Dopo tre giorni vissuti con molte paranoie, mercoledì, durante l'ora di matematica, Paolo prova comunque a raccontare a Giulia di essere innamorato del prof. di educazione fisica. Lei lo accetta così com'è, non deve decidere di chi si deve innamorare, infatti risponde: "Mi fa piacere, non c'è nessun problema, anzi, non devi fare coming out, perché stai semplicemente amando una persona, non devi avvertire dicendo con preavviso di chi ti innamori, innamorati e basta". Partono insulti in coro. La classe aveva sentito la conversazione. Paolo scappa e va di corsa in bagno, con le lacrime sul volto, desiderava essere un'altra persona, una persona "normale", "sana", gli insulti l'hanno cambiato, hanno cambiato il suo pensiero, ha perso tutta l'autostima che aveva. Il desiderio di svanire è sempre più forte. La prof. di matematica nota la lunga assenza di Paolo, quindi manda un bidello a controllare la situazione. Intanto Paolo si sta asciugando la faccia dalle lacrime, sembrerebbe essersi ripreso, giura di non amare più nessuno. Paolo non riesce a comprendere sé stesso. Vorrebbe capire, capire cosa si prova a non essere diverso, vorrebbe provare per una giornata ad essere in un universo parallelo. Torna in classe, i compagni non lo guardano in faccia, tranne Giulia e Marco. Le ore successive si mette per conto suo a sognare ad occhi aperti una vita diversa. Si avvicina Marco, fissa gli occhi di Paolo, vede le lacrime sul suo viso, le asciuga. Prova a calmarlo. Paolo nota il braccialetto di Marco, un braccialetto color arcobaleno. Si ricorda subito dell'infanzia passata in sua compagnia. "Sai... non so come dirtelo... in parole povere... mi sei sempre piaciuto" dice Marco, dando un bacio sulle guance di Paolo. "Marco e Paolo si stanno baciando, che schifo!" esclamano i ragazzi della classe. Paolo è rimasto incredulo, ma emozionato da questa dichiarazione inaspettata. Per tutto il resto della giornata scolastica si fissano a vicenda per poi uscire insieme da scuola, mano per mano. Molti alunni dell'istituto, alla vista di Paolo e Marco, si fiondando per pestare loro. Riescono a scappare. Si rifugiano a casa di Marco, una bella villa a tre piani con un giardino immenso. Appena entrato, Paolo si accorge della presenza di molti simboli inerenti alla comunità LGBT nella camera di Marco, chiede informazioni: "Ma come mai tutti questi arcobaleni?", "Ti ricordi quando eravamo piccoli che avevo sempre qualcosa color arcobaleno? Ecco, ogni colore è associato ad un gender" risponde Marco. Mangiano qualcosa insieme, Paolo poi torna a casa.
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Mi sto cercando e non mi trovo
RomansaStoria vincitrice del concorso "Scrittore in...banco", «La scoperta di se stessi e della propria identità porta Paolo "definito da molti un diverso" a cercarsi e non trovarsi finché il puzzle si compone in modo complesso, talvolta doloroso. Tra inc...