare con nessuno. 7. Prenditi cura di te e del bambino. 8. Digli parole dolci. 9. Fagli ascoltare la musica o canta per lui. 10. Dagli sempre la buona notte accarezzandoti il grembo. 

Non poteva crederci. Stava accadendo di nuovo! Quando finì di leggere la lettera, si accorse che il concerto alla TV era finito. Si avvicinò allo schermo: si trattava della "Ninna nanna", opera 49 numero 4,  di Johannes Brahms.








Rieccomi dopo tanto tempo! Scusatemi per la mia assenza! Sono mortificata!! Mi siete mancati tanto <3 Spero vi sia piaciuto questo capitolo!! Ora si aprono le danze!! Non abbandonatemi! Alla prossima!!

THE BOY: La rivincita di BrahmsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora