[4] Radio

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Un'ora e mezza dopo finirono il primo corso di poesia. La prima cosa che avevano fatto non era prendere libro, studiare le basi, imparare il significato di poesia, cos'era un verso, una strofa e tutte quelle robe che Robin immaginava avrebbero fatto in quella lezione. Ognuno invece aveva dovuto scrivere una poesia per conto suo, non importava su cosa fosse o quanto fosse lunga, andava bene un verso come andavano bene quattro strofe. Robin fece una poesia sul gelato, si ispirò allo Scoops Ahoy, dove lavorava mesi fa, da come era passata a servire gelato, a scoprire una frontiera russa situata a centinaia di metri sotto lo Starcout Mall. Ovviamente queste cose non le menzionò, ma creò una poesia in 10 minuti basandosi su quelle esperienze (ve la lascio immaginare) che le avevano svoltato completamente, non solo la giornata, ma l'intera esistenza e nel vedere le cose.

Nancy invece fece una poesia che assomigliava più a una lettera per una persona cara. Dopo che aveva raccontato a Robin di Barb, aveva continuato a ripensarci mentre cercava di riempire il foglio bianco. Lei aveva quindi deciso di scriverla per la sua amica, senza menzionarne il nome e decise che dopo scuola gliela avrebbe portata al cimitero. Era stupido, pensava, ma non le importava più di tanto. Nancy non versò nessuna lacrima mentre la leggeva, si trattenne. La cosa che più odiava era essere vista debole davanti agli altri e mostrare i suoi momenti di vulnerabilità.
Robin non osò dirle nulla per tutto il resto della lezione, non era sicura di aver convinto Nancy con quel suo consiglio.

Finita l'ora, Robin fece subito per uscire dalla classe, ma Nancy la raggiunge fuori dall'aula poco dopo. Quest'ultima sbottò:
"Scusa per averti raccontato questa storia, non avrei dovuto lasciarmi andare così tanto. Non sei la mia psicologa personale, non so perché ti ho raccontato tutta quella storia" disse con una risata molto nervosa.
"Nancy è tutto ok".
Non aggiunse altro per qualche secondo, ma Nancy aspettò convinta avesse qualcos'altro da dire.
"So come ci si sente a perdere un'amica ed è orribile, davvero non devi scusarti".
"Che amica?"
Robin sgranò gli occhi, aveva appena realizzato ciò che le aveva detto.
"Nulla, una vecchia amica, ormai non ci penso quasi più".
Nancy le fece uno sguardo interrogativo, ma aveva paura di essere insistente e chiuse la conversazione chiedendole se volesse un passaggio verso casa. Ma Robin le disse che non serviva perché tra poco passava l'autobus.
"Sicura?"
Robin continuava a fissare i suoi occhi blu quasi fosse incantata:
"Veramen-"
"Ma sì tranquilla ti accompagno" e le rivolse un grande sorriso.

Robin non si ricordava che Nancy avesse un passo così veloce, dovette quasi correre per raggiungerla.
"Perché ti sei messa a correre?"
Si girò di scatto: "Non sto correndo! Tu hai un passo lento" le fece uno sguardo divertito "devo fare una cosa dopo quindi ho il passo un po' veloce."
"Ma hai detto che non c'era nessun problema..."
"Infatti."

Robin non la capì, perché si era offerta di darle un passaggio se aveva da fare? Ora si sentiva quasi di intralcio.

"Ok però aspettami."

Con quel passo era già davanti alla macchina, una Ford che sembrava abbastanza vecchia, sarà stata del '78?
Robin la raggiunse poco dopo realizzando che Nancy era già al sedile pronta per partire. Camminò veloce per arrivare alla macchina, entrò e chiuse la portiera.
"Mai pensato di partecipare a che ne so, una gara di corsa, una maratona?"
"Per piacere, distava 20 metri da dov'eravamo prima" le rispose, però sorridendo, mentre girava la chiave per attivare il motore "e per tua informazione, sì, una volta ho fatto una maratona" disse orgogliosa.
"Riesci a fare tutto!"
"No, non tutto" mosse la macchina, uscì dal parcheggio e partì.
Continuò a tenere lo sguardo dritto durante il tragitto mentre guidava.
"Hai un pacchetto di fazzoletti, qua a portata di mano?"
"Dentro lì" Nancy le indicò il vano portaoggetti.
Quando lo aprii Robin restò a bocca aperta: c'erano un sacco di cassette e cd uno sopra l'altro, ordinati in modo preciso... solo Nancy poteva metterli in un modo così ordinato, nonostante ce ne stessero una trentina. Si girò verso Nancy:
"Nance hai una miniera d'oro!"
Lei diede un occhiata veloce.
"Oh sì"
"Ci avrei scommesso che ascoltassi i Beatles" sorrise.
"Sono così prevedibile?"
"Molto! Ma su questo non avevo dubbi."
Tirò fuori un cd della band.
"Mettiamo Abbey road?"
"Ok, ma guarda che tra 10 minuti arriviamo già a casa tua."
Quella riposta le tolse un po' l'entusiasmo che le si era creato dentro prima, ma non lo diede a vedere e rispose determinata:
"E allora, c'è tempo per due tre canzoni!"
"Fai come vuoi" ma non lo disse come se fosse infastidita.
Mise il cd nella fessura e qualche secondo dopo partì la prima track "Come together".

