Uno

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Esco dall'aula, dopo due ore di cardiochirurgia. Sono distrutta e chiamo Yuki che risponde subito "Ciao cuginetta, come va?" In sottofondo sento i rumori della cucina "Bene, oggi non vengo, ho assolutamente bisogno di riposo" "Certo, tranquilla. Ci vediamo, 'Yanagi'!" riattacca. Adoro quando mi chiama 'salice', proprio come la mia pianta preferita che spesso rappresento nei miei disegni.

Prendo l'autobus e non essendo troppo tardi, opto per la strada più veloce. Attraversa diverse vie poco popolate e la sera è sconsigliata. Il cielo sta diventando scuro e l'ansia cresce, ma svolto a destra e vedo finalmente, alla fine del viale, la strada che conduce verso casa mia.

Un sospiro di sollievo fuoriesce dalle mie labbra mentre delle urla mi perforano i timpani. Mi volto verso sinistra e in quel macabro vicolo cieco due uomini stanno lottando.

Quello più vecchio ha una cinquantina d'anni, è vestito elegante con una valigetta e utilizza un tirapugni di ferro sporco di sangue, anche se non capisco se appartiene al suo avversario o a lui. La mia attenzione è però catturata dal ragazzo. È poco più grande di me, ha i capelli lunghi raccolti in una coda e una parte gli cade sulla parte destra del viso. Dovrebbe essere in svantaggio e invece se la cava molto bene.

Vorrei correre via e scappare, ma i suoi occhi incrociano i miei e non avrei mai pensato di annegare in quel lago rosso nascosto nel deserto di carbone. È un ghoul!

L'uomo prende un coltello dalla tasca, risplende in maniera strana e capisco subito che si tratta di una quinque. Colpisce il ghoul nello stomaco ed è come se percepissi anche io il suo dolore. Prima che possa subire una ferita mortale dritta al cuore, urlo "Aiuto! Dei ghoul! Tu, aiutami per favore!" Il ghoul mi guarda sospettoso, ma noto un lampo di speranza attraversargli il viso. "Certo signorina! Dove sono?" "Là in fondo, grazie mille". Mentre corre via, mi avvicino al ragazzo e gli premo la ferita con la sciarpa "Riesci ad alzarti?" annuisce e tenendolo per la vita lo conduco a casa mia.

Lo sdraio sul divano, prendo un secchio con acqua fredda e degli stracci e gli tolgo la maglia ormai a brandelli. Gli pulisco la ferita, che si sta già rimarginando e noto i suoi molteplici tatuaggi sulle braccia e sul tronco. Sono neri e molto belli, sul petto nella parte sinistra ha un sole molto particolare, ma il mio sguardo è attratto dal cerchio di croci sul fianco destro. Prendo una coperta e gliela appoggio delicatamente sul corpo mentre il suo respiro si tranquillizza.

So a sufficienza sui ghoul per preparargli qualcosa da mangiare. Prima di tutto una tazza di caffè amaro, con due zollette di zucchero sul piattino. So che non le prenderà, ma sono le regole che devo rispettare nel ristorante di Yuki e ormai sono diventate d'abitudine. Prendo dal frigo due litri di sangue per eseguire le analisi da presentare alla prossima tesi e prelevate due provette che lascio al fresco, ne verso un po' in una tazza. Preparo tutto su un vassoio, accompagnato da dei tovaglioli e dei biscotti che sicuramente mangerò io.

Lascio il vassoio sul tavolino davanti al divano e mi incammino verso la camera raccogliendo alcuni libri, che lascio sempre in disordine quando studio. "Grazie" sussurra il ragazzo.

Mi spavento e tutti i libri cadono a terra con un frastuono tremendo. "Non volevo... scusa" mi è subito vicino per aiutarmi "Devi restare a riposo..." "Sono già guarito. Grazie... ehm... come ti devo chiamare?" "Oddio che maleducata! Mi chiamo (y/n)" "Bel none, io sono Uta. Sono un'artista e, come avrai notato, sono un ghoul" sorride e mi sento veramente bene.

"Questo è per te se vuoi..." indico il vassoio. Lui prende la tazza con il sangue, annusa e mi guarda "Non è tuo vero?! Oddio cosa ti ho fatto fare!?" Rido senza volerlo "No, studio medicina, è avanzato da delle analisi" Ride anche lui "Bene". Guarda il liquido rosso, ma non beve. "Vuoi restare solo?" Mi guarda sorpreso "Grazie, come l'hai capito?". Alzo le spalle e mi chiudo in camera.

Uta x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora