4. Invisibile- control - Zoe Wees

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Lion's pov

Strofino con enfasi le mani sugli occhi ancora impiastricciati.

Vado in cucina dove mio fratello Brian ha scartato dalla colazione le uova e il bacon e si sta preparando un frullato proteico con i broccoli.

Rido a quell'azione buffa così dannatamente familiare e mi ci avvicino.

Mi siedo dall'altra parte del bancone, il lato dove si mangia e, mentre salgo sullo sgabello in modo da potermi sedere più comodamente, esclamo un:

<< attento con questa fissa delle proteine, rischi di diventare un broccolo, non che tu non lo sia già >>

lui si gira verso di me mentre svuota il frullatore in un bicchiere di vetro.

<< ha ha ha>> esclama ironicamente.

Vedo il bicchiere riempirsi fino a raggiungere il bordo, il suo sguardo si avvicina al frullatore, ancora pieno, anche se in piccola parte, del liquido.

Ecco che mi rivolge un sorriso spontaneo,

<< vuoi un po'?>> io per poco non gli rido in faccia, ma alla sua espressione mi ricompongo.

Fa sempre quella faccia, è il suo modo per dirmi che sono prevedibile, ma io lo voglio sorprendere << declino gentilmente l'offerta, ma grazie signor altruismo>>

Sconvolto dalla mia gentilezza,  beve il frullato tutto in un sorso e poi, versa l'eccesso, che era rimasto all'interno del frullatore, nel bicchiere, bevendolo in altrettanto tempo.

Poi mi guarda << meglio per me signorina gentilezza>> poi si volta, dandomi le spalle, e io mi metto a ridere come una pazza.

Si volta nuovamente, ma stavolta nella mia direzione.

<< cosa c'è ora?! >> esclama con il finto broncio.

L' ha sempre fatto, sin da quand'era piccolo, ma con me non attacca.

<< mi sono resa conto solo ora di quanto tu sia cresciuto, sei diventato veramente imponente come un palazzo>> dico con un'espressione nostalgica.

<< mi sembra solo ieri che eravamo due bambini e io ti prendevo in giro perché eri più basso di me>>

Poi continuo con voce allegra.

<< ah che bei tempi>> esclamo, lui sogghigna.

<< belli per te, tu adori prendere in giro e mi torturavi come fossi un idiota>> dice lui ripensando a quei momenti.

<< perché eri- calco il verbo- un idiota e zia Celia non faceva che ricordartelo >> rispondo io prontamente.

Poi lo afferro per la giacca di football e lo trascino fuori, prima, però, attacco un biglietto al frigo.

Aspettiamo Jackson fuori la porta.

Ci mette più tempo lui che io a prepararsi.

Solo un'ora per sistemare quel cespuglio che ha in testa.

Quando lo vedo solcare l'uscio quasi non mi commuovo. Finché non decido di protendere un poco il piede in avanti, facendolo inciampare.

Lui barcolla, ritrovano purtroppo l'equilibrio e squadrandomi con un'espressione maniacale e poi esibisce un ghigno infastidito.
Io gli sorrido di rimando.

Alla fine, o meglio finalmente, io e Sony prendiamo la mia moto, invece Brian va a piedi portando con sé il mio skateboard.

Osservo mio fratello infilarsi le cuffie e iniziare la sua marcia da perfetto soldatino. Lo osservo sempre di più finché non vedo la sua imponente figura scomparire dietro l'angolo, che si porta via non solo il  sorriso, ma anche gli occhi verdi e il biondo ciuffo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 30 ⏰

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