21.

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- Niente.. -
- Parli con lei la notte? E.. l'America? -
- No aspetta.. io ci ho parlato solo quando io e te.. abbiamo litigato, siamo stati qui a parlare e poi te l'avrei detto sicuramente dell'America.. cioè ho avuto un contratto discografico in America e.. -

Forse era stato meglio un tradimento in realtà.
Senti gli occhi andare a fuoco ma rimasi impassibile, come se la cosa non mi toccasse, o meglio come se ogni sentimento non esistesse.
Annuì semplicemente e restai a guardare i suoi occhi, allungò la mano al mio braccio che spostai subito prima che potesse solo sfiorarmi e sussurrai a bassa voce:
- Faccio due passi.. -
- Mia, per favore dai.. -
- Non seguirmi. -
Lo guardai sospirare e annuire, lasciai il parcheggio prima di lui, uscendo in strada camminando a passo veloce facendo in modo che lui mi perdesse di vista. E quando ci riuscì tornai al parcheggio, seduta sull'asfalto dietro al muretto alzando lo sguardo al cielo.

Spesso sembrava di non conoscerlo, sembrava che non lo conoscevo affatto, e avevo paura di allontanarmi da lui. Avevo paura che i miei sentimenti si ribellassero come mio fare, e che la mia difesa alzasse un muro enorme come mio solito.

Afferrai il cellulare sentendo il suono e notai che avevo diversi messaggi tra cui i suoi:
" Per favore torna a casa, ne riparliamo "
Visualizzai senza rispondere e in realtà rimasi tutta la notte li, a pensare e ripensare a cosa era giusto e cosa non era giusto, e a combattere con i miei sentimenti che aumentavano mattone per mattone quel muro che dicevo.
Passai le dita sugli occhi rossi e guardai il cellulare 5:45.. era giorno, e il mio cellulare si era appena spento.
Sospirai appena tirandomi su e mi guardai le Nike, prima di prendere a camminare verso casa.

Non era molto lontano il parcheggio da casa, ma la strada sembrava non finire, e la notte mi metteva ansia, spesso.
Sospirai guardandomi attorno più volte cercando le chiavi nella borsetta che avevo sulla spalla e afferrai le chiavi entrando in cancello del giardino fino ad arrivare in casa chiudendo le cose.
Non sapevo se era lì, e sembrava non importarmene.
Tolsi le scarpe fuori al giardino entrando in casa e tolsi la giacca facendo la stessa cosa con i pantaloncini restando con la maglia andando in cucina.
Era lì, si stava facendo del caffè: poggiato alla cucina.

 Era lì, si stava facendo del caffè: poggiato alla cucina

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Entrai senza nemmeno rivolgerli lo sguardo.
Sospirai appena aprendo il frigo prendendo del succo di frutta ad albicocca e me ne versai un po' nel bicchiere dopo aver chiuso il frigo bevvi un po' del succo dopo aver appoggiato il bicchiere sul tavolo e feci per salire sopra.
- Mia! -
Sospirai appena fermando i miei piedi sul pavimento e girai appena la testa guardandolo.
- Puoi dirmi qualcosa? -
Lo guardai per qualche istante e poi annuì.

- Credo sia meglio finirla qui, Niccolò. -
- Cosa? -
- Ci abbiamo provato no? Le cose non sono andate bene, perché continuare? -
-  Stai scherzando.. -
- Tu stavi scherzando quando hai passato la notte con la tua ex a parlare delle tue cose più intime e soprattutto a nascondere alla tua ragazza che stai per andare via? -
- Te l'avrei detto sicuramente?? -
- Quando? -

Urlai le ultime parole sbattendo la mano sul tavolo, infatti cadde la tazzina con caffè da quest'ultimo che lui aveva messo pochi istanti prima.

- Noi litighiamo e tu corri da lei.. e poi mi sono sentita una merda per due giorni perché.. -
- Non nominarlo neanche -
- Jonas. -
- Ti ho detto di non.. -
- Ah giusto, meglio se nominiamo Jacqueline. -
- Smettila.. -
- Tornatene da lei, che sei innamorato lontano un miglio ancora di lei. -
- Sei impazzita.. -
- Sei tu che mi stai facendo impazzire -
- Io sto solo provando ad essere migli..-
- Sai come saresti migliore Niccolò? Andatone via. Forza, lei ti sta aspettando. -
- Almeno lei non mi fa sentire sbagliato.. -

Ecco, era questo forse che volevo sentirmi dire?
Lo guardai fermarsi e deglutire come se si era accorto di ciò che aveva detto, abbassò subito lo sguardo e sentì l'enorme rabbia invadere il mio corpo.
Per questo lo spinsi in modo forte dal braccio.
" VATTENE A FANCULO "

Urlai mentre lui annuì semplicemente scostandosi dalle mie spinte mentre metteva la giacca mi spostó per passare

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Urlai mentre lui annuì semplicemente scostandosi dalle mie spinte mentre metteva la giacca mi spostó per passare.
- Niccolò.. -
Si fermò subito avanti alla porta e si giró.
- Se te ne vai..non tornare più.. -

Una parte di me sperava che andasse via, l'altra mia parte, sperava con tutta me stessa.. che sarebbe restato, che era soltanto una delle mille litigate che facevano ogni giorno e che finiva per fare l'amore.
Pregai come non avevo mai fatto nel mio silenzio più totale sperando che la sua mano non aprisse quella porta..
Ma l'aveva fatto, aveva aperto la porta ed era andato via.

Mentre iniziai a piangere come una stupida, poggiando le mani sugli occhi cadendo con le spalle al muro sentendo ogni cosa ormai inutile, e sembrava inutile perfino continuare tutto.

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