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Era una giornata di fine estate e l'autunno era alle porte, la scuola era iniziata da poco e Artemis era alle prese con gli studi, a differenza dei suoi coetanei che pensavano solamente a divertirsi senza badare alla scuola.

Artemis era una ragazzina molto bella, alta all'incirca un metro e settanta e snella, aveva la pelle candida e molto chiara, con occhi verdi e capelli ramati con riflessi rossastri. Era una ragazzina timida e dolce, ma sapeva essere anche molto testarda e non si tirava mai indietro. Quella mattina però era particolarmente turbata, a causa di un sogno che aveva fatto la notte precedente. Aveva sognato un incidente stradale su una strada isolata che non percorreva mai; stava camminando quando ad un certo punto un auto nera perse il controllo e la colpì in pieno, torcendole il collo e uccidendola sul colpo.
Non faceva altro che pensare a quell'incubo, quando ad un certo punto si accorse di star camminando per la strada sbagliata, era talmente in sovrappensiero che non si era neanche accorta di aver sbagliato via.
"Cazzo, farò tardi a scuola" pensò nervosamente, ma i suoi pensieri furono subito interrotti. La strada che stava percorrendo non era una semplice strada, era la stessa che aveva percorso nel suo sogno, la aveva riconosciuta per un particolare, nell'incubo sentiva un cane abbaiare in continuazione , e anche nella realtà un cane cominciò ad abbaiare, riportandola al sogno.
Inizialmente pensò fosse solamente una coincidenza, ma dovette ricredersi quando sentì un auto avvicinarsi. Era la stessa macchina del sogno e stava andando a minimo 80 km orari e l'autista non sembrava avere il pieno controllo del mezzo. Artemis era incredula. Non poteva crederci. Ciò che aveva sognato la sera prima stava divenendo realtà!
In un istante si ricordò che nel sogno era morta , e che se non si fosse immediatamente spostata di lì lo sarebbe stata anche nel mondo reale, così balzò indietro un istante prima che il mezzo la travolgesse.

L'auto era finita addosso a un palo della luce, e gli abitanti del vicinato, sentendo il botto, uscirono dalle loro abitazioni chiamando i soccorsi.
Così Artemis passò la giornata all'ospedale, così che i medici si potessero accertare che non si fosse fratturata nulla o che non avesse subito alcuna ferita per poterla rilasciare.

Tornata a casa la sua famiglia non si preoccupò molto di quanto accaduto al mattino, sua madre lavorava tempo pieno 5 giori su 7, e quando non lavorava beveva come una spugna ed era ubriaca quasi sempre, quindi quando sua figlia tornò a casa quasi non si accorse del suo ritorno; invece suo padre non lo aveva mai conosciuto, sin da quando ha memoria non si ricorda di aver mai avuto una figura paterna, la aveva cresciuta sua madre assieme alla nonna, che però purtroppo era venuta a mancare quando Artemis aveva 15 anni.
Fu proprio a causa della perdita della nonna che sua madre, Anne, cominciò a bere, distrutta dal dolore della perdita della familiare.
E fu anche il momento nella quale Artemis capì che doveva imparare a cavarsela da sola, e doveva cercare di aiutare Anne.

Ritornando a noi, dopo essere rientrata a casa piombò in camera da letto, e ancora non sapeva dare una spiegazione a ciò che alle era capitato. Insomma, non capita tutti i giorni di predire la propria morte e di scamparla per un soffio.
Fece delle ricerche su internet e anche se era molto scettica, confermò: aveva fatto un sogno premonitore.
Senza pensarci troppo andò a dormire sperandoci di mettere una pietra sopra una volta per tutte, ma quello che accadde da lì a poco la sconvolse...










Dopo pubblico il secondo capitolo

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