Non più schiavi

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Vittima d'una scommessa amara

in un dolce lamento la pago cara.

Vittima no, son io a scegliere

il miglior modo per perdere.

Siamo fabbri delle nostre catene,

prigionieri di vite aliene,

creatori del nostro stesso giogo,

che in versi or io sfogo.

Domando perché non siam sinceri,

perché non vogliam esser veri?

Qui libertà diventa condanna

e il falso, il vero inganna!

Perché non sogni più, o caro amico?

La ragion non fa quel che col cuor dico!

Fratello, spezza la catena da schiavo,

è questo che in sogno io cantavo

in queste rime senza senso,

giacché io sempre a noi schiavi penso.

Noi schiavi e disillusi

da un'eternità che ci ha confusi

e perdiam il pensiero

in un eterno attimo sincero

e proprio in quell'attimo

a divino s'eleva un animo,

là risplende il nostro vero io

ed è là che vive il mio Dio.

O Dio, che del cuor mio sei Signor,

il Padre che m'insegnò l'amor!

Sono solo un cacciatore di vento

e questo è solo il mio vano lamento,

ma in te, o Padre Santo, v'è la risposta

alla domanda tra codeste righe posta.


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