Robin muoveva la testa a ritmo facendo poi una specie di balletto con le braccia cercando di non colpire oggetti o la macchina stessa, mentre Nancy batteva piano la mano sul volante.
Finita quella canzone la radio mise "Something".
Robin non ascoltava spesso i Beatles, tuttavia trovò molto bella la canzone, ma il testo le diede di nuovo quella malinconia che aveva provato quando aveva visto Ritorno al Futuro con Nancy e gli altri, qualche settimana fa.
"Possiamo cambiare canzone?" le chiese Robin.
"Perché? È un bel pezzo, una delle più belle dell'album, secondo me".
Non capì quell'uscita di Robin, e apparte le canzoni più popolari che circolavano, li aveva mai ascoltati poi i Beatles?
"È carina" continuò lei.
"Sì ok non ho detto che non sia una bella canzone".
"E allora?"
"Non lo so, è la prima volta che l'ascolto" rispose "no anzi, la seconda o terza volta".
Robin si mise poi dritta sul sedile: "Non ti immagini mai i protagonisti delle canzoni, che storia hanno dietro, che cosa significa quello che stanno cantando, per chi è?".
"Sì certo"
Robin iniziò a gesticolare con le mani come faceva ogni volta che voleva spiegare qualcosa.
"Secondo me lui è innamorato di questa ragazza che descrive nella canzone, che a un certo punto però deve lasciare, non si sa per quanto tempo, magari per poco, due giorni, una settimana oppure per un mese chi lo sa, o per tanto tempo, o per sempre! In ogni caso ne risente molto perché si accorge, solo in quel momento, di quanto le stia a cuore quella persona e non vorrebbe che se ne andasse".
"È un'ottima interpretazione. Anche secondo me parla di questo, quando realizzi quanto vuoi bene ad una persona solo quando la perdi." È così dopo aver pronunciato questa frase, anche Nancy si risentì malinconica.

Tacquero, mentre intanto si sentiva solo il suono della radio.
"Ti andrebbe bene" sbottò Nancy "se ci fermassimo un attimo al cimitero qua vicino?"
Robin restò impassibile ma nella sua testa si immaginava con una faccia incerta.
"Voglio solo fare visita a Barb" le spiegò "la mia amica di cui ti ho parlato oggi. Non sei obbligata a venire, non so nemmeno perché te l'ho chiesto, se vuoi prima ti porto a casa".
Robin era in parte dispiaciuta, ma dall'altra sì senti stranamente contenta, grata. Si capiva che era una cosa importante per Nancy e appunto quest'ultima le ha chiesto di accompagnarla. <<Un passo avanti.>> pensò. Trattenne un sorriso.
"Certo" rispose "ti accompagno e in più non ho niente da fare."
Nancy pensò che era stata troppo impulsiva a chiederle una cosa di questo tipo, tra l'altro all'improvviso. Aveva però bisogno di qualcuno che le tenesse compagnia prima e dopo aver fatto visita alla tomba di Barb. Imboccò la strada per il cimitero e parcheggiò la macchina poco lontano da lì. Quando Nancy stava per scendere Robin le prese la mano. Non voleva fare un gesto romantico (non avrebbe osato), ma volle rassicurarla: "Davvero Nance, fai con calma, prenditi il tempo che ti serve, io sono qua non mi muovo assolutamente!"
Nancy apprezzò il gesto della mano e la sua pazienza, e le fee un piccolo sorriso. Poi la lasciò e si diresse al cimitero.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 11, 2023 ⏰

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