Capitolo 1

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Istruzioni:
T/n=tuo nome
T/c=tuo cognome
C/o=colore occhi
C/c=colore capelli

Ehi come state? Questo è il primo capitolo di questa emozionante storia. Spero vi piaccia e nulla vi lascio alla lettura <3

Era una fredda mattina di dicembre, ero come sempre nella cella sotto sorveglianza dell'ospedale psichiatrico in cui ero rinchiusa da anni. Mi venne la folle idea di scappare e decisi di farlo senza un piano preciso.
Durante il pranzo mangiai a testa bassa cercando qualche idea strampalata per uscire da questo inferno, non credo che questo piano funzionerà ma tanto vale provarci, o la va o la spacca. Nell'ora libera decisi di evadere, mi diressi verso l'uscita e svoltai a destra diretta ai bagni del giardino, trovai una guardia donna appoggiata al muro della piccola struttura

Guardia: cosa vuoi fare tu?
T/n: devo pisciare. Devo essere sorvegliata anche per questo o posso avere un po' di privacy?
Guardia: vada pure non ci tengo a guardare

Mi avvicinai verso la porta ma prima di entrare afferrai l'agente che si dimenò come una disperata, le misi la faccia nel cesso e morì lentamente, mi cambiai con la sua uniforme azzurra e nascosi bene il corpo, dopodiché avanzai verso il cancello e lo aprii senza troppi problemi, montai su un motorino e uscii a tutta velocità. Prima che il resto degli agenti si accorse che ero fuggita io ero già scomparsa in mezzo a qualche campo di grano.
Arrivai in un centro abitato isolato dal resto del paese e senza timore parcheggiai la moto sul marciapiede e bussai all'unica casa in cui sembrava viverci qualcuno. Aspettai un paio di minuti prima che la porta si spalancò e ne uscì un ragazzo alto circa 1.90 con i capelli ambrati e gli occhi cupi. Gli puntai la pistola in faccia e lui con una mossa agile me la fece cadere per terra.

?: senta agente, non so cosa voglia da me ma non ho fatto nulla di male
Disse lui con voce baritonale e grave, io scoppiai in una risata esagerata e lo sconosciuto mi guardò confuso
?: cosa ha da ridere? Non capisco
Chiese rendendosi conto che lo stavo prendendo per il culo
T/n: mi hai seriamente scambiata per uno sbirro? Sei davvero un cretino
Lo presi in giro con espressione divertita e scherzosa.

Lo scostai e entrai in casa senza neanche chiedere il permesso, ma appena feci due passi sentii una botta in testa e una fitta di dolore invase il mio corpo esile, caddi per terra inerme e senza sensi. Due mani grosse e calde mi tirarono su da terra, dopodiché piombai in un sonno profondo.
Mi risvegliai che era buio, mi correggo: in un posto buio. Faceva freddo, poi mi accorsi di essere solo in biancheria intima, cercai di coprirmi ma delle catene fredde me lo impedirono, quindi mi rannicchiai come un animale ferito. Sentii il rumore di una porta che si apriva e chiusi gli occhi terrorizzata, udii dei passi che avanzavano verso di me e riuscii a intravedere il volto di quello strano ragazzo con i capelli color ambra

T/n: sei un matto! Lasciami andare stronzo!
Esclamai e lui mi tirò uno schiaffo potente in pieno viso
?: non sono io che sono dovuto scappare da un manicomio
Mi provocò, cercai di avventarmi addosso a lui ma le catene mi trattenevano e mi sfregavano sulla pelle lacerandola.

Lui mi prese il mento con la sua grossa mano e mi alzò la testa per avere una visuale migliore sul mio volto.

?: come ti chiami ragazzina?
Chiese interessato
T/n: i pazzi come te non meritano di sapere il mio nome
Detto questo sputai per terra e lui mi tirò un altro schiaffo
?: dimmi come cazzo ti chiami, non ti conviene farmi perdere la pazienza
Mi ringhiò a due centimetri dalla faccia
T/n: sono T/n T/c, contento?
Blaterai
?: mh interessante, io sono Sangwoo
T/n: non me ne frega, voglio solo essere liberata
Sangwoo: stai chiedendo troppo piccola, non posso proprio accontentarti

Mi scaraventò a terra e tornò sui suoi passi lasciandomi da sola, di nuovo per lo più. Cacciai un urlo dalla rabbia, venne ignorato completamente. I polsi e le caviglie bruciavano e i segni sulla faccia erano dolorosi, molto dolorosi, mi venne in mente un ricordo che avrei preferito dimenticare.

"T/n: cosa sta facendo papà alla mamma?
Chiesi a mio fratello maggiore
Fratello: nulla stai tranquilla
Mi rassicurò.
Le urla che provenivano da quella stanza erano dolorose e strazianti. Appena i lamenti cessarono io andai da mamma mentre papà non c'era, era rannicchiata in un angolo della stanza a piangere. Era piena di lividi e di segni rossi, vederla ridotta così mi fece un male tremendo alla mia anima e al mio piccolo cuore ancora delicato e sensibile. Le lacrime uscirono dai miei occhi spontanee come pioggia in primavera.
Papà tornò e mi vide abbracciata a lei
Papà: vattene mostriciattolo
Si arrabbiò e si scaraventò addosso a me e a mamma, mi buttò fuori dalla stanza con i capelli strappati e le lacrime che mi rigavano il viso «Sei forte T/n, ricordalo sempre» diceva sempre mia mamma, così l'ascoltai e ogni volta che quell'inferno si ripeteva io mi tappavo le orecchie e mi nascondevo sotto il mio piccolo lettino"

Non mi accorsi che stavo davvero piangendo disperatamente e fu troppo tardi, Sangwoo mi aveva raggiunta e mi guardava dall'alto in basso con occhi pietosi.

Sangwoo: perché piangi?
Chiese come se gli importasse di me
T/n: nulla che ti riguardi, adesso passa
Dissi singhiozzando come una bambina
Sangwoo: non mi sembra nulla
Insistette
T/n: fatti i cazzi tuoi e non rompere! Non puoi capire!
Esclamai distrutta.

Lui abbassò lo sguardo ma piuttosto che andarsene avvicinò cautamente la sua mano alla mia testa e mi accarezzò, era calda e portava conforto, io mi lasciai andare e finii per raggomitolarmi come un neonato, prima di addormentarmi riuscii a vedere Sangwoo che mi sorrideva, non maliziosamente bensì dolcemente.
Non stava sorridendo a un'altra, stava sorridendo a me. Ma perché penso queste cose? Non sarò mica innamorata di uno psicopatico che mi ha chiusa nella sua cantina, bah non lo so neanche io.
Mi svegliai che era giorno inoltrato e mi accorsi che non ero più sola, in parte a me giaceva una ragazza che avrà avuto uno o due anni in più di me. Era bionda e formosa, il sul incarnato era giusto e abbronzato, non come me che sono snella e pallida come un cadavere.
Avevo paura, paura che Sangwoo si dimenticasse di me.

Angolo della rana in carrozzina:
Ci ho messo parecchio a scrivere questo capitolo e spero che apprezziate l'impegno che ci ho messo. Vabbè non sto qua a rompere quindi ciao, ci vediamo al prossimo capitolo <3

Matti da legare } Sangwoo X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora