XVII

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"Louis— Oh, Dio, amore" ansima, spingendo la sua testa, la mano incastrata nei suoi capelli, che accarezza. "Sei fottutamente irresistibile, te lo giuro, cazzo. La tua bocca, porca troia" si complimenta, la voce strozzata. Louis, le labbra attorno a lui, ha chiaramente un luccichio orgoglioso negli occhi mentre lo prende ancora più in fondo, compensando sulla base con la sua mano, il viso rosso e le ciglia che sbattono lentamente. Harry si morde il labbro, inarcando la schiena sul divano: "Quanto cazzo mi piace scoparti la bocca, piccolo, te lo giuro" balbetta, serrando la mano sulla sua spalla, le sue spinte lentamente più irregolari. Louis lo accarezza con la lingua, facendolo rabbrividire, le mani sulle sue cosce, il respiro pesante. "Sei così bravo", sussurra, dolcemente. Reclina la testa all'indietro, lasciandosi andare lentamente alle sue labbra color vino.

È un periodo fantastico, per loro. Da due settimane è passato il compleanno di Harry, e Louis gli ha fatto una piccola sorpresa, niente di che. La mattina l'aveva svegliato con piccoli baci e gli aveva dato il suo regalo, un anello da mettere al dito medio, e gli aveva poi preso il viso per baciarglielo, a lungo e con cura. Tornato a casa sua dopo una giornata di lavoro, aveva trovato sua sorella, sua madre e i suoi migliori amici, che gli avevano fatto una sorpresa. ''E' stato abbastanza difficile non farti sapere niente per tutto il giorno'' aveva detto Louis al suo orecchio, mentre Harry lo stringeva stretto. ''Insomma, in un certo senso. La tua espressione sorpresa é adorabile.''

''Sei così perfetto'' aveva risposto, prima di baciarle per tutto il tempo, provocando così soffici sbuffi. Avevano mangiato e avevano riso e Gemma e Louis avevano parlato tranquillamente, legando ancora di più mentre Zayn ed Anne parlavano con Liam di Harry e del lavoro e lui osservava quell'unione di persone così importanti per lui semplicemente fondersi, come se fosse normale. Aveva soffiato sulle due candeline numerate con Louis in braccio, e mentre qualcun altro, chissà chi, si occupava del taglio della torta per conto suo, gli aveva mimato Ti amo con le labbra, il naso vicino al suo e gli occhi fissi in quelli del suo ragazzo, almeno una decina di volte. Louis aveva ricambiato e più glielo diceva, più lui gli dava un bacio sulle labbra, premendo il naso nella sua guancia. Gemma aveva anche scattato una foto, e quello era il suo sfondo, adesso. Non riusciva a smettere di fissarlo.

Louis sta bene, lo vede da quello che fa giorno per giorno, con un po' più di sicurezza, un po' più di convinzione. Harry tenta di svegliarlo ogni mattina ricordandogli che lo ama da impazzire e che è perfetto, e Louis gli sorride ogni singola volta, spingendo le guance nei suoi palmi per baciarlo in maniera pigra, attanagliandosi al suo corpo. Lo vede da come non conta più i giorni in cui Louis non ce la fa, perché non esistono, perché Louis adora uscire e vedere persone e andare in giro quando il tempo lo permette, tenere la mano di Harry nell'ennesimo parco, nell'ennesima strada, e stanno addirittura pensando di andare a vedere una partita di calcio, magari, chissà. Insomma, è caotica ed enorme e dura parecchio e certamente non è un teatro, ma sono entrambi tifosi e, alla prima trasferta utile, potrebbero cogliere l'occasione. Lo vede da come Louis adesso addobba un vivace casino in giro e ride e alza la voce e lo prende bonariamente in giro e viene a correre con lui e vuole provare sempre nuovi posti e intreccia le dita alle sue per baciarle e non è pallido, non è stanco, o senza forze, odora di sole estivo nel bel mezzo di febbraio e vibra di vita, soprattutto quando lo guarda.

Lo vede da Niall.

Non l'ha detto, a Louis, non ce la fa, ma lo vede di meno in giro, Harry. Una volta, mentre si preparava ad uscire, l'aveva intravisto contro la parete ed era rimasto a guardarlo: più pallido del solito, i capelli da una parte, stava lì e picchiettava il piede. Non lo vedeva in forma completa da un po'. ''Ehi'', aveva chiesto, dopo un minuto a fissarsi ''Stai bene?''

''Io sto sempre bene. Sei solo troppo attaccato alle labbra del mio migliore amico per notarlo, piccolo coglione.''

Sapeva che non era vero, ma aveva capito il tentativo da parte sua e l'aveva apprezzato, perché, che volesse ammetterlo o meno, una volta giunto il momento sarebbe stato difficile anche per lui. Non aveva intenzione di pensarci quando non sembrava ancora così urgente, e l'occhio non gli aveva chiesto di farlo.

Little Dead Whispers ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora