Prima, un lampo.
Poi, il buio.Questo è ciò che accadde quando l'oscurità prese il dominio sulla luce, annientandone l'esistenza e conducendo il mondo in uno scenario fatto di sole tenebre e caos.
In quelle tenebre, nel punto più freddo e oscuro di esse, c'era un giovane.
Da secoli dimorava in quella stessa oscurità che aveva causato dolore tra i mortali, in uno stato dormiente, capace di poter vedere al di fuori di essa solamente attraverso dei sogni lunghi e silenti.
Nonostante non potesse svegliarsi, era consapevole di tutto quello che accadeva intorno a lui.
Esisteva dall'alba dei tempi, ancor prima della nascita degli uomini, ancor prima dell'esistenza della sua più potente nemesi: la Luce. Era stato creato dal buio più spesso e freddo, che lo aveva reso molto simile agli umani, ma più forte.
Era alto e snello, con i capelli scuri come la notte e la pelle bianca e gelida come il ghiaccio. I suoi occhi, di un azzurro intenso, non lasciavano trasparire nulla che non fosse una totale freddezza.
Ma ciò che lo distingueva dai mortali, oltre all'imparagonabile forza e velocità, era un paio di grandi e maestose ali che lo attraversavano dalle scapole, estendendosi per più di due metri verso l'esterno, e da cui spesso si lasciava avvolgere durante i suoi interminabili sonni.
Era bello, più bello di qualsiasi altro essere
vivente esistente al mondo.
E quando il buio inghiottì anche l'ultimo raggio di luce rimasto, capì di potersi finalmente destare.
All'inizio avvertì solo un leggero rombo, che scosse il suo corpo adagiato sul vuoto delle tenebre. Poi ci fu una scossa, che mosse con
forza il suo corpo addormentato.
Svegliati.
Il giovane aprì gli occhi, sollevando il busto e scrutando con attenzione l'ambiente che lo circondava. Nulla si distingueva in quel continuo e fitto buio, oltre a lui.
Si alzò, sgranchendo le gambe e distendendo le ali in tutta la loro grandezza. Abbassò lo sguardo sul proprio corpo, notando solo in quel momento la tunica nera che indossava. La sfiorò, era morbida e fredda.
Si diede un'altra occhiata intorno, avvertendo una sensazione che sembrava indirizzarlo verso un punto ben preciso del buio.
Si mosse, diretto verso quel mondo che aspettava di vedere da tempo.
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Opposti |Kagehina|
Fanfiction*tratto da un capitolo* «Come ti chiami?» Il giovane smise di piangere, sollevando piano lo sguardo, scosso ancora da qualche singhiozzo. «C-Cosa?» «Gli umani si danno dei nomi per riconoscersi tra loro, parole con un significato preciso.» il corvin...