3. If I Only Could

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I'd make a deal with god and get him to swap our places.

"Perché sei qui?" chiesi con un filo di voce.
Non ero sicuro di essere in grado di reggere quella conversazione, non in quel momento almeno.
"Volevo vedere come stessi". Mentì e me ne resi conto: non era venuto a vedere come stessi per un anno, perché avrebbe dovuto cominciare adesso.
"Bakugo è già passato?" chiese mentre oltrepassava la soglia della porta. Non risposi, perché avrei dovuto? Non era venuto, certo, ma a lui non doveva importare.
"Non hai molta voglia di parlarmi, vedo"; per lo meno non era diventato più stupido di quanto mi ricordassi. Quando si sedette però un dubbio me lo fece venire.
"Cosa vuoi esattamente?" domandai scontroso, più scontroso di quanto non fossi mai stati in vita mia. Non mi sembravo io, ma con lui intorno non ero mai veramente io. Con nessuno, a dire il vero.
"Mi dispiace Midoriya. Davvero, mi dispiace per quello che ho fatto. Avrei dovuto aspettare e fare le cose meglio, ma avevo paura." Aveva una voce flebile quasi stanca e parlava sottovoce. Capii che si vergognava di quello che aveva fatto, capii perché lo aveva fatto e questo cominciava a bastarmi per perdonarlo.
Rimasi in silenzio e lui continuò: "Avevo paura che rivedendolo potessi ricadere nella tua malattia, volevo che stessi bene, davvero. Volevo che fossi felice."
Ancora silenzio. Non sapevo cosa dire, era una cosa sensata, quasi premurosa, ma ancora mi sentivo come se fosse sbagliato perdonarlo.
"Io non so cosa..." iniziò a voce più alta alzando le mani al cielo e cambiando posizione sulla sedia su cui si era seduto ad un certo punto.
"Portami a casa" lo interruppi.
Bakugo non sarebbe arrivato, era già tardi perché fosse ancora a scuola.

Il viaggio fu davvero breve, abitavamo vicino a scuola e la macchina fu necessaria solo perché con la mia caviglia sarebbe stato troppo per me.
Non ci scambiammo neanche una parola. Guardammo avanti e sentivamo la musica che passava alla radio senza ascoltarla.
Quando arrivammo lo feci stare in macchina, ci mancava solo che Bakugo lo vedesse alla nostra porta per coronare la meravigliosa giornata che era stata.
"Grazie" sussurrai mentre mi aiutava a scendere.
Mi allontanai abbastanza velocemente e suonai alla porta insistentemente.

"Ma che ti prende?" chiese Bakugo quando lo spintonai un po' per entrare lasciandolo sulla soglia chinato come un deficiente.
"Niente, ho solo una caviglia slogata e diverse ossa rotte, ma davvero sto bene, grazie per averlo chiesto" sbottai.
A lui non sembrò importare della mia scenata; "Perché ti ha riportato lui a casa?" chiese accigliato.
E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
"Perché?" chiesi ironicamente alzando la voce.
"Non avrebbe dovuto" borbottò a denti stretti.
"No Bakugo hai ragione, non avrebbe dovuto perché avresti dovuto farlo tu". Ero in collera. Non avevo mai urlato così, con quell'odio nel petto che fuoriusciva tutto insieme come un vulcano che esplode.
Vidi il suo volto cambiare espressione. Era quasi scioccato dalla mia reazione.
"Cos... Lo sai che non potevo, si sarebbero fatti delle domande..." balbettò.
"Cristo Bakugo, viviamo fottutamente insieme, certo che si sarebbero fatti delle domande, e la risposta sarebbe stata 'Oh beh, vivono nella stessa cazzo di casa'".
Non ero più in me, qualcosa si era rotto.
"Sto stanco Katsuki, stanco di non poter fare nulla, di non avere nessuno perché tu hai paura."
Ripresi fiato; "Stanco di non avere nessuno alla mattina che cammini con me, stanco di svegliarmi e vedere la tua parte di letto fatta perché devi uscire prima per non farti vedere con me, stanco di svegliarmi in infermeria e vedere la sedia degli ospiti vuota."
Quando dissi quelle cose mi resi conto di avere qualcosa che non andasse: dentro di me tutti giorni passati a fingere che andasse tutto bene erano rimasti incastrati nella mia mente, tutte le cose che avrei voluto dire e fare e che non avevo detto o fatto in realtà non erano passate con leggerezza. Mi resi conto di essere ferito, di non essere poi così felice come credevo. Ero solo bravo a nasconderlo persino a me stesso.

"Non credo di poter andare avanti così".

~ 𝐖𝐨𝐮𝐧𝐝𝐞𝐝 𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭~ [bakudeku] 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora