[3] Passato

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13 maggio 1986
Robin continuava a muovere la gamba destra nervosamente dalla terza ora ormai, non ne poteva più. Aveva paura di trovarsi Nancy pure tra i corridoi. Non voleva rovinare una possibile amicizia tra loro due, era quasi terrorizzata, pensava di aver accertato questi sentimenti per lei troppo in fretta, non coglieva se quella che avesse fosse davvero una cotta o se la confondesse con una sorta di ammirazione, misto gelosia, verso Nancy.
Immaginava scenari in cui, in qualche modo, a Nancy arrivavano delle voci su Robin. E immaginava che dopo averle sentite, il suo sorriso si trasformasse improvvisamente in uno smorfia delusa, disgustata, spaventata. Sapeva che non l'avrebbe accettata.
Per il momento sperava che Nancy non si rivelasse come la gran parte delle ragazze popolari in quella scuola, egoiste e ipocrite. Non la conosceva bene e in questo momento l'ultima cosa che voleva era scoprire che quella sua versione combaciasse con la personalità di Nancy.

Ormai mancava poco alla fine dell'ora e successivamente ci sarebbe stato il primo incontro col club di poesia, Robin sperava che alla fine Nancy avesse scelto di fare francese. Ma allo stesso tempo le si celava il desiderio di rivedere il suo sorriso, i suoi occhi blu, i capelli ricci che non capiva come riusciva a tenere sempre a posto, sempre curati, le sembravano così soffici. Avrebbe nascosto la cotta con qualche battuta sarcastica qua e là, pensò.
Non voleva confessare questa cosa nemmeno a Steve, anche se lui diceva che ormai si era lasciato quella relazione con Nancy alle spalle, Robin era ormai tentata a pensare che, se glielo avesse confidato, questo, lo avrebbe allontanato da lei.
Mentre le frullavano quei pensieri nella testa, vide i suoi compagni alzarsi e chiudere gli zaini. Era stata così impegnata nelle sue riflessioni che il suo cervello si era estraniato dal suono della campanella?
Mise le ultime cose che le erano rimaste sul banco dentro lo zaino. <<Basta non rivolgerle la parola, o semplicemente salutarla e ignorarla>> concluse.
Camminò giù per scale e si diresse alla fine del corridoio. Si fermò di colpò davanti a un'aula. Robin era titubante, una parte di lei voleva ritornarsene a casa, mentre l'altra voleva entrare.
Alla fine si fece coraggio e mentre bussò alla porta vide attaccata a questa un foglio con scritto: "club di poesia (con professoressa: Susan Taylor)".

Una voce femminile rispose "Avanti."
Robin entrò nell'aula con un passo più deciso di quanto lei volesse fare.
La professoressa smise di scrivere qualcunque cosa stesse scrivendo su un quaderno e le diede il benvenuto:
"Buon pomeriggio Robin!"
"Salve professoressa!"
"Che bello non mi aspettavo che avessi deciso di unirti a questo club!"
<<È davvero così insolito associare me con la poesia?>> pensò.
La prof intanto continuava: "puoi sederti in uno dei banchi che vedi ancora vuoti, inizieremo tra qualche minuto."
Robin la ringraziò e andò subito a prendersi un posto.
Non c'erano tante persone e questo un po' la calmò, non amava i posti con troppa gente dentro. Puntò su un banco della seconda fila.

La professoressa Taylor? Sì le era simpatica, si vedeva che ci teneva alla sua materia, ovvero letteratura, e che le piacesse insegnarla. Cercava spesso di spingere i suoi alunni a partecipare attivamente alle lezioni. Era difficile annoiarsi quando spiegava, perché lo faceva in un modo calmo, ma che ti coinvolgeva e ti faceva prendere appunti e scrivevi qualunque cosa lei dicesse, qualunque argomento fosse, un mito greco o la divina commedia. Oppure ti immergeva così tanto nella spiegazione da farti dimenticare di scrivere.

Intanto Robin si guardò in giro, ma non vide Nancy. Pensò che alla fine avesse scelto francese, ma appena ebbe quel pensiero, la trovò che stava entrando ed ebbe un tuffo al cuore.
Vide che stava parlando con la professoressa. Pregò che non la vedesse, anche se era impossibile! Prima o poi l'avrebbe trovata tra i banchi.
Cercò di coprirsi un po' la faccia con la mano, invano, e prima che Robin si girasse per vedere se fosse ancora accanto alla cattedra, sentì chiamare il suo nome.
"Robin?".
Sì girò verso Nancy con un sorriso un po' forzato togliendosi piano la mano dalla faccia.
"Hei Wheeler! Alla fine anche tu qui."
L'altra non disse nulla ma le chiese solo se il posto accanto al suo fosse libero.
Robin realizzò: è vero, c'era un altro banco accanto a lei.
"Sì certo non c'è nessuno ad occuparlo, quindi è per forza libero" disse con un sorriso nervoso.
Nancy si sedette cosa che a Robin diede timore, ma che la fece stare bene, sicura.
"Spero non ti dia fastidio."
Robin fece no con la testa. Non voleva dirle certo "sì mi dà fastidio, ho già una cotta per te, non rendermi le cose più difficili e lasciami sola grazie".
"Bene!" disse Nancy "perché non conosco nessuno in questo club e sei l'unica con cui abbia parlato almeno un po'. Vorrei conoscerti meglio."
Conoscerti meglio si ripeté nella testa Robin. Quelle parole le fecero male lo stomaco e allo stesso tempo bene al cuore. Continuava a sentire emozioni contrastanti!
"Guarda che non ti obbligo a diventare mia amica."
"Non mi sento...obbligata" le rispose Nancy. Sembrava offesa.
"Voglio dire, siamo abbastanza diverse caratterialmente, ma sei una a posto, credo, sei una delle poche persone che conosco che non è terrorizzata a rivolgermi la parola...almeno spero".
Robin fece un'espressione confusa.
"Ok che sei una che a volte mette i brividi... ma addirittura persone terrorizzate da te?
Nancy fece cenno di sì.
"E perché?"
"Non credo ti interessi".
"Mi interessa invece, dimmi!... se vuoi ovviamente".
Nancy fece un respiro profondo e Robin si girò con la sedia verso di lei.
"Da quando Barb... probabilmente avrai già sentito il suo nome in giro, è stata presa da una di quelle creature e non è più tornata..." fece una pausa e spostò lo sguardo sul banco.
"Credono che mi sia liberata io, di lei. Era la mia migliore amica. Voglio dire come può una persona volere uccidere la propria migliore amica? Barb era intelligente, bella, gentile e a scuola la maggior parte di loro la prendevano in giro. Chissà perché spesso a molte persone interessa una persona solo quando è morta".
Robin restò a fissarla poi realizzò che aveva finito di raccontare.
"Nancy, non li devi ascoltare" provò a consolarla "quelli dicono un sacco di cretinate perché non hanno niente di meglio da fare. Sì, se ci pensi, sono semplicemente degli idioti che non sanno che fare e inventano un sacco di cose false per il gusto di intrattenersi. Non c'erano quando è successo tutto questo, non lo hanno vissuto in prima persona."
Nancy ritornò a guardarla.

"Non immagino nemmeno cosa, te, Steve e gli altri vostri amici, abbiate passato in quei luoghi. So che può sembrare un consiglio scontato, non sono brava a darne, ma non devi dare a loro la reazione che vogliono. Non hanno il diritto di dire in giro cosa le è successo senza sapere un accidenti dell'accaduto. Probabilmente manco gli interessa, è solo un modo per colmare un loro vuoto".
Nancy rimase in silenzio per qualche secondo.
"Forse hai ragione".
Robin le fece un sorriso sottile.
"Però non riesco comunque a darmi pace e non so se ci riuscirò mai. Potevo stare con lei, chissà avrei potuto aiutarla a difendersi dal mostro. Invece sono andata da Steve, l'avevo lasciata, sola, mentre veniva uccisa. Il continuo ricordo della sua scomparsa mi diede poi la necessità di rompere con Steve. Era troppo".
Steve non aveva mai raccontato a Robin del perché Nancy avesse rotto con lui. Non glielo chiese mai, non le interessava più di tanto, ogni due per tre si metteva assieme ad una ragazza e si lasciava, le bastavano quei racconti. Ma quella scoperta non la sconvolse poco. Era esterefatta.
Quasi si pentì di tutte le prese in giro che aveva fatto a Nancy.
Stava per risponderle quando la professoressa diede inizio alla lezione.
Nancy però rivolse a Robin uno dei suoi mezzi sorrisi, ma sincera.
"Grazie per avermi ascoltata Credo ci siano buone possibilità che diventeremo amiche".

ciao raga, mi mancano due episodi per finire la quarta stagione, mi sono spoilerata quasi tutto ma sono comunque leggermente preoccupata 😁 #paura #terrore

pink in the night | ronanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora