Chapter 36

562 41 26
                                    

Felix's pov
Quel giorno sarebbe stato l'anniversario di me e Hyunjin, se fossimo stati ancora insieme, ed io non potevo fare a meno di continuare a leggere il messaggio che mi aveva mandato, in panico, non sapendo cosa rispondere.

Hyunjin Hwang
Ti prego, almeno per oggi,
possiamo passare del tempo
insieme?

Quel semplice messaggio mi aveva mandato in tilt completamene.

«Hey, cosa stai fissando?» mi chiese Wooyoung, entrando nella camera.

Subito tolsi il telefono, poggiandolo sul comodino, «N-No, niente.»

«Non sei bravo a mentire, ti ha scritto vero?»

«Già.» sospirai.

Sorrise, «Posso leggere?»

Annuii e sbloccai il telefono passandoglielo.

«Perché ha detto "almeno per oggi"? Che giorno è?»

«Oh, uhm, sarebbe stato il nostro anniversario.» ammisi.

«Vai se vuoi.»

«A te va bene?»

«Perché non dovrebbe? E poi devi fare quello che va bene a te, non quello che credi vada bene a me. Basta che sei felice e sicuro.» mi disse dolcemente.

Lo abbracciai fortissimo, poi ripresi il mio telefono rispondendo al messaggio di Hyunjin.

Se vuoi va bene.

———

Mi passò a prendere circa venti minuti dopo che gli risposi, con la macchina.

«Buongiorno.» mi disse quando salii.

«Ciao.»

«Hai fame?»

«Un po'.»

«Andiamo a mangiare allora.» e con ciò mise in moto la macchina, dirigendosi, suppongo, verso il posto in cui saremmo stati a pranzo.

Mi portò nel migliore ristorante di cibo cinese della zona.

«Qui ci siamo venuti-» iniziò, venendo interrotto da me.

«La sera del giorno in cui ci siamo messi insieme.»

«Già.» rispose, con una voce riempita dalla nostalgia.

Lo guardai, leggendogli negli occhi la stessa cosa che si intuiva dalla voce, e probabilmente lo capì perché subito scosse la testa, mettendo su un sorriso, che ricambiai a malapena.

Ci mettemmo seduti, aspettando che i camerieri ci portassero il menù per scegliere cosa ordinare.

«Comunque, Hyunjin, voglio essere sincero con te: non significa che siccome ho accettato di passare questo giorno insieme, sono propenso a ricominciare. L'ho fatto perché so quanto significhi per te.»

«Non serviva che lo specificassi, ho il cervello per capirlo anche da solo.» la cosa che gli avevo detto, gli aveva decisamente dato fastidio, data la sua risposta.

«Okay ma prima che ti fai strane idee e alla fine dai la colpa a me dicendo che ti ho illuso, ti avverto.»

«Non sono un mostro.»

«Non mi sembra di averlo detto. Vabbe, lascia stare.»

Per fortuna, non ebbe tempo di ribattere dato che una cameriera venne al nostro tavolo, chiedendoci se fossimo pronti per ordinare e, quando se ne andò, non riprese il discorso.

«Come stai?» mi domandò.

«Bene.» risposi freddo, distogliendo lo sguardo dal suo che, rassegnato, sospirò prendendo il telefono.

Un silenzio imbarazzante calò tra noi due, fin quando lui non lo interruppe: «Non ti ho chiesto di stare insieme oggi per non parlarci tutto il tempo e nemmeno guardarci in faccia.»

«Parliamo allora, cosa vuoi che ti dica.»

«Con lui non ti comporti così, vero?»

Di scatto lo guardai, capendo al volo a cosa, o meglio a chi, si stesse riferendo.

«No, non puoi permetterti di aprire questo argomento.»

«Calmati cazzo, ti ho solo fatto una domanda.»

«Fuori luogo e piena di gelosia, evita no?»

Non rispose, alzandosi dal tavolo, «Io vado in bagno.»

Non potei fare a meno di guardarlo mentre si dirigeva verso quest'ultimo, neanche volendo riuscii a staccargli gli occhi di dosso.

Tornò proprio mentre la cameriera di prima ci portò i piatti, sorridendoci gentilmente e dicendoci: «Buon appetito.»

La ringraziammo iniziando a mangiare.

«Mi dispiace per quello che ho detto.» sussurrò.

«Non importa.»

Il resto del tempo in cui mangiammo passò in modo tranquillo, parlammo del più e del meno, senza più battibecchi come quello che avvenne poco prima.

Quando ci alzammo per pagare mi bloccò dicendo: «Offro io.»

Scossi la testa, «Non se ne parla.» ma non mi diede retta, facendo di testa sua.

«Sappi che poi te li ridò.»

«Certo certo.» rispose sarcastico, mentre uscivamo.

Sbuffai, accennando però comunque un sorriso «Grazie, non serviva.»

«Non devi ringraziarmi.»

Ci dirigemmo verso la macchina ma prima di entrare si fermò, girandosi verso di me ed abbracciandomi all'improvviso.

Non me lo aspettavo minimamente, infatti all'inizio rimasi rigido, sciogliendomi poi però piano piano, ricambiandolo.

Sentire il suo profumo mi mandò fuori di testa, e probabilmente fu questo il motivo per il quale, quando unì le nostre labbra, glielo lasciai fare, prendendo addirittura l'iniziativa ad approfondirlo, chiedendo l'accesso con la lingua nella sua bocca.

Felix's diary | Hyunlix Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora