L'idea di organizzare una festa prima delle vacanze di Natale era stata di Matteo e Manuel aveva protestato tanto che Simone alla fine aveva accettato anche di non andare, purché l'altro si fosse stato zitto.
A nessuno era poi chiaro perché se non fosse andato uno, non sarebbe andato neanche l'altro, ma non osavano chiederlo.L'avversione di Manuel, quando ormai mancano solo due giorni a tale festa, è dovuta al fatto che ognuno di loro deve indossare un maglione natalizio.
«Simò ma te veramente vuoi anda' a quella festa?»
Continua a lamentarsi invece di ascoltare Simone che cerca di spiegargli l'ennesima nozione di matematica e che sbuffa, rassegnandosi all'idea di aver smesso di studiare, una volta iniziata quella conversazione.
«Sì Manuel, ci vado.»
È la prima volta che afferma apertamente di essere intenzionato ad andare, anche se "da solo", e per Manuel quella non è assolutamente un'opzione.
«Allora vengo.» sbuffa, rendendosi conto solo dopo di essere del tutto ridicolo.
«Ah vieni solo perché ci sto io?» lo schernisce infatti Simone.
«Per farte compagnia, no?»
Manuel è certo di essere rosso in viso e questa consapevolezza non migliora il suo imbarazzo, quindi si allontana da lui, dirigendosi in giardino.
Simone ride, ma decide di non infierire.
Borbotta solo un «Seh certo, per comodità...» e poi lo segue.
Le probabilità di ritrovarsi, due giorni dopo, a quella festa, con lo stesso maglione erano infinitamente basse, eppure è proprio quello che succede.
Manuel arriva per ultimo al locale, in ritardo come suo solito, ed è proprio Matteo a fargli notare quella assurda coincidenza.
«No! Non ce credo!»
«Ma che stai a di' Mattè?»
«Te e Simone!» ribatte il ragazzo, ma si interrompe, scosso dalle risate.«Io e Simone che?»
«C'avete lo stesso maglione, non ce credo.» spiega, e se ne va, ridendo, abbandonandolo sulla porta.Manuel allora si guarda intorno per cercare Simone con un coro di lo sapevo che non ce dovevo veni' qua che gli rimbomba nel cervello.
Quando si ritrovano uno di fronte all'altro, vorrebbe scomparire, un po' per la vergogna, un po' perché si sente incredibilmente attratto da Simone, in quel momento.
Simone che ride, divertito da quella coincidenza, e gli posa un braccio attorno al collo in una specie di abbraccio, conducendolo verso il tavolo con gli alcolici.
«È incredibile 'sta cosa Manu.» dice, dopo un po', mentre stanno sorseggiando una birra seduti su una poltrona troppo stretta per due persone. Manuel è praticamente seduto su di lui, e non gli dispiace nemmeno un po'.
Non gli dispiace ed è anche stanco di trattenersi; ha dovuto sopportare di uscire di casa con quel maglione a suo avviso orrendo, non può sopportare anche di restare lontano dalle labbra di Simone.
«Vie' co' me Simò.» gli ordina, trascinandolo per un polso.
Simone non capisce perché l'altro lo stia conducendo verso una zona in cui si trova letteralmente soltanto un arco, fin quando non alza lo sguardo e nota un rametto di vischio.
Poi davanti a sé nota lo sguardo divertito di Manuel che sta sorridendo.
«Che te ridi?» domanda, sentendo il cuore battere un po' più velocemente.
«Stanno tutti a di' che è divertente 'sta cosa dei maglioni Simò.» inizia a spiegare Manuel, portando entrambe le mani sui fianchi dell'amico che ormai fatica a respirare.
«Invece sai che penso io? Che c'ho 'na voglia de levartelo di dosso da quando t'ho visto la prima volta che te non puoi capi'.» conclude, notando con piacere il rossore sulle guance di Simone espandersi sempre più.
Si avvicina al suo orecchio e sussurra il resto.
«E che te vorrei vede' co i vestiti miei addosso, dopo che abbiamo fatto l'amore però.»
Simone si sente morire. Ha caldo, troppo caldo e quel maglione è improvvisamente troppo stretto, un po' come i suoi pantaloni.
«Che stai facendo?» sibila, cercando di fingere un po' di contegno.
«T'ho portato sotto al vischio Balè, guarda.» spiega allora Manuel, sollevandogli il mento con la mano, così da indirizzare il suo sguardo verso l'alto.
Simone a quel punto vorrebbe anche ridere, perché gli sembra tutto così bello, ma si trattiene perché gli sembra anche tutto così surreale.
Rimane fermo, immobile, fin quando Manuel non sbuffa, e dopo uno scocciato «devo fa' tutto io qua oh!», lo bacia, alzandosi leggermente sulle punte.
Solo allora, quando Simone sente quelle labbra sulle sue, si concede di crederci, che Manuel lo sta baciando davanti a tutta la classe, sotto il vischio, con un maglione rosso ai limiti del ridicolo, e quindi reagisce, gli prende il viso tra le mani, approfondisce il bacio, prima di allontanarsi, sfiorandogli la fronte con la sua.
«Andiamo a casa Simo?» propone il maggiore, infilando una mano sotto il maglione dell'altro, sfiorando i suoi addominali.
«Perché?» chiede Simone, al quale sembra assurda quella proposta, dato che la festa è appena iniziata.
«Perché te devo toglie' 'sto coso...» spiega Manuel, stringendosi nelle spalle. «E devo fa' l'amore co' te.» aggiunge, lasciando sul collo dell'altro un bacio umido che lo fa rabbrividire.
Simone quasi affoga con la sua stessa saliva. «Ma sei serio?» domanda, incredulo.
«Mai stato più serio.»
A nessuno dei due importa delle occhiate che gli altri riservano loro quando li vedono uscire con Manuel in braccio a Simone, che continua a ridere come un bambino a Natale – paragone che forse non è mai stato così accurato.
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Holly jolly
FanfictionUna raccolta senza pretese di brevissimi momenti ambientati a Natale.