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[Ink's POV]

La mattina dopo, mi venne a svegliare Error. Non ero abituato a sentire la sua voce appena sveglio. Dopo avergli detto "Altri 5 minuti" per almeno 20 volte consecutive, decisi di alzarmi. Mi stiracchiai e mi sedetti quando, guardando il comodino, scorsi una barretta di cioccolato tagliata a metà e una tazzina di caffè, servita su un carinissimo vassoio argentato. Dopo notai la presenza di Error, che si trovava proprio davanti alla porta, intento a bere una tazza di caffè. Aveva delle occhiaie visibili, lo sguardo spento e indossava una vestaglia. Non era proprio un tipo mattiniero. Io lo guardai stupito, e poi ridacchiai.

"Il distruttore degli universi mi ha appena portato la colazione a letto?"

Gli chiesi, prendendo con delicatezza la tazza e soffiandoci sopra. Lui alzò gli occhi al cielo.

"Non esaltarti. In quanto al cioccolato, non ne volevo più, perciò l'ho tagliato a metà e l'ho dato a te. Ed era avanzato un po' di caffè. Se ne bevo troppo divento aggressivo."

Cercò di giustificarsi, ma io lo vedevo comunque come un puro atto di gentilezza.

"Non lo sei già?" Dissi sarcasticamente, o forse no.

"Stai zitto." Mi ordinò.

"Non si trattano così gli amici!" Lo rimproverai giocosamente.

"Io non ho amici." Rispose lui, misterioso come al solito. Allora cercai di metterlo in difficoltà.

"E allora noi cosa siamo?"

Vidi Error esitare per un secondo, prima di darmi una risposta secca.

"Nemici."

"Mhm. Infatti mi hai portato la colazione." Palesai ancora una volta.

"Solo perchè stai male." Un'altra scusa.

"E perchè ti importa, se mi odi?"

Gli chiesi, stavolta guardandolo negli occhi. Lui però non volle incontrare il mio sguardo.

"Perchè se muori, chi tormenterò?"

Affermò, allontanandosi e sparendo al piano di sotto. Non mi convinceva, ma poco importa.

Mi affrettai a finire la colazione per poterlo raggiungere.
"Dove credi di andare?" Sentii alla mie spalle, non appena raggiunsi le scale.

Mi voltai e vidi Error di fronte a me.
"Ah, credevo fossi sceso." Gli dissi.

Lui si limitò a scuotere la testa, e si diresse verso una stanza dicendomi di seguirlo. Io decisi di farlo, tanto, se non mi aveva fatto niente nel sonno, perchè avrebbe dovuto farlo adesso?

Nel frattempo osservavo il corridoio. Era una casa abbastanza pulita e ordinata. Intuii che non ci stava spesso, lui preferiva l'anti-void o, comunque, luoghi più isolati. Entrai nella stanza dopo di lui, e prima che potessi guardarmi intorno, chiuse la porta alle mie spalle. Era il bagno. "Siediti." Mi indicò uno sgabello. Io obbedii e mi accomodai. Poi lo guardai con aria confusa. "Come mai siamo qui?"

Ma prima che potessi fare un'altra domanda, lui si avvicinò e prese le mie guance nelle sue mani. Non so bene perchè, ma il gesto mi fece avvampare, e per un momento mi estraniai dalla realtà, la mia mente andò altrove. Solo dopo, quando mi inclinò il capo, mi resi conto che stava soltanto controllando la ferita. Non che rendesse la situazione meno imbarazzante. Durò solo pochi secondi, per fortuna. Poi Error mi disse che potevamo andare. Io, che ero ancora distratto per ciò che era successo, gli chiesi se fosse tutto regolare. Luì annuì, così lasciammo entrambi la stanza.

Mentre era girato, ne approfittai per prendere la fialetta gialla e berne un sorso. Gli occhi mi si illuminarono di colpo, e le mie iridi adesso avevano la forma di una stella.
"Che facciamo adesso?" Chiesi ad Error, seguondolo allegramente.

